di Roberto Fiore
Correva l’anno 2017 quando il governo di centrosinistra tentò l’ultimo assalto allo IUS SANGUINIS…. l’Italia resistette, lo Ius Soli non passò grazie alla resistenza di milioni ed all’opposizione militante di Forza Nuova: quel giorno a causa delle manifestazioni nel centro di Roma e della tensione, il Senato sospese le votazioni….e l’Italia si salvò dalla rovina. Se il Senato avesse votato Sì alla legge che concedeva la cittadinanza ai nati qui e di conseguenza ai loro familiari, oggi avremmo attorno ai 5/7 milioni di neo italiani in più. Gli incidenti in Inghilterra, Francia e Germania sarebbero all’ordine del giorno anche qui da noi ed il blocco di neoitaliani, in gran parte musulmani, costituirebbe un elemento deviante della politica italiana….ma così, grazie al Cielo, non è stato.
Quest’ultima settimana si è riaperta la questione dello IUS SOLI che ha dato luogo ad un’ulteriore polemica sullo IUS SCHOLAE: in realtà il tutto scaturisce da un problema più profondo legato alla demografia ed all’immigrazione.
I dati sono semplicemente drammatici: l’Italia ha il più basso tasso demografico d’Europa e forse del mondo, simile solo a quello dell’Ucraina, e si trova da anni in una crisi gravissima che potrebbe essere giunta ad un punto di non ritorno. Nel 1997 il tutto fu previsto da Forza Nuova che lo defini punto fondamentale senza risolvere il quale l’Italia non poteva essere ricostruita.
Gli ultmi dati demografici, purtroppo, indicano un ulteriore abbassamento della curva nonostante i tentativi del governo di arginare il disastro. Perché? Innanzitutto perché non è stato toccato minimamente l’aborto che ha ucciso, dalla fine degli Anni Settanta, circa 7 milioni di bambini. Non si capisce con quale etica uno stato dovrebbe divenire patriottico, pro famiglia e pro vita, oltreché improntato su una logica cristiana, mantenendo però una legge a favore dell’aborto.
Inoltre, più la curva demografica va giù e più è difficile risalire.
Le menti che spingono per lo IUS SOLI, per ovviare alle crude cifre, fingono di non vedere lo stato delle cose di Francia ed Inghilterra che scelsero lo IUS SOLI nel dopo guerra e ne subiscono oggi le drammatiche conseguenze.
Se la Schlein spinge per lo IUS SOLI, Tajani ci propone lo IUS SCHOLAE che darebbe la cittadinanza a circa 3 milioni di immigrati giovani (ed un permesso permanente ai loro familiari) al termine del ciclo scolastico. La maggioranza degli italiani è invece senza se e senza ma per lo IUS SANGUINIS: sei italiano se nel tuo sangue scorre sangue italiano.
Nel mondo vi è un numero imprecisato di italiani, dai 50-100 milioni che hanno diritto al passaporto italiano ed In Venezuela, ad esempio, almeno un milione e mezzo di nostri compatrioti sono in forte contrasto con il regime di Maduro e sono scappati in Colombia o in Spagna. Perché non far venire in Italia queste giovani coppie e bambini, che sono italiani per educazione, religione e stirpe?
Stupisce la frase di Tajani a questo proposito. Probabilmente incalzato dalla nostra proposta dice: “…Sono meglio i tanti che magari vivono in Sud America, totalmente disinteressati a stare qui ma chiedono il passaporto italiano solo perché utile? Dovremmo essere più duri su questo”. Una risposta non politica ma dal grigio sapore sabaudo di chi non sa come difendere l’indifendibile.
Il ritorno volontario di milioni di italiani sul nostro territorio e gli incentivi per le nascite sono la risposta di uno Stato serio che non vuole suicidarsi. Ma questo dà fastidio a chi vuole un’Italia sempre più povera, sempre più scarsamente popolata e sempre più in mano dei poteri economici dove chiudono scuole ed aumentano le carceri.
Solo la Rivoluzione salva l’Italia.
Quando uno Stato inizia a svendere il diritto di cittadinanza ,
quello Stato è alla frutta . L’aborto ha inciso , e non poco ,
sul drammatico calo delle nascite , ma un ruolo per niente marginale spetta , anche , alla deleteria e meschina ideologia femminista : sradicare le donne dal seno delle famiglie per darle quel sospirato ed insensato adito al mondo del lavoro . Si , certamente , va bene , ma quale lavoro ? La stragrande maggioranza dei lavori , che si esercitano al giorno d’oggi in Italia , sono ancora in mano agli uomini e , non perché vigono imperterrite ed anacronistiche leggi del ventennio ma , semplicemente perché le donne rifiutano quei lavori . Basta entrare , ad esempio , in un cantiere navale oppure in un cantiere edile e cercare , tra le maestranze , una significativa presenza delle donne . Si scoprirà che sarà più facile diventare Papa al prossimo conclave che trovare una sola donna fra quelle maestranze . Anche lo Stato partecipa all’ipocrisia femminista che , si è stracciato le vesti per assicurare il 50% della presenza femminile nelle liste elettorali e non ha fatto e , non vuole fare , altrettanto per assicurare la stessa percentuale fra i reparti antisommossa delle Forze dell’ordine , che sono come i muratori , praticamente tutti maschi . Mi chiedo quanti altri inutili ( per lo Stato ) e molesti ( per il cittadino ) uffici bisogna aprire per parcheggiarvi dentro altre donne e , fino a che grado bisogna elevare l’obbligo scolastico ( fino alla laurea o fino al dottorato di ricerca ?) per omaggiare altre donne di un qualcosa che loro , i nostri politicanti , possano definire un lavoro e , quante altre donne occorre , ancora , sradicare dalle famiglie ? Quante altre donne bisogna sacrificare , ancora , sull’altere di questa ignobile farsa ? E intanto l’inverno demografico avanza , ed i nostri politicanti si illudono di trasformare gli asini in cavalli donandoli una sella , come se fosse una sella a far di un animale un
cavallo . Cavalli si nasce e non lo si diventa portando in groppa una sella . Combattere l’aborto e le deleterie ideologie femministe , invece , non rientra nei loro programmi e , come i peggiori apprendisti alchimisti , importano piombo credendo di poterlo trasformare in oro , apponendovi , semplicemente sopra , la dicitura ; oro zecchino .
In Italia vige già uno ius soli attenuato. Infatti, ottiene la cittadinanza italiana l’immigrato che, nato nel nostro Paese e ivi residente in modo stabile per diciotto anni, ne fa richiesta entro un anno dal compimento della maggiore età. Inoltre, è il caso di ricordare a Tajani e ai suoi forzaitalioti che, in Italia, i bambini figli di immigrati godono di ogni diritto e non subiscono alcuna discriminazione, e quindi non si capisce perché bisognerebbe dargli (anticipatamente) la cittadinanza.
Per i problemi ben evidenziati da Roberto Fiore, una classe politica non di traditori dovrebbe discutere degli interventi legislativi per bloccare, non per ampliare, la concessione della cittadinanza agli stranieri; dovrebbe incentivare il ritorno di tanti giovani italiani che se ne sono andati perché il nostro Paese non gli offriva alcuna opportunità; dovrebbe comprendere che è una necessità vitale invertire il trend demografico e che perciò nessuna cifra è esagerata per attuare una vera politica di supporto alla natalità; soprattutto, dovrebbe essere consapevole che nulla di tutto ciò può realizzarsi con i vincoli imposti da Maastricht, dalla Commissione europea e dalla BCE, e pertanto attivarsi per l’uscita dell’Italia dall’euro e dalla UE.