di Luigi Cortese

L’ipocrisia di Giorgia Meloni è ormai evidente: mentre la leader di Fratelli d’Italia e Presidente del Consiglio si batte ferocemente contro temi come la legalizzazione delle droghe leggere e la pratica della gestazione per altri, la sua ammirazione verso Elon Musk rivela una contraddizione profonda e preoccupante nella sua narrativa politica.

Partiamo proprio da Elon Musk. Il magnate americano, celebrato dalla destra italiana, ha addirittura premiato Giorgia Meloni durante l’evento dell’Atlantic Council, su esplicita richiesta della stessa leader italiana. Questo episodio, lungi dall’essere solo un riconoscimento di cortesia, mette in luce una relazione che solleva interrogativi etici e morali significativi. Musk incarna tutto ciò che, secondo i valori propagandati dal governo italiano, dovrebbe essere condannato. È noto per aver avuto figli attraverso la pratica dell’utero in affitto, una pratica che Meloni stessa descrive come una forma di schiavitù e una minaccia ai valori della famiglia tradizionale. Non solo: Musk ha ammesso di utilizzare ketamina, una droga dissociativa illegale in Italia, per affrontare i suoi stati d’animo negativi. Eppure, nonostante queste realtà, la leader italiana continua a esprimere ammirazione per lui, senza alcuna riserva o critica.

Questa evidente contraddizione solleva una domanda fondamentale: come può Giorgia Meloni giustificare questo doppio standard? Da un lato demonizza chiunque si discosti dalla sua visione rigida della famiglia tradizionale e del rispetto delle leggi, mentre dall’altro celebra apertamente un uomo come Musk, che con le sue scelte personali e il suo stile di vita sfida apertamente questi principi. La verità sembra essere che, per Meloni, l’ammirazione per Musk va oltre i valori morali che proclama di difendere. Musk rappresenta la potenza tecnologica e la leadership globale che la destra italiana sogna, ed è disposto a ignorare le sue “colpe” in nome di un’alleanza simbolica che serve i propri interessi.

Ma questa non è solo una contraddizione personale: è un tradimento nei confronti di tutti gli italiani che hanno creduto in Giorgia Meloni e nel suo progetto politico. Coloro che l’hanno sostenuta pensando che avrebbe difeso con coerenza e fermezza i valori tradizionali della famiglia, della legalità e dell’etica sociale si ritrovano ogni giorno di più di fronte a una realtà diversa. Con l’elogio a Elon Musk, Meloni dimostra di essere disposta a sacrificare i suoi stessi principi per inseguire figure di potere e prestigio internazionale, trascurando completamente l’integrità che aveva promesso agli elettori.

Invece di difendere veramente la famiglia e combattere le minacce che dice di vedere nella società moderna, Meloni si inchina di fronte a un uomo che personifica gran parte di ciò che lei e il suo governo dicono di voler combattere. E questo non è un semplice errore o un incidente di percorso: è il segno di una leadership che ha tradito i suoi valori fondamentali e, ancor peggio, ha tradito gli italiani che avevano riposto fiducia in lei.

Alla fine, ciò che emerge è che Meloni, come molti altri leader populisti, è pronta a chiudere un occhio su chi infrange i suoi stessi principi, purché queste persone possano contribuire alla sua visione di potere e grandezza nazionale. Musk rappresenta per lei l’incarnazione del sogno tecnologico e imprenditoriale. In un mondo dove l’apparenza e l’immagine sembrano contare più della sostanza, è forse più facile accettare queste contraddizioni. Tuttavia, per chi crede in una politica basata su valori autentici, l’ipocrisia di queste scelte resta evidente e inaccettabile. Giorgia Meloni tradisce ogni giorno i suoi elettori, dimostrando che i principi che proclama sono sacrificabili quando conviene.

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