La tragica uccisione di Saeed Atallah Ali, leader delle brigate al-Qassam, insieme alla sua famiglia in un raid nel nord del Libano, è un segnale preoccupante dell’escalation del conflitto. Israele sembra intenzionato ad ampliare le ostilità, con conseguenze devastanti per la regione e per i civili innocenti che vengono travolti dalla violenza. Non possiamo ignorare il fatto che queste azioni alimentano tensioni sempre più gravi, contribuendo a una spirale di violenza che rischia di espandersi.
Nel frattempo gli Stati Uniti cercano di bilanciare la loro posizione con promesse di aiuti umanitari. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha annunciato un pacchetto di quasi 157 milioni di dollari per supportare le popolazioni colpite dal conflitto in Libano e Siria. Un gesto certamente positivo, ma che non può distogliere l’attenzione dalle responsabilità più ampie. Infatti, mentre questi aiuti sono cruciali per chi soffre, non vanno a toccare la radice del problema: l’incapacità di fermare l’espansione del conflitto e di promuovere una reale soluzione politica.
Gli Stati Uniti, che continuano a sostenere Israele sul piano militare e diplomatico, sembrano poco propensi a frenare un alleato che spinge per un conflitto sempre più ampio. Questo continuo sostegno rischia di aggravare ulteriormente la situazione, rendendo vani i tentativi di portare pace e stabilità nella regione. Gli aiuti umanitari non possono essere l’unica risposta a una crisi che ha cause profonde e complesse, legate a decenni di tensioni e conflitti irrisolti.
Israele, dal canto suo, continua a rispondere con la forza, ignorando ogni appello al dialogo e alla moderazione. La dichiarazione di Hamas, che promette vendetta per il sangue versato, evidenzia quanto sia urgente trovare una via d’uscita pacifica per evitare un’escalation ancora più drammatica.
Mentre le sirene suonano nel nord di Israele, è chiaro che la regione si trova sull’orlo di una nuova fase di scontri. In questo contesto, il sostegno statunitense ad Israele e l’impegno umanitario in Libano e Siria devono essere accompagnati da un serio sforzo diplomatico per fermare la violenza. Continuare su questa strada non farà altro che prolungare le sofferenze di chi vive in queste aree già duramente colpite.
Gli aiuti economici sono importanti, ma devono essere affiancati da una volontà concreta di promuovere la pace e di fermare le azioni che contribuiscono all’espansione del conflitto. Solo così si potrà sperare in un futuro di maggiore stabilità per il Medio Oriente.
promuovere la pace tipo restituire gli ostaggi e non ucciderli con un colpo alla testa quando stanno per essere trovati.tipo non usare come ostaggio e scudo umano bambini di 9 mesi?
Promuovere la pace con uno Stato genocida che può arrestare e tenere in carcere sine die senza neanche un’imputazione di reato quelli che ritiene “esseri inferiori”? Che consente ai suoi coloni di derubare e ammazzare i colonizzati nella più totale impunità? I cui soldati si riprendono compiaciuti coi telefonini mentre, sghignazzando, chiedono a una madre quale dei suoi figli preferisce che venga ammazzato per primo? O quando buttano un ferito giù dal tetto di un edificio?
che palle con questa storia dello stato genocida. oramai tutto è genocidio. la realtà è che hamas non ha nessuna intenzione di restituire gli ostaggi se non a carissimo prezzo e il più tardi possibile.
faranno anche bene,dal loro punto di vista.ma proprio per questo vengono combattuti da Israele.
come ricordava golda meir in una intervista, l’arma segreta di Israele è che non hanno un altro posto dove andare.
gli stati confinanti o se ne fanno una ragione, o li combattono. che è quello che alcuni stanno facendo.
quanto alle scene truculente,ci sono da ambo le parti.la guerra tira fuori sempre il peggio da tutti.rare volte il meglio.( o vogliamo parlare dei soldati mutilati restituiti,quando lo fanno,a Israele?)
per cui facciamola finita con gli uni sono buoni e gli altri bestie.
Lo ha detto persino Macron, che è stato sostenuto da Israele e che ha sostenuto Israele fino a ieri. Per fermarli bisogna fermare le armi vendute ai mostri,che poi si nascondono dietro “l’antizzemitismmo” e contro i “nazziiitttiiii”. Vediamo queste bestie fin dove vorranno arrivare. Le prossime ore saranno cruciali. Buona domenica a tutte le persone normali.
Con genocidio, secondo la definizione adottata dall’ONU, si intendono “gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”, cioè esattamente quello che Israele sta facendo con i palestinesi a Gaza. Se chiamare le cose col loro nome infastidisce i sionisti e i goyim al loro servizio… pazienza, continuerò a farlo.
Riguardo agli ostaggi israeliani, bisogna dire che, purtroppo, al governo di Netanyahu non frega assolutamente niente di loro. Infatti, sapeva in anticipo dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. E a dirlo non è una fonte sospettabile di simpatie per i palestinesi, ma Kan, la televisione pubblica dello Stato ebraico. L’emittente è venuta in possesso di un’informativa dell’Unità 8200 (reparto d’élite dell’intelligence israeliana) che il 19 settembre aveva scoperto che Hamas preparava un’operazione di intrusione nel territorio israeliano con l’obiettivo di prendere degli ostaggi. Quindi, se il governo israeliano se avesse voluto, avrebbe potuto evitare sia i morti, sia la presa degli ostaggi… ma non lo ha fatto. Evidentemente, gli serviva un pretesto bello grosso, tipo Pearl Harbor o l’11 settembre, per giustificare ciò che ne è seguito: il mattatoio di Gaza, l’accelerazione della pulizia etnica in Cisgiordania, gli attacchi alla Siria e al Libano, e il tentativo di coinvolgere gli Stati Uniti in una guerra contro l’Iran.
Sulla frase a effetto di Golda Meir c’è poco da dire. Esprime il tipico vittimismo e la solita ipocrisia del lupo travestito da agnello, un classico del repertorio retorico del sionismo che può far colpo solo su qualche cerebrocirconciso di Sion. La realtà è ben diversa. Al di là di alcune farneticazioni pseudo-messianiche, gli ebrei che sono emigrati in Israele, ci sono andati perché lì, grazie al benessere e alla protezione che gli garantivano gli americani e gli europei, c’era un livello di reddito molto alto, più alto di quello europeo e di quello medio americano, c’era la possibilità di diventare ricchi e comprensibilmente ne hanno approfittato. Se dovesse cessare il flusso di denaro, armi e tecnologia dai Paesi occidentali, Israele cesserebbe di esistere, non per l’attacco dell’orda araba, ma perché la sua popolazione non avrebbe più alcun interesse a restarci, farebbe le valigie e se ne tornerebbe in America e, soprattutto, in Europa da dove è venuta. Altro che “non hanno un altro posto dove andare” e cazzate simili! Gli unici che rimarrebbero, non più in Israele ma in Palestina, sarebbero pochi ebrei religiosi, come i Neturei Karta, che sono sempre stati radicalmente antisionisti e odiati dall’establishment israeliano.
Quanto alle scene truculente, qualcuno o si è dimenticato il suo commento (il primo sotto l’articolo) e lo invito a rileggerselo, o è in piena sindrome proiettiva e allora gli consiglio di curarsi.
Buon ultimo, sul fatto che i buoni non sono tutti da una parte e i cattivi tutti dall’altra siamo finalmente d’accordo. Neanche le vittime del nazismo erano tutte buone, ma questo non può minimamente giustificare gli orrendi crimini dei nazisti, né tantomeno si possono mettere sullo stesso piano i nazisti e le loro vittime. Il nazismo è oggi unanimemente esecrato e il Terzo Reich cancellato. Spero che presto il sionismo e il suo staterello genocida facciano la stessa fine.
Non sempre i governanti , in ogni epoca e tempo ,
si sono dimostrati all’altezza del compito a cui sono , in un modo
o in un altro , assurti alle alte cariche , che ricoprono o che hanno ricoperto in passato .
A volte , in un remoto passato , secondo fonti storiche o biografiche , più o meno attendibili , oppure , nel recente presente , secondo voci di corridoio , anche queste , più o meno attendibili , alcuni governanti si sono rivolti ad indovini , a chiaroveggenti , ad astrologi , o a sedicenti maghi di ogni genere per risolvere i loro problemi e quelli del loro Stato . Questi ciarlatani , spesso , fiutando l’indole o l’imperizia , più o meno manifesta , del politico di turno , non hanno certamente avuto remore a farsi avanti , speranzosi e avidi di pubbliche onorificenze , lauti guadagni e cospicue ricompense di ogni genere . Così se l’incompetente politico non ha temuto il pubblico ludibrio , l’avventato consigliere non ha temuto la pubblica esecuzione . Ma altri pseudo consiglieri , di più fine intelletto , non hanno temuto , in buona o cattiva fede , di vedere nello studio o nell’indagine , non del futuro questa volta , ma del passato , una fonte da cui attingere , onde evitare o rimediare agli errori ed ai problemi del loro presente con i rimedi usati per ovviare ai presunti stessi errori o problemi verificatisi nel passato . Partendo dall’errato presupposto che la natura umana ed i guai che essa cagione è , sostanzialmente , immutabile nei secoli . In altri termini a simili mali , simili rimedi . Così , ad esempio , in epoche ove vigevano le monarchie , alcuni studiosi di fama , non hanno avuto paura di sviscerare testi storici del lontano passato , per tentare di capire i segreti dei quei lontani monarchi e di quei lontani regimi , per farne poi tesoro da donare ai monarchi ed ai politici della loro epoca . Niccolò Machiavelli (1469 – 1527 ) , ad esempio , nel suo “Il Principe” ( 1513 ), in vari passaggi della sua opera , ha tentato di capire , attraverso alcuni autori latini , come Tacito (55 d . C . circa – dopo il 120 d . C . ) , le astuzie usate dai Principi romani ( o imperatori , che a dir si voglia ) per governare , ascendere e detenere il potere , in modo da farne un congruo uso per i Principi della sua epoca . Ancora Machiavelli , dopo aver indagato e scrutato , nei suoi “Discorsi sulla prima deca di Tito Livio” (1513 – 1519 ) , l’opera storica di Livio , cercando di afferrare le recondite forze dei fatidici fati che si mossero nell’ascesa di Roma antica a città egemone ( capp . I . 29 ; III . 6 e 19 ) ha fatto riecheggiare , nuovamente e , non a caso , ed ancora una volta , gli scritti ed il pensiero di Tacito . Anche Francesco Guicciardini (1483 – 1540 ) addita Tacito nei suoi “Ricordi civili e politici” (1530 ) , per chi ne vuole e chi ne sappia fare buon uso , come il mentore da seguire , per comprendere come comportarsi , per i sudditi , e come governare , per Principi ( si vedano in particolare i capp . XIII ; XVIII ; CCC e CCCI ) . Seguirono a costoro un nutrito stuolo di altri studiosi di Tacito , quale fonte politica e comportamentale ad uso ( anche se , a volte , non espressamente dichiarato ) dei governanti , che si protrassero sino alle soglie del ‘700 .
Tutto questo . ovviamente , accadeva in un’epoca , tra 1500 e 1700 , ove le monarchie in Europa erano il regime predominante , ma , ai giorni nostri , ove in occidente , la forma di regime predominante è la democrazia , gli odierni pseudo consiglieri quale storico del passato hanno scomodato ?
La risposta è semplice : l’ateniese Tucidide . Se il romano Tacito è stato il narratore , per eccellenza , degli imperatori di Roma , l’ateniese Tucidide ( 460 a . C . , circa – dopo il 404 a . C . , o forse dopo il 399 a . C .) è stato , per antonomasia , il narratore della democratica Atene . Così se Tacito andava bene come mentore per i regnanti europei dell’epoca della Riforma e della Controriforma , Tucidide dovrebbe andare , altrettanto bene come mentore , per la maggiore democrazia dell’occidente : gli Stati Uniti .
Ma soffermiamoci , brevemente , su Tucidide che ci riferisce che dopo le guerre contro i Persiani , vinte dai Greci , la situazione era mutata sia nei rapporti di forza tra le città elleniche e sia in un più ampio contesto geopolitico , in particolare dopo la battaglia di Micale ( inverno 478-477 a . C . ) quando alcune città marittime , tra cui Atene , diedero vita alla lega Delio-Attica ,una sorta di NATO ante litteram , come sottolinea Donald Kegan (1932 – 2021) , storico e docente universitario di Storia greca , in alcune pagine di un suo libro ( “On the origin of war and preservation of peace” del 1995 ) . Ad Atene (siamo di nuovo a Tucidide ) incominciò a serpeggiare un sentimento antispartano (Sparta fu l’altra maggiore città che si distinse nelle guerre persiane , narrate da Erodoto ) , in quanto Sparta era una città per niente democratica , ma soprattutto , di neonata egemonia emergente . Però , anche se Atene fomentò l’intera Lega contro Sparta fu rea , a giudizio di Kegan , di non essere stata abbastanza aggressiva . Questa teoria , di essere aggressivi per ribadire la propria egemonia , è stata postulata , tra gli altri , anche da Kenneth Waltz (1924 – 2013 ) , Stanfield Turner (1923 – 2018 ) , Leo Strauss (1899 . 1973 ) ed è presente anche nel “National security strategy of USA” del settembre del 2002 . Tale condotta spiega le guerre americane in Corea , Vietnam , Somalia , Iraq , Afghanistan ( tutte pareggiate o perdute , alla faccia dell’osannata aggressività ) tanto volute e cercate , con qualsiasi pretesto dagli USA , ma spiega anche la sanguinaria caparbietà di Israele , colonia statunitense che agisce come la sua madrepatria , ed è immagine e somiglianza di essa , di cui avrà la stessa sorte ( o viceversa , secondo come si muoveranno gli imperscrutabili voleri della storia ) .
Ma , ritorniamo ancora a Tucidide , le cose alla democratica Atene non andarono affatto bene , la tanto voluta e desiderata guerra contro la non democratica Sparta ci fu , e dopo le sue fasi cruciali ( dal 431 a . C . in poi ) si concluse con la battaglia di Egospotami (405 a . C . ) e la totale sconfitta di Atene e della sua democrazia , nel 404 a . C .
Secondo questi analisti (sopra citati ) , tutti a vario titolo vicini , in epoche diverse, alla Casa Bianca , la sconfitta ed il definitivo tramonto della democrazia ateniese sarebbe da imputare alla scarsa capacità politica e militare di aggredire preventivamente Sparta . Simile errore , che la democratica America (ossia gli USA) non deve fare , nella sua epoca , con le sue rivali .
Anche Graham Allison (23 marzo 1940 – accora vivente ) in una sua pubblicazione ( “Destined for war . Can America and China escape Tucydides’s trap ? Libro pubblicato a . N . Y . nel 2017 ) , rievoca nuovamente Tucidide e sottolinea ,anche lui a sua volta , come la democratica Atene commise l’errore , cadendo nella trappola di Sparta (ben illustrata da Tucidide ) , di non essere ricorsa ad una guerra preventiva già subito dopo le guerre persiane , onde , da Stato egemone , bloccare sul nascere le mire emergenti degli Spartani . Sparta ebbe tutto il tempo di rafforzarsi e battere Atene . Il tempo fu un suo prezioso alleato . Secondo Allison gli USA non dovrebbero commettere lo stesso errore con l’emergente Cina e non lasciargli il tempo di rafforzarsi . Questa politica aggressiva sta , anche , dietro alla guerra cagionata dagli USA per mezzo dell’Ucraina alla Russia e dietro al comportamento violento e cruento di Israele , entrambi Stati , a ben riflettere , foraggiati dagli Yankee .
Da ciò possiamo concludere , che il nemico della pace mondiale sono gli USA ed il loro non rendersi conto di trovarsi sul viale del tramonto . Vogliono avere come mentore Tucidide ? Bene . Allora sappiano ed imparino da Tucidide che la democratica Atene ebbe vita breve : a malapena un secolo , da quando conquistò l’egemonia a seguito delle guerre Persiane . Gli USA hanno conquistato la supremazia a seguito della seconda guerra mondiale , ossia , dal 1945 . Bene , per cui sappiano che mancano solamente 21 anni a compiere un secolo di egemonia . La Cina ha detto che entro il 2035 Taiwan sarà cinese , con o senza il consenso degli USA . Se gli Stati Uniti vogliono accomodarsi , identificandosi nella sorte di Atene , facciano pure , visto che hanno già saputo da Tucidide il loro destino .
Khomeyni . a quanto sembra , non aveva tutti i torti a definire gli USA il “grande satana” . Ora bisogna capire , e gli eventi futuri ce lo diranno , se il cosiddetto “asse del male” è l’Iran ed i suoi alleati , oppure gli Stati Uniti ed i suoi scagnozzi .
sono in buona parte d’accordo
Luciano purtroppo Ebrei ed Americani sono guerrafondai da sempre e militarmente troppo forti io spero solo in un evento calamitoso su Israele e in America perchè questi due popoli debbono essere eliminati completamente, sterminati nel peggiore dei modi, perchè solo loro sono il Grande Satana.
Gli Stati Uniti , ormai , non sono forti come una volta . E’ vero hanno vinto la seconda guerra mondiale , ma facevano parte di una coalizione , in cui c’era anche l’Unione Sovietica (URSS) , che con le sue armate giunse per prima a Berlino . Dopo questa guerra si sono illusi di essere diventati i padroni ed i gendarmi del mondo , divenendo spocchiosi e aggressivi . Hanno mosso guerre a tutto ed a tutti , e così , dopo aver seminato vento hanno raccolto tempesta , o se meglio preferisci , hanno seminato guerre ed hanno rimediato sconfitte (quasi dappertutto ) . Alcune guerre le hanno “pareggiate” , nel senso che non si può parlare di sconfitta , ma neppure di vittoria .
Queste , brevemente , sono :
1) In Corea , ove solo la metà del territorio è sotto la loro influenza (Corea del Sud) e , l’altra metà (Corea del Nord ) è sotto l’influenza sovietica , prima , e russa e cinese , poi .
2 ) In Iraq , dove hanno insediato un governo fantoccio , con elezioni farsa, ove l’affluenza è stata scarsa , ma di contro , è stata abbondante la contestazione per brogli e le accuse di corruzione . Il 28 luglio del 2022 il parlamento iracheno , addirittura , è stato assaltato e messo a soqquadro dalle milizie sadriste ( ossia di Muqtada Al-Sadr ) . Il nord del Paese è in mano ai Curdi , che vogliono creare un loro Stato , suscitando nervosismo e irritazione in Turchia . Le truppe di Ankara , infatti , più di una volta hanno sconfinato in Iraq per attaccarli. Il sud . a forte maggioranza sciita , anche se formalmente risponde al governo di Bagdad , nei fatti è ostaggio delle milizie armate filo-iraniane , che ricevono abbondanti aiuti da Teheran e che , in più di un’occasione , quando la crisi Israelo-palestinese o israelo-libanese si acuiva , hanno attaccato le basi militari statunitensi in Iraq . Le roccaforti di queste milizie sono : Nassiriya , Bassora e Kirkuk .
E , poi ci sono le guerre da cui gli USA sono uscite sconfitte oppure , peggio , ossia pesantemente sconfitte , e queste sono :
1 ) Vietnam ;
2 ) Somalia ;
3 ) Afghanistan .
Uno Stato forte non avrebbe mai rimediato queste sconfitte parziali o totali . Gli USA sono uno Stato forte con deboli , ma appena incontrano popoli determinati e tenaci , come i Somali i Vietnamiti o gli Afgani , l’unica cosa che possono fare , e che hanno fatto , è uscire , dal conflitto , pesantemente sconfitti , ossia , in una sola parola : soccombere .
Ma lo Stato che più temono è la popolosissima Cina , che negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante , in campo economico ed industriale ed è , anche , una potenza militare e nucleare . Pechino vuole che Taiwan diventi cinese entro il 2035 . Taiwan ha chiesto aiuto agli USA , per cui non è difficile prevedere , intorno a quella data uno scontro , forse anche militare , nel Pacifico , tra i due colossi : la decadente USA e l’emergente Cina
per me gli usa sono in fase calante , ma sono ancora forti .