In un momento in cui l’Italia affronta una crisi demografica senza precedenti, Forza Italia, sotto la guida di Antonio Tajani, sembra orientarsi verso soluzioni che non solo tradiscono i principi su cui è stata fondata, ma rischiano anche di danneggiare ulteriormente il tessuto sociale e culturale del Paese. La proposta di restringere l’accesso alla cittadinanza italiana per i discendenti di italiani all’estero, limitando lo Ius Sanguinis a un grado di parentela ristretto, è un grave errore strategico e valoriale, che ignora il contributo potenziale di milioni di persone che, nonostante la distanza geografica, mantengono forti legami con l’identità italiana.
Lo Ius Sanguinis: un pilastro da difendere
L’Italia, da sempre terra di emigrazione, ha visto milioni di suoi cittadini lasciare il paese nel corso degli anni. I loro discendenti, sparsi per il mondo, rappresentano non solo un’opportunità economica e culturale, ma anche un’eredità che l’Italia dovrebbe valorizzare. Lo Ius Sanguinis, che riconosce la cittadinanza ai figli e nipoti di italiani, è uno strumento essenziale per mantenere viva questa connessione.
Forza Italia, invece, sembra voler chiudere le porte a questi discendenti, con la giustificazione che molti non parlano l’italiano o non hanno intenzione di trasferirsi in Italia. Questa visione è miope e riduttiva: essere italiani non significa solo risiedere fisicamente nel Paese. L’identità nazionale si costruisce su legami storici, culturali e affettivi che vanno ben oltre i confini geografici. Invece di chiudere la porta a questi potenziali cittadini, l’Italia dovrebbe rafforzare i programmi di integrazione culturale, promuovere l’insegnamento della lingua italiana all’estero e incentivare il rientro di chi desidera contribuire alla crescita del Paese.
Lo Ius Scholae e l’illusione dell’integrazione
Mentre Forza Italia chiude la porta ai discendenti degli italiani, promuove con insistenza lo Ius Scholae, una proposta di legge che consentirebbe ai giovani stranieri di ottenere la cittadinanza dopo tre cicli scolastici. Questa scelta, seppur presentata come un passo avanti verso l’inclusione, rischia di diventare un cavallo di Troia per aumentare la pressione migratoria sul nostro Paese.
Lo Ius Scholae non solo potrebbe incentivare l’immigrazione senza un’adeguata programmazione, ma appare come una misura studiata per rispondere a esigenze di breve termine, legate alla necessità di riempire le classi vuote a causa del calo delle nascite. Gli investimenti fatti nel settore dell’istruzione, con un aumento di assunzioni di insegnanti, sembrano confermare questa strategia: l’immigrazione, più che una scelta politica lungimirante, diventa una soluzione emergenziale per una popolazione in declino. Ma è davvero questa la strada da seguire?
Un futuro da costruire con gli italiani, non sostituendoli
Il vero problema che l’Italia deve affrontare è la crisi demografica. La popolazione invecchia, i giovani emigrano e il tasso di natalità è ai minimi storici. Invece di puntare su soluzioni temporanee e potenzialmente pericolose, come l’aumento dell’immigrazione, Forza Italia dovrebbe concentrarsi su politiche che incentivino la famiglia e la natalità.
Serve un piano nazionale che investa nel mondo del lavoro, crei condizioni favorevoli per i giovani italiani, e promuova la formazione di famiglie numerose. Riforme che favoriscano la conciliazione tra vita lavorativa e familiare, sgravi fiscali per le famiglie con figli e incentivi economici per chi decide di rimanere in Italia e contribuire alla sua crescita. Solo così il Paese potrà invertire la rotta e garantire un futuro sostenibile.
La contraddizione di Forza Italia
La strategia di Forza Italia sembra dunque piena di contraddizioni. Da un lato, chiude le porte ai discendenti di italiani, con la scusa che non vivono in Italia. Dall’altro, apre alla cittadinanza per chi è arrivato nel nostro Paese da pochi anni, magari senza alcun legame culturale o storico. È una scelta che appare ideologica e dettata da esigenze elettorali piuttosto che da una visione a lungo termine per il futuro dell’Italia.
Forza Italia, invece di cercare scorciatoie, dovrebbe puntare sulla forza della comunità italiana — quella all’estero e quella in patria — per costruire una nazione più forte e coesa.
In definitiva, la vera sfida per l’Italia non è quella di concedere cittadinanze con troppa leggerezza, ma di creare le condizioni per un futuro in cui essere italiani sia un privilegio sentito e desiderato da chi, dentro e fuori i confini, condivide davvero questa identità.
La sostituzione dello Ius Sanguinis con lo Ius Soli (mascherato da Ius Scholae) è coerente con il verbo liberale e globalista che contraddistingue l’Occidente a cui Forza Italia aderisce incondizionatamente. Se non usciamo da questo pensiero unico, continueremo ad assistere al penoso teatrino di destre che vogliono fare oggi ciò che le sinistre avrebbero fatto ieri. Ricordiamo che in Italia con le destre al governo ci sono state le più grandi sanatorie di clandestini (con la legge Bossi-Fini del 2002 sono stati regolarizzati 634.000 clandestini).
Il piano nazionale di incentivi alla famiglia e alla natalità, giustamente suggerito da Cortese per invertire il tragico calo demografico del nostro Paese, è tuttavia irrealizzabile senza il recupero della sovranità monetaria a livello nazionale e il ripudio dei vincoli economici e legislativi imposti da Bruxelles.
Aggiungo che non si potrà mai affrontare seriamente il problema dell’immigrazione incontrollata in un Paese in cui un ministro finisce sotto processo per aver difeso i confini nazionali.
Per incentivare la natalità, bisogna a livello non solo politico ma anche culturale, attuare una rottura, con Tansgemministe e compagnia brutta.
Volevo dire Transfemministe