di Redazione

Non è segreto che in vista della manifestazione del 5 pro Palestina si fosse creata tensione nella sicurezza: sono stati precettati scioperi per avere più personale disponibile a Roma, vi sono stati vari comunicati anche dai sindacati delle forze dell’ordine contrari al Ddl 1660 e le sue conseguenti applicazioni pratiche. Ciò ha portato la scelta di raccomandare cautela a chi andasse, onde evitare le strumentalizzazioni che non a caso si stanno abbattendo verso le organizzazioni che hanno presentato adesione pubblica, sia quelle che si sono doverosamente impegnate nella realizzazione sia di quelle che si sono aggiunte all’ultimo minuto. Pur essendo impossibilitati per altri impegni presi a coadiuvare l’organizzazione del presidio (uno di questi proprio l’iniziativa della diaspora senegalese), ci tenevamo a tenere fede alla nostra guerra alla repressione, ma senza offrire “ventri molli”.

Vista l’evoluzione, o meglio dire la degenerazione che abbiamo ragione di pensare dovuta ad agitatori ben consapevoli del proprio ruolo (alcuni dei quali volti noti per molti, noi inclusi), c’è poco da tergiversare e riteniamo di aver scelto la strada giusta. Troppo facile e comodo accusare Giovani Palestinesi di “immaturità politica” come stanno facendo alcuni calati improvvisamente nel ruolo di franco tiratori, così come l’ostinarsi a buttare la questione sulla manifestazione più o meno autorizzata: la serpe era in seno al corteo ed è stata complice della repressione, a cui ha fornito una narrativa che purtroppo sta bene attecchendo sull’opinione pubblica. Quante realtà saranno disponibili a cercarsi le proprie serpi interne?

Uno dei militanti di Socit, quel giorno, dà un quadro della situazione esaustivo del clima quel giorno: “Io e mia moglie, ci siamo recati stamani a Roma, in quanto sostenitori della Resistenza Palestinese e dei suoi alleati, che combattono una dura battaglia contro l’occupante sionista. Alle 13.30, a circa 30 metri dalla piazza della manifestazione, siamo stati avvicinati da due poliziotti in borghese che ci hanno richiesto i documenti. Abbiamo consegnato i documenti e atteso per oltre un’ora, dopodiché siamo stati portati in Questura per accertamenti. Ne siamo usciti alle ore 19, con il risultato di aver ottenuto il foglio di via, in quanto sarei un soggetto “pregiudizievole per la sicurezza e la tranquillità pubblica”. Questo è il risultato della cosiddetta “democrazia” occidentale che vieta il diritto a manifestare a favore dei popoli che lottano contro la dittatura euro-atlantica-sionista! Onore a tutti coloro che oggi sono stati in piazza senza sé e senza ma per sostenere una Palestina libera dal fiume al mare!

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