di Redazione (foto: nova.rs)

In Serbia il giornale “Poredak” ha dedicato un approfondimento interessante riguardo ad uno degli uomini chiave del governo Vucic. Lui è Marko Parezanović, uno dei collaboratori più stretti e leali del presidente della Serbia, capo delle operazioni dell’Agenzia per la sicurezza e l’informazione, “una delle figure più significative e intriganti dell’apparato di sicurezza serbo”.

Descritto come personalità estremamente conservatrice, Parezanović è finito nel mirino dei servizi di mezzo mondo per i suoi rapporti con la Russia: è lui uno dei link con l’entourage di Vladimir Putin, mentre si è fatto notare dia media per le sue dichiarazioni in particolare contro le sovrastrutture globaliste. Per questo motivo è stato etichettato come una sorta di “estremista” in lotta contro i diritti civili.

Secondo quanto riportato dal giornale, poi, “a Parezanović è stata attribuita un’enorme influenza ai vertici della Chiesa ortodossa serba, al punto che avrebbe svolto un ruolo importante nell’elezione del patriarca serbo Porfirio al trono di San Sava”. Non mancano voci nemiche che lo accusano di rapporti con la mafia: per lo più, spiega il giornale, accuse di Paesi esteri il cui obiettivo è portare avanti interessi stranieri.

Sicuramente una figura forte, dura e controversa dai contorni quasi leggendari che continua e continuerà a difendere l’identità serba tanto in Montenegro quanto nella Republika Srpska.

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