di Gloria Callarelli

Era stato rinchiuso in carcere per 400 giorni dopo essersi opposto all’utilizzo dei pronomi gender nella sua classe. Lui è Enoch Burke, insegnante della Wilson’s Hospital School di Dublino, ormai divenuto simbolo (e martire) della sua battaglia contro l’ideologia LGBT.

Oggi il docente è finito nuovamente in carcere per essersi, ancora una volta, opposto al riconoscimento di uno studente che aveva richiesto di essere chiamato perfino con il pronome “loro” perchè non si identificava con un genere preciso. Rilasciato e nuovamente incarcerato, ha continuato a presentarsi a scuola difendendo la sua posizione. Per tutta risposta la scuola si è nuovamente rivolta all’Alta Corte di Dublino da cui è scaturita l’ennesima condanna.

L’Irlanda, purtroppo, da sempre cattolica, ha subito una forte inversione di rotta tanto che è stata approvata di recente una legge irlandese che vieta di pregare, anche silenziosamente, vicino alle cliniche per gli aborti, pena sempre la detenzione in carcere.

Quello del prof irlandese è un pericoloso precedente, sventato recentemente in Italia grazie alle proteste e all’intervento di gruppi antisistema, pro life e cristiani che si opposero alla legge Zan: se fosse stata approvata, oggi, avremmo casi simili anche nel nostro Paese. Segno che, nella lotta valoriale, non ci si può rilassare nemmeno un minuto.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap