di Vincenzo Maida

Gli ultimi episodi che hanno scosso l’Italia impongono un seria riflessione. La cronaca quotidiana ci riporta impietosa i singoli episodi criminali che vedono coinvolti giovani e giovanissimi. Quello che più colpisce è la gratuità dei gesti criminali, alla cui base, infatti, sembra che non ci siano motivazioni. Questo rende il fenomeno ancora più grave.

I dati preoccupanti li ha forniti verso la fine dello scorso anno il report “Criminalità minorile in Italia 2010-2022”, curato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale, che ha evidenziato come tra i giovani siano aumentati i reati in Italia legati all’uso della violenza, gli omicidi e le violenze sessuali tra il 2010 e il 2022, mentre sono calati i furti e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Ed ecco i dati che sono stati diffusi. Tra il 2010 ed il 2022, il 39,4% dei reati contestati ai giovani sono furto, rapina ed estorsione, il 16% lesioni dolose e minacce, l’11,6% danneggiamento, incendio o resistenza a pubblico ufficiale, il 9,7% traffico spaccio di sostanze stupefacenti.
Sono invariate le differenze tra giovani italiani e stranieri fino a qualche anno fa: a partire dal 2022, per la prima volta dopo 12 anni, gli stranieri hanno superato gli italiani (17.032 a fronte dei 15.490).

Nel report, pubblicato in chiaro sul sito del Ministero degli Interni, è evidenziato come le segnalazioni per furto siano le più numerose ma registrino un calo dell’11,9% dal 2010 al 2022 al contrario di quelle per rapina, salite del 65,62% solo negli ultimi tre anni. Un balzo simile lo registrano anche le segnalazioni per lesioni, cresciute del 58,4% tra il 2010 e il 2022, di cui il 32,4% tra il 2019 e l’anno passato. In aumento anche le segnalazioni per minaccia (+ 27,6% tra il 2019 ed il 2022, anno in cui si registra il picco della serie storica) e quelle per rissa (+123,3% tra il 2018 e il 2022). Le segnalazioni per omicidio volontario registrano un calo del 10% dal 2010 al 2022 (rispettivamente 30 e 27), anno in cui tornano a salire, mentre quelle per tentato omicidio aumentano del 32,3% (65 nel 2010 e 86 nel 2022).

Un dato molto interessante riguarda le regioni con il maggior numero di denunce o arresti che sono quelle del Nord-Ovest, seguite dal Nord-Est e dal Centro. Sono leggermente meno al Sud e quasi la metà nelle isole. Come a dire che sul fenomeno hanno più incidenza il benessere, il modello educativo senza più riferimenti solidi, la strisciante anarchia sociale, l’assenza dell’autorità all’interno del nucleo familiare, il libertarismo vuoto e senza senso, che non la criminalità organizzata del Sud e delle Isole.

Nel 2022 è aumentato anche il numero degli ingressi in carcere dei giovani con più 25%. È facile prevedere che se non vengono posti in essere provvedimenti seri e non si inizia ad attuare una vera e propria “rivoluzione” dei costumi, dell’educazione, della struttura della società, il fenomeno è destinato a crescere e non servono gli aumenti delle pene come deterrente o meglio non sono sufficienti.

Il report si conclude con il suggerimento di politiche adeguate da porre in essere per contrastare il fenomeno. Esse vanno dall’incremento delle attività sportive, a quelle del volontariato sociale. Tutte idee sacrosante, ma alla base serve un vero e proprio cambio dei paradigmi culturali che investa l’intera società e purtroppo non sembra che si vada in tale direzione. Una volta ad esempio ai minori veniva imposto un orario per il rientro a casa e nelle ore notturne, quelle più rischiose, non circolavano spesso in preda all’alcool, come accade oggi.

Episodi come quelli di questi giorni, sembrano esplodere all’improvviso senza una ragione: essi sono invece la conseguenza di scelte politiche, esistenziali, di modelli sbagliati di una società che ha voluto “liberarsi” dai rifherimenti “culturali” che servono a tenerla insieme ed a dare un senso all’esistenza, evitando sensazioni patologiche di solitudine. Nulla accade per caso e i crimini commessi senza un senso apparente non sono figli di nessuno.

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