di Mattia Taricco

Un recente studio del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Viminale ha rivelato un dato allarmante: nei casi di violenza sessuale analizzati su campioni di età compresa tra i 14 e i 34 anni, il 59% dei reati è stato commesso da persone di nazionalità straniera. Questo risultato emerge da un’analisi che ha preso in esame dati raccolti a livello nazionale, resi disponibili grazie a fonti SDI-SSD e trapelati circa due anni dopo la raccolta iniziale.

Considerando che gli stranieri costituiscono circa il 12% della popolazione totale in Italia (secondo le stime ufficiali, l’8% della popolazione, cifra che però potrebbe non includere tutti coloro che risiedono irregolarmente nel paese), il dato solleva interrogativi sulla distribuzione dei reati tra gruppi demografici diversi. Un calcolo preliminare suggerisce che, in questa fascia di età, la percentuale di stranieri coinvolti in episodi di violenza sessuale risulti significativamente elevata.

Un aspetto interessante emerge dal confronto di questi dati con statistiche simili sulla criminalità generale, che mostrano una corrispondenza statistica quasi perfetta. La questione dei tassi di criminalità in rapporto alla nazionalità è un argomento spesso discusso, ma non privo di controversie. In molti casi di cronaca, infatti, l’informazione sulla nazionalità degli autori viene riportata in modo non uniforme, suscitando dibattiti sul modo in cui le notizie vengono comunicate al pubblico.

Gli studi raccolti dal Viminale sono solo uno dei molti elementi che richiedono ulteriori approfondimenti. Comprendere l’andamento di questi fenomeni è cruciale per formulare politiche che affrontino i problemi in modo equilibrato, evitando generalizzazioni ma tenendo conto delle evidenze emerse dai dati statistici.

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