di Mattia Taricco (foto Facebook – Andrea Lombardi)

“Profondo è l’odio che l’animo volgare nutre contro la bellezza”. Giorno dopo giorno, semplicemente osservando azioni e comportamenti delle varie sigle cosiddette “antifasciste”, ci si accorge di quanto sia vera questa massima.

Nella giornata di mercoledì infatti, il sacrario militare dei caduti della Repubblica Sociale Italiana di Urbe, in provincia di Savona, è stato pesantemente vandalizzato. Quasi tutte le lapidi sono state imbrattate con la pittura con simboli anarchici, falce e martello e la scritta “Genova 161”. Le cripte recano le scritte “fasci appesi” e “Genova vi odia” e, immagine molto simbolica, la croce che campeggiava sul sacrario è stata abbattuta e distrutta. Vandalismo che, nonostante la gravità, non trova alcun riscontro sui giornali, tranne che in qualche testata locale minore.

Nelle stesse ore inoltre, sempre gruppi di “antifascisti” hanno disturbato il sereno svolgimento della conferenza stampa di Forza Nuova a Genova, organizzata per presentare il candidato per le elezioni regionali. Il tutto acuito dal comportamento delle forze di polizia che di fatto ha impedito il proseguo della conferenza. Altre scritte e atti vandalici sono infine comparsi qua e là per la città.

Non c’è spazio per molti commenti su questa vicenda, poiché a chiunque, con un minimo grado di rispetto e sensibilità, bastano le immagini, da cui emerge semplicemente la barbarie, per esprimere un parere. Odio cieco e fine a se stesso, in assenza di capacità di confronto politico, utilizzato dal sistema per gli scopi più disparati, come cercare di zittire i movimenti realmente rivoluzionari.

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