di Marco Puttini (foto: youtube)
Matt Walsh é uno scrittore e commentatore politico statunitense, dell’area conservatrice, cattolico e, a soli trent’otto anni, puó vantare una famiglia di ben sei figli. Scrive libri, articoli, partecipa a conferenze e ad ogni attivitá per dare voce alle sue idee: é uno dei tanti scrittori e autori che dagli USA, con semplicitá ma allo stesso tempo con una notevole preparazione culturale, si oppongono all’ondata woke che tenterebbe di impadronirsi dell’America (e non solo).
Un suo merito é che non solo contiene l’avanzare dei vari deliri LGBT, BLM e quant’altro di volta in volta esca dal pozzo di assurditá woke, non gioca sulla difensiva, ma contrattacca: punto su punto, con podcast, articoli, eventi nelle universitá ed ogni mezzo possibile fa sentire la voce di quelle decine di milioni di americani che non accettano un indottrinamento ideologico. Un suo pregio é l’ironia con cui riesce a fare tutto ció: senza sconfinare nel comico, commenta principalmente fatti di attualitá e, talvolta con sarcasmo, mette in risalto le falle logiche della sinistra americana (tanto tristemente simile a quella europea…o é piuttosto il contrario) ridicolizzandone i comportamenti.
Uno dei suoi lavori piú noti, forse il piú noto fino ad oggi, é il documentario “What is a woman?”, pubblicato con ottimo tempismo proprio il primo di giugno del 2022 (inizio del mese del Gay Pride). In questo documentario, giusto all’inizio, Matt si pone una domanda: cos’é una donna? Sembra un po’ confuso con tutte queste teoire sulla fluiditá di genere e sull’equiparazione tra i sessi, quindi decide di scoprirlo e va in giro per l’America e per il mondo facendo a persone dei piú diversi tipi questa stessa semplice domanda “Cos’é una donna?”. Una decina di anni fa ci saremmo meravigliati che su una frase cosí ovvia si potesse costruire un film di un’ora e mezza, ma tant’é, e questa meraviglia é proprio la chiave del documentario. Il film si articola in una serie di interviste intervallate da brevi riflessioni dell’autore. Sul suo cammino incrocia accademici, medici, psichiatri, persone comuni e molto altro (non faccio spoiler). Il tono dell’intervistatore, lo stesso Matt, non é mai aggressivo o polemico, anzi, é piuttosto neutrale e mite ed é proprio questa postura a volte a far andare fuori dai gangheri l’interlocutore, che posto di fronte all’ovvietá delle leggi di natura non ha altre vie di uscita che l’insulto o l’immancabile indignazione. Negli USA ha avuto un buon successo ma in Europa, purtroppo, sembrano faticare ad avere risonanza lavori come questo.
Ma perché parlarne due anni dopo l’uscita? La prima ragione é che all’inizio il documentario si poteva vedere solo tramite membership al sito “The New Daily Wire”, ma ora é disponibile in streaming su X (ex-Twitter) e su dailymotion.com. Purtroppo é in lingua inglese ma i dialoghi sono molto chiari e comprensibili e se ve la cavate anche solo un pochino con la lingua vi consiglio davvero di prendervi un’oretta e mezza per imparare, con un po’ di ironia, cosa c’é dentro e dietro al grande business dell’ideologia LGBT. La seconda ragione é che qualche giorno fa é uscito nei cinema di USA e Canada il nuovo lavoro di Matt Walsh, che a quanto pare segue un po’ la linea del primo, con un titolo davvero promettente: “Am I racist?”. Al momento, per chi non puó andare al cinema, é disponibile solo il trailer ma non vediamo l’ora che passi alle piattaforme streaming anche questo secondo film per poterlo guardare, farci due risate e scrivere qualcosa anche su quello.
Per motivi di tempo non sono riuscito a vedere l’intero filmato .
Ma questa semplicissima domanda ha messo in imbarazzo molte
persone , non solo la comune gente che affolla le strade delle grandi città americane ma , strano a credersi , anche i cattedratici universitari .
In quest’ultimo caso , a tratti , è scaturito un dialogo che ha del surreale , con risposte senza senso o , peggio ancora , con domande usate per rispondere ad altre domande . Mi ricordano alcuni docenti della mia ex università . E’ proprio vero tutto il mondo è paese , regola che vale anche con i professoroni universitari americani .
Riporto dal lungo filmato , presente sulla rete , le domande che Matt Walsh ha rivolto a Patrick R . Grzanka , professore di psicologia , con la cattedra in psicologia della donna , del genere e della sessualità , presso l’Università del Tennessee , con sede a Knoxville ( terza città dell’omonimo Stato dopo Nashville , che è la capitale , e Memphis ) . L’ateneo è tra i più prestigiosi degli Stati Uniti , vanta ben 28 . 000 studenti e fu fondato nel 1794 , sotto la presidenza di George Washington .
Le battute salienti , della breve intervista , sono le seguenti :
– Matt Walsh : “Che cos’è una donna?”
– Prof . Grzanka : “Perchè mi fa questa domanda ?”
– Walsh : “Mi piacerebbe , solamente , saperlo”
– prof . Grzanka : “Quale pensa che sia la risposta ?”
– Walsh : “Beh! … Lo sto chiedendo a lei , ecco perché sono venuto da un professore universitario , questo è la sua materia ?”
– prof . Grzanka : “Quanti altri tipi di risposta ha avuto in merito ?”
– Walsh : “Molte come la sua , in cui lei non risponde , molte proprio così”
– prof . Grzanka : “Credo che ciò sia interessante quello che lei stia affermando , che alcune delle persone intervistate si siano mostrate riluttanti a darle una risposata . Ritengo che questo abbia molto a che fare con il modo delle sue domande precedenti , nonché , con le modalità del suo comportamento durante la sua intervista”.
– Walsh : “Perché come mi comporto ?”
– prof . Grzanka : ” Lei come crede che si stia comportando ?”
– Walsh : “Non vuole proprio rispondere alla mia domanda , vero ?” .
– prof . Grzanka : ” Oggi ero arrivato , veramente , disponibile ed entusiasta di rispondere in merito agli studi su donne , genere e sessualità” .
– Walsh : ” Bene ! Se fosse stato , realmente , disponibile a rispondere alla mia domanda a proposito degli studi sulla donna , la prima risposta che avrebbe dovuto essere in grado di darmi era proprio questa : che cos’è esattamente una donna ?” .
– prof . Grzanka : ” Beh ! Per me è veramente una risposta abbastanza semplice : è una persona che si identifica con una donna ” .
– Walsh : “Ma si identifica in cosa ? ”
– prof . Grzanka : “In una donna ! ”
– Walsh : ” Sarebbe? , Saprà , certamente , che cos’è una definizione circolare ? ”
– prof . Grzanka : “Sicuramente!”
– Walsh : ” E un po’ quello che lei sta facendo esattamente adesso : una donna è una donna !”
– prof . Grzanka : ” Lei sta cercando quello che nel mio lavoro è chiamata : definizione essanzialista , di che cos’è il genere . Posso immaginare che lei preferirebbe che le elencassi una serie di caratteristiche biologiche e culturali ” .
– Walsh : ” Non sto cercando alcuna risposta che mi dia una definizione , sto cercando , solamente , la definizione ” –
– prof . Grzanka : ” Indubbiamente , questa gliel’ho già data” –
Eppure costui , docente universitario , ha dato luogo com’è facilmente intellegibile , ad un teatro dell’assurdo . Una donna , a suo dire , è una persona che si sente tale , ossia , in base ad una definizione circolare una donna è una donna . Come se avessimo chiesto al professore di storia chi era Giulio Cesare , e lui avrebbe risposto Giulio Cesare era Giulio Cesare . Mi chiedo quanti di noi affiderebbero il proprio figlio ad un simile professore ? .
Si noti la prima fase dell’intervista , in cui il docente , da politico navigato , risponde alle prime domande di Walsh con altre domande : ” Perché mi fa questa domanda ?” o addirittura invita l’intervistatore a fare un qualcosa che in Italia definiremmo di marzulliana ( da Gigi Marzullo , celebre per sue domande ) memoria , ossia , di darsi una risposta alla sua domanda :
” Quale pensa che sia la risposta ? ” . Per l’appunto come concludeva le sue interviste Gigi Marzullo : “Si faccia una domanda , si dia una risposta” .
Il massimo dell’assurdo è quando Walsh gli fa notare che sta eludendo la sua domanda , il docente , risponde ancora con un’altra domanda , chiedendo all’intervistatore quante altre domande ha ricevuto in merito ? E quando Walsh risponde di averne sentite tante altre come la sua , passa al contrattacco , accusando l’intervistatore di avere un comportamento non corretto . Eppure la domanda era semplice , corretta e diretta : che cos’è una donna ? Un po’ come quando si andava al liceo e l’insegnante di chimica chiedeva : che cos’è un atomo? Oppure , come una volta , quando si andava alla scuola guida e l’istruttore o l’ingegnere della motorizzazione chiedeva : che cos’è il diritto di precedenza . Semplicemente , davamo la risposta che avevamo imparato a memoria dal testo .
Quanto è difficile essere normali in un mondo come questo !
Secondo me il professore faceva domande perché aveva paura delle domande di Walsh .