di Luigi Cortese (foto Facebook Marcello Veneziani)
Il governo di Giorgia Meloni, entrato in carica con grandi promesse di cambiamento e rivoluzione, si sta dimostrando una semplice prosecuzione delle politiche del governo Draghi. L’analisi di Marcello Veneziani, espressa in un’intervista pubblicata oggi su Il Fatto Quotidiano, rappresenta un attacco lucido e feroce contro un esecutivo che, invece di cambiare il volto dell’Italia, ha preferito chinare il capo di fronte ai poteri forti e seguire pedissequamente l’atlantismo americano.
Veneziani, uno degli intellettuali di destra più autorevoli, ha deciso di rimanere sugli spalti, osservando la scena politica senza parteciparvi attivamente. Il suo giudizio è lapidario: “In politica estera, suddito dell’atlantismo americano; in politica interna, ossequioso verso i grandi poteri.” In poche parole, Meloni non sta facendo altro che proseguire le scelte di Draghi, senza alcun segno di discontinuità.
Un Atlantismo Codino e Subalterno
Uno dei punti più critici dell’analisi di Veneziani riguarda la politica estera del governo Meloni. L’Italia continua a essere subordinata agli interessi degli Stati Uniti e della NATO, senza alcun tentativo di affermare una propria autonomia strategica. In questo, Meloni non si distingue affatto dal suo predecessore Mario Draghi, che aveva consolidato la dipendenza italiana dalle linee dettate da Washington e Bruxelles. Persino figure come Giulio Andreotti e Bettino Craxi, pur navigando in un contesto internazionale complesso, avevano mostrato più indipendenza nei confronti di Israele e della Palestina, sottolinea Veneziani, evidenziando la mancanza di audacia e visione del governo attuale.
L’Italia Sottomessa ai Poteri Forti
Oltre alla sudditanza internazionale, il governo Meloni si dimostra incapace di opporsi ai poteri forti interni. Veneziani denuncia apertamente questa condotta servile, che teme il potere economico e finanziario al punto da evitare qualsiasi iniziativa significativa per paura di destabilizzare il sistema. Un governo paralizzato dal timore di “andare a gambe all’aria” non può certo portare l’Italia fuori dalle difficoltà attuali.
Meloni ha scelto di circondarsi di familiari e amici stretti, secondo Veneziani, per difendersi da un senso di accerchiamento. Ma questa debolezza politica non è altro che un riflesso dell’incapacità del suo esecutivo di prendere una posizione chiara e netta contro l’establishment europeo e globale. La premier sembra aver trovato in Bruxelles una seconda casa, mostrando così la sua incapacità di rappresentare davvero gli interessi nazionali, un difetto gravissimo per un governo che si proclama sovranista.
Un Governo senza Anima né Valori
Veneziani sottolinea un aspetto cruciale: un governo di destra avrebbe dovuto segnare una netta rottura con il passato, riportando in auge i valori della civiltà, della tradizione, dell’educazione e della comunità. Invece, quello di Meloni appare come un esecutivo privo di spina dorsale, incapace di incarnare l’anima profonda della destra italiana. Dove sono i valori fondanti? Dove sono le politiche che avrebbero dovuto rilanciare la tradizione italiana e opporsi alla deriva globalista?
In un passaggio tagliente, Veneziani evoca persino l’importanza di riscoprire la complessità storica del fascismo, citando storici come Renzo De Felice e Augusto Del Noce. La sinistra continua a demonizzare il fascismo come “male assoluto“, ma per Veneziani questa è una semplificazione pericolosa. La destra avrebbe dovuto sfidare questi pregiudizi, offrendo una visione più articolata della propria storia e cultura.
Conclusione: Un Governo che ha Tradito le Aspettative
In sintesi, l’analisi di Marcello Veneziani, tratta dall’intervista pubblicata oggi su Il Fatto Quotidiano, rappresenta un atto d’accusa contro Giorgia Meloni e il suo governo. Invece di cambiare il mondo o, quantomeno, l’Italia, come aveva promesso, Meloni ha scelto la strada più semplice: seguire le orme di Draghi, allinearsi agli Stati Uniti e inchinarsi ai poteri forti. La destra italiana, che avrebbe dovuto portare un vento di rinnovamento, si è ritrovata intrappolata in una politica di continuità e subalternità. Un tradimento delle aspettative che rischia di avere conseguenze profonde per il futuro del paese.
analisi lucida precisa, autroevole lungimirante. c’è pero’ una speranza. .una piattaforma comune di laeghe intese che vada da dsp passando per vannacci alemanno, fino a forza nuova… decisamente antisistema
ma siete sicuri che un qualsiasi governo avrebbe potu6o fare una politica sganciata dall’UE e dagli usa? con il deep state che abbiamo in italia, Europa,e usa?
basta vedere come una magistratura militante ha cassato una azione del governo ( albania) xchè non d’accordo.
e se non sarà la magistratura, sarà il sistema di ritardare i decreti attuativi da parte della burocrazia ministeriale ( è successo anche col governo lega 5stelle). se no saranno il taglio dei fondi europei o le multe.( basta vedere come è stato ricattato orban).
va bene tutto,ma soluzioni pratiche da attuare non ne vedo se non una rivoluzione che sfocerebbe quasi sicuramente in guerra civile.
sono d’accordo e aggiungo che uno degli errori della DC fu consentire questa occupazione da parte dei comunisti della magistratura, della pubblica amministrazione e della cultura. Peccarono di ingenuità. Si può solo intervenire gradualmente, la prima cosa da fare è la riforma della giustizia, altrimenti è impossibile governare. Insomma per dirla con Gramsci: il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà
Il governo Meloni avrebbe potuto seguire la strada del vero sovranismo tracciata dal capo del governo ungherese Orban e dal premier slovacco Fico, ma come era prevedibile, ha scelto di svendere l’Italia all’atlantismo imperialistico di Washington e alla cupola usuraia di Bruxelles, in perfetta continuità col governo Draghi e con tutti i governi della Seconda Repubblica (tranne, per certi versi, la breve e tormentata parentesi del governo giallo-verde in carica dal 1° giugno 2018 al 20 agosto 2019).
Se il governo Meloni fosse stato, come dice di essere, un governo di patrioti, avrebbe tutelato l’interesse nazionale invece di mantenere delle autolesionistiche sanzioni alla Russia, inviare armi all’Ucraina e uscire dalla Via della Seta solo per compiacere il padrone d’Oltreoceano. Un governo di patrioti, quando gli israeliani sparano addosso ai suoi soldati impegnati in una missione internazionale, come minimo richiama il proprio ambasciatore e sospende la validità degli accordi bilaterali con lo Stato ebraico (ma si sa, quando la destra italiana vede una kippah non può fare a meno di battersi il petto e inginocchiarsi).
Quindi, il governo Meloni non è un governo di patrioti: è il governo della destra che ha tradito la patria, così come la sinistra ha tradito la classe lavoratrice. Destra e sinistra non competono per affermare politiche alternative, ma per fare i primi della classe, per rappresentare al meglio gli interessi della (in)civiltà del dollaro, di cui entrambe condividono i princìpi e la visione del mondo.
sono piccolezze. soluzioni che permettano ad un qualunque governo di essere indipendente, allo stato attuale e col sistema legislativo italiano, non c’è ne sono.
possiamo raccontarcela per i prossimi mille giorni che han fatto questo o quest’altro.
il sistema “stato”in Ungheria è in mano al partito di orban da più di 10 anni.facile pensare che non vi sia opposizione da parte delle strutture dello stato.
L’indipendenza non te la regala nessuno. Pressioni esterne ed opposizioni interne sono inevitabili, ma enfatizzarle è solo un alibi per nascondere una mancanza di volontà politica. Diciamo la verità: ai forzitalioti le cose stanno bene così perché sono euro-atlantisti fino al midollo e dell’indipendenza nazionale non gliene frega assolutamente niente; a leghisti e fratelli d’Italia “la sovranità del nostro Paese” interessa solo come espediente retorico per raccattare un po’ di voti a destra, ma non hanno alcuna idea alternativa né in politica estera né in politica interna. E’ chiaro che in questa situazione non c’è bisogno di trovare qualcuno che spari alla Meloni come hanno fatto con Fico: basta uno stronzo di magistrato o di burocrate ministeriale per mettere in riga tutto il governo!
oh,finalmente ci siamo.all’interno del quadro : costituzione>trattati europei >convenzione dei diritti dell’uomo europea,anche una magistratura non asservita ad un certo potere politico verrebbe cassata sistematicamente da Strasburgo.
toccherebbe fare come han fatto gli inglesi, come minimo.visto che è da escludere la possibilità di una revisione unilaterale dei vari trattati e convenzioni alle quali,la ns.costituzione riserva la preminenza.quindi senza un atto di forza unilaterale non se ne esce.
D’accordo, ma un atto di forza unilaterale richiede un’avanguardia politica consapevole che lo voglia promuovere e realizzare. A impedirlo, nella situazione italiana, non è l’inadeguatezza dell’istituzione “governo”, né la preponderanza delle forze che gli remano contro, ma la completa assenza di tale avanguardia nei partiti che costituiscono l’attuale governo.
Finalmente Marcello Veneziani ,si é svegliato dal torpore giornalistico ! Mi compiaccio con Te ,di cui ero fan,per la splendida analisi e giusta critica del Governo Meloni !
Bravo ,bravo ,bravo !
❤️
E pensare che avrebbe voluto riscrivere
la storia , sì ma quale storia , la storia di chi o di che cosa ?
La linea politica del governo Meloni è , come sottolinea Veneziani , perfettamente in linea con i governi di centro-sinistra e , su alcuni temi, diventa persino difficile distinguerlo da un governo Renzi o da un governo Draghi . Atlantista , continuista , democratico , repubblicano , europeista, antifascista , e così via dicendo , insomma , per farla breve , il ritratto sputato di quelli precedenti . Mi chiedo anch’io che fine abbia fatto la Giorgia Meloni che criticava , un tempo lontano ( e neppure tanto ) , i presidenti del consiglio filoamericani e filoeuropei , che rinfacciava, a muso duro , ai cinquestelle che volevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno , e che poi , al posto del tonno ci si sono messi loro . Mi chiedo se questa critica non potrebbe valere anche per il suo governo ? Un governo nato bene , cresciuto male e tirato su peggio , con una politica estera improvvisata , raffazzonata , nel migliore dei casi , e nel peggiore dei casi , asservita alla più ligia sudditanza verso Washington . Un governo che non si distingue e non si sa distinguere , anonimo fra gli anonimi , ignoto fra gli ignoti , incapace di emergere ,e di porsi , fiero , sotto le luci della ribalta , un governo , che in politica estera , è ammantato da un persistente grigiore , un governo spento che non riesce a brillare di luce propria , ma che emana , solamente a tratti , cupi e sinistri bagliori di luce riflessa , luce che sa di salsedine , di quell’ insipido ed irritante salmastro sapore del Nord Atlantico americano .
L’analisi di Veneziani è ottima ed esauriente, ma si dimentica un punto fondamentale: la Meloni agisce come agisce non solo, o non tanto, perché è costretta, ma perché lei stessa è un membro attivo del sistema oppressivo attuale e del NWO. Non va dimenticato che è membro del gruppo Aspen. Pur manifestando tendenze indipendentistiche personali, deve comunque eseguire gli ordini in base ai quali ricopre la sua attuale posizione. Siamo una colonia degli USA, della Nato, di Israele, del NWO, e tutti o quasi i nostri cosiddetti politici, di destra o di sinistra, sono loro servitori.
La cosa più importante in questi contesti di alternanza è il controllo del dissenso politico. È parte della realtà dei passaggi di governi dall’uno all’altro.