di Gloria Callarelli

Giorni e giorni di indagini, i riflettori puntati sul fidanzato e quel fastidioso vizio di dover strumentalizzare ogni fatto di cronaca, se fa comodo al mainstream, per portare avanti l’ennesimo, costruito, caso utile al politically correct.

Poi l’incantesimo spezzato perchè il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: a essere fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni è un 31enne del Mali, Moussa Sangare. Un africano nato in Italia, con la cittadinanza italiana. Tutto qui. Tutta un’altra prospettiva a un caso che nulla ha, dunque, a che vedere con presunti cosiddetti “femminicidi” (che poi, un giorno, qualche addetto ai lavori mi spiegherà esattamente il significato in italiano?) derivati (vi ricordate?) magari dal cosiddetto patriarcato ma che anzi si presta a mettere in discussione l’ennesimo tentativo della politica di sistema di concedere la cittadinanza come fosse un pacchetto di caramelle.

Sangare era già indagato dalla Procura di Bergamo per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella: obiettivo dell’uomo era di “andare a colpire qualcuno. È uscito di casa con 4 coltelli, poteva essere la signora Verzeni o uno di noi che passavamo di lì“. Queste affermazioni sono di Maria Cristina Rota, procuratore aggiunto a Bergamo. Sono affermazioni inquietanti che lasciano al solo “caso” il destino di ciascuno di noi. Ma non è così. L’escalation di violenza che si respira in molte città italiane, condite da degrado e microcriminalità a partire da furti e spaccio di droga, non è più un caso. Perchè sono i numeri a parlare e noi lo facciamo con i dati del Ministero dell’Interno: la popolazione straniera residente nel 2022 sul territorio nazionale, pari a 5.030.716 persone, rappresenta circa l’8,5% del totale.

Nel 2022 si rilevano 271.026 segnalazioni nei confronti di stranieri ritenuti responsabili di attività illecite, pari al 34,1% del totale delle persone denunciate ed arrestate. Un numero enorme in percentuale. Il maggior numero di segnalazioni a carico di stranieri è stato registrato per cittadini marocchini (37.378, pari al 13,79% di quelle riferite agli stranieri ed al 4,71% del totale), seguiti dai romeni (27.846, pari al 10,27% degli stranieri ed al 3,51% del totale), dagli albanesi (18.360, pari al 6,77% degli stranieri ed al 2,31% del totale), dai tunisini (17.190, pari al 6,34% degli stranieri ed al 2,17% del totale), dai nigeriani (12.266, pari al 4,53% degli stranieri ed all’1,55% del totale), dagli egiziani (6.672 pari al 2,46% degli stranieri ed allo 0,84% del totale), dai senegalesi (6.490, pari al 2,39% degli stranieri ed allo 0,82% del totale), dai pakistani (5.915, pari al 2,18% degli stranieri ed allo 0,75% del totale), dai cinesi (5.062, pari all’1,87% degli stranieri ed allo 0,64% del totale) e dai gambiani (3.491, pari al 1,29% degli stranieri ed allo 0,44% del totale). Reati maggiormente commessi sono furti e rapine.

Torniamo all’attualità e al triste caso Verzeni, morta “per caso”. Quanti ve ne sono in Italia di questi italiani di origine straniera che si sono macchiati di reati e che dunque fanno parte della percentuale non sopra riportata? Di certo il dibattito tra IUS SCHOLAE e IUS SOLI oggi, di fronte a questa tragedia, a questo ennesimo caso di cronaca nera, diventa imbarazzante. Vogliamo piuttosto porci degli interrogativi di come un’integrazione totale con questo numero enorme di persone che non hanno possibilità o peggio volontà di farlo, vedi le varie comunità che si autocostituiscono ovunque di stranieri che vogliono mantenere vive le proprie tradizioni e i propri usi, per certi popoli totalmente diversi dai nostri, e lo testimoniano i fenomeni francesi, inglesi e financo americani, sia difficile se non sostanzialmente impossibile?

 

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