di Luigi Cortese

Bill Gates è stato trascinato in tribunale nei Paesi Bassi per i danni legati ai vaccini anti-Covid, insieme all’ex premier Mark Rutte, all’ex ministro della salute Hugo de Jonge e al CEO di Pfizer, Albert Bourla. Nonostante Gates abbia contestato la giurisdizione olandese, il giudice ha respinto le sue obiezioni, stabilendo che il tribunale avesse l’autorità di giudicare anche figure potenti come lui, grazie all’articolo 7 del Codice di Procedura Civile.

Le accuse principali riguardano il coinvolgimento di Gates nella promozione di vaccini che, secondo i querelanti, non erano né sicuri né efficaci, nell’ambito di un presunto progetto globale chiamato Covid-19: The Great Reset. I querelanti sostengono che Gates, attraverso la sua fondazione e la collaborazione con il World Economic Forum e Gavi, abbia ingannato la popolazione mondiale promuovendo questi vaccini, consapevole dei potenziali rischi.

Mentre l’Olanda cerca di fare chiarezza, l’Italia rimane in silenzio, asservita alla narrativa imposta dai poteri forti, ignorando i crescenti segnali di effetti collaterali. Questo processo olandese rappresenta un monito: anche i potenti non sono al di sopra della giustizia. È ora che l’Italia segua l’esempio, indagando su chi ha tratto vantaggio dalla pandemia a scapito della salute pubblica.

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