Redazione

Mentre gran parte della politica italiana rimane in silenzio sulla crisi in Libano, Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova e presidente dell’Alliance for Peace and Freedom (APF), si distingue come l’unico politico a denunciare l’invasione israeliana in atto e a esprimere solidarietà al popolo libanese. In un momento di crescente tensione nel Vicino Oriente, Fiore ha lanciato un duro monito contro l’occupazione e le operazioni militari condotte da Israele, sostenendo che la comunità internazionale stia chiudendo gli occhi di fronte a quella che definisce “un’aggressione prolungata”.

In un recente intervento, Fiore ha ricordato il lungo passato di sofferenze del Libano, sottolineando come il paese sia stato già devastato da una precedente occupazione israeliana, durata 19 anni. “Forza Nuova e l’Alliance for Peace and Freedom, di cui facciamo parte, sono al fianco del popolo libanese, un popolo che ha già subito un’occupazione israeliana durata 19 anni”, ha dichiarato Fiore, puntando il dito contro Israele, che secondo lui continua a destabilizzare l’intera regione.

Fiore ha descritto la nuova invasione israeliana come parte di un progetto più ampio volto a indebolire e frammentare i paesi del Vicino Oriente: “L’obiettivo di Israele è annientare un popolo generoso che, negli ultimi tempi, ha ritrovato la pace interna”, ha affermato, denunciando che la pace e la stabilità del Libano sono nuovamente sotto minaccia.

Secondo Fiore, l’invasione in corso non è solo una questione militare, ma rappresenta un’espressione dell’ideologia sionista, che descrive come “un’ideologia di guerra e di odio“. “Il sionismo è un’ideologia di guerra e odio, e finché sarà presente, il sangue continuerà a scorrere in Libano, Palestina e in tutto il Vicino Oriente”, ha detto, puntando il dito contro quella che ritiene essere una delle principali cause dei conflitti nella regione.

La sua posizione critica verso l’invasione israeliana in Libano è accompagnata da un appello accorato alla politica estera italiana. Fiore ha espresso l’urgenza di un cambio di rotta, chiedendo che l’Italia smetta di essere complice di politiche di violenza e oppressione e si schieri invece a favore della pace. “L’Italia deve essere una potenza di pace, non più alleata di chi commette stragi e genocidi, ma al fianco del Libano”, ha concluso.

Le dichiarazioni di Fiore evidenziano un tema trascurato nel dibattito pubblico italiano. Mentre altre questioni internazionali occupano le prime pagine, la crisi libanese e la nuova invasione israeliana restano in secondo piano, nonostante l’impatto devastante sulla popolazione locale. Fiore rimane l’unico politico italiano a parlare apertamente di questo conflitto, sfidando il silenzio del resto della classe politica e denunciando quella che considera un’ingiustizia storica.

La posizione di Roberto Fiore mette in luce una crisi che rischia di essere dimenticata dall’opinione pubblica occidentale, e rappresenta una sfida per l’Italia, chiamata a ripensare il proprio ruolo nello scenario geopolitico globale.

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