Negli ultimi anni, il gruppo dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa e nuovi membri come Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto, Arabia Saudita ed Etiopia) sta diventando sempre più influente sul piano economico globale. Per la prima volta nella storia, il volume delle transazioni tra questi paesi in valute locali ha superato quello in dollari americani, segnando una svolta importante nei rapporti economici internazionali.
Questo cambiamento è particolarmente significativo perché mette in discussione il dominio del dollaro USA, che ha guidato l’economia mondiale per decenni. Con l’aumento dei pagamenti in valute nazionali tra i BRICS, la dipendenza dal dollaro diminuisce, rendendo più difficile per gli Stati Uniti gestire il proprio debito, oggi cresciuto a livelli insostenibili. Il debito americano ha infatti superato i 35 miliardi di dollari, complicando ulteriormente la situazione economica del Paese.
Nel frattempo, l’economia europea, e in particolare l’euro, sta attraversando una fase di declino. L’Europa fatica a mantenere il suo ruolo di protagonista globale, soffocata da problemi interni, come l’elevato debito pubblico e la mancanza di crescita. In confronto, i BRICS stanno crescendo rapidamente, trainati dalle loro risorse e da un’economia in espansione.
In conclusione, mentre i BRICS continuano a guadagnare terreno, Europa e Stati Uniti devono affrontare sfide sempre più grandi. Se non riusciranno a reagire, rischiano di vedere ridotta la loro influenza, mentre i BRICS si affermano come nuove potenze economiche globali.
Anche il dollaro è soggetto alla legge della domanda e dell’offerta: se nessuno lo compra più rimane nei forzieri della Federal Reserve. Ma se questo accade, finisce il signoraggio internazionale dell’élite di banchieri e finanzieri che ha il governo reale degli Stati Uniti e aspira al governo mondiale. Proprio per scongiurare l’avanzare del processo già in atto di dedollarizzazione – fallito il soft power incentrato sul “sogno americano” a cui non crede più nessuno – la guerra diventa l’elemento centrale della strategia di dominio statunitense: solo la minaccia della forza militare può obbligare gli altri Paesi ad accettare una moneta così inflazionata come il dollaro come valuta di riserva mondiale.
Per questo è indispensabile che i BRICS:
1) implementino un sistema di pagamenti internazionali alternativo allo SWIFT;
2) costituiscano al proprio interno – a partire da Russia, Cina e Iran – un’alleanza politico-militare speculare e antagonista alla NATO.
In realtà il debito pubblico è di 35 triliardi di dollari e non 35 miliardi di dollari, in pratica il loro debito è di 35.000 miliardi di dollari e sono stati declassati da AAA a AA+ (cosa impensabile pochi anni fa)…
https://www.teleborsa.it/News/2024/01/04/usa-debito-pubblico-supera-per-la-prima-volta-i-34-trilioni-di-dollari-31.html
Meno male che c’è la Cina che sta trainando l’economia russa, nonostante le sanzioni dell’Occidente. Per il resto, basta guatdare il volume di scambio commerciale, anche a livello di commercio elettronico e digitale. Quello della Cina è diventato più grande di quello dell’Europa e degli Usa messi insieme. Se questi paesi rimarrano con una crescita di questo genere,e, nello stesso tempo, geopoliticamente opposti alle politiche delle lobby sioniste, sarà un bene. Già grazie alla loro azione sinergica sono riusciti a evitare la distruzione e la caduta della Siria bramata dalle lobbies USA e NATO. Gli accordi bilaterali, militari e strategici, tra Cina e Russia o tra Russia e Iran, così come quelli tra Cina e Iran, sono di una importanza enorme. Bisognerà vedere se l’influenza di questa organizzazione crescerà sempre più in modo da influenzare altre potenze, strappandole sempre più all’influenza USA in aree geografiche e politiche di primaria importanza, come l’Anatolia. Per il momento, da noi in Occidente comanda, sia a livello politico che economico, una interconnessa lobby imprenditoriale e politica “economico sionista”. In questo modo, attraverso la politica ed il commercio, riescono a creare partiti e ad influenzare la politica di tutti i Paesi occidentali,compresa la Chiesa Cattolica, creando il così chiamato “catto sionismo”,cioè tutti quei partiti legati alla Chiesa, al mondo imprenditoriale e ad Israele. La Cina, al contrario, per via del fatto che abbia una economia meno infiltrata, grazie ad una impostazione più razzialista verso se stessi, cosa che l’Occidente non ha e ha completamente perso, diventando acquiesciente ad ogni sorta di lobby, in primis quelle giudaiche, che governano ogni ambito, da quello economico a quello culturale,può essere un fattore di opposizione all’influenza occidentale.
veramente Europa e stati uniti e non so quanti altri paesi, se passa il patto per il futuro in discussione all’onu a fine mese,mi pare, altro che problema dei brics. sarà tanto non diventare degli schiavi a casa propria. di un potere apolide e pervasivo.