di Simone D’Aurelio (foto: jundiagora.com.br)

Cosa si intravede oggi nella maggior parte dei saggi, nei film, nei rotocalchi, in molti atenei e nei social? Cosa emerge attualmente dai pensieri di moltissimi studenti, attori, conoscenti, politici, vip, e giornalisti? Un insieme di illazioni totalmente uguali e totalmente inutili, un semplice cumulo di detriti di stampo neoliberale. Viviamo infatti in un rapporto dialettico dove gli enti e i cittadini si influenzano reciprocamente in una interpretazione teorica e pratica del reale che è ottusa, illogica e superstiziosa.

L’idea di fondo di questo pensiero è anche molto religiosa; ovviamente parliamo di una religione distorta e maldestra, che poi invade ogni ambito della vita umana tout court, trasformandosi anche in una filosofia, una sociologia, un’economia, un modo di vivere, una morale, un’antropologia e una psicologia. Se è vero che qualsiasi progetto edile inizia e si basa sulle fondamenta, allora la religione nel reale getta le basi per il principio e la fine di ogni cosa, e si può vedere come il ruolo fondamentale della matrice Europa-Usa vive grazie a una nuova fede che è latente ma anche salda nel mondo contemporaneo. Le condizioni di questa situazione sono molteplici: dalla promessa di una felicità eterna tramite il trionfo del consumismo, fino all’annuncio della redenzione filosofica dell’umanità che ci porterà alla
distruzione di “ogni pregiudizio” inscritta in una nuova dimensione meta-culturale (nonostante si predichi allo stesso tempo un relativismo quasi assoluto). Il ragionamento però non finisce qui, l’uomo di oggi parla sempre più spesso del karma (che viene totalmente reinterpretato) lasciando intendere che il mondo è in grado di essere totalmente giusto e quindi anche divino, e predica allo stesso tempo anche una nuova idea di libertà assoluta che viene descritta come svincolata da ogni legge trascendente e immanente. Questi soggetti non si rendono neanche conto che il karma nega totalmente il libero arbitrio e la libertà, quindi si esaltano due movimenti che sono agli antipodi; ma non c’è solo questo: la loro religione li porta a credere che il nuovo homo “faber” sarà in grado di produrre delle verità assolute e quindi divine (tramite lo scientismo, il calcolo, la prevedibilità ecc. ecc.).

Questa società si immerge anche in una nuova antropologia tramite il mito androgino, mentre l’inglese rappresenta la lingua universale e il veicolo che unificherà le merci e le persone sotto il vessillo degli Stati Uniti d’Europa, una nuova terra promessa e una nuova umanità. Non finisce qui: la religione neoliberale ha anche il suo acerrimo nemico, il male, che però non è realisticamente qualcosa che convive con i limiti dell’umanità ma diventa una parentesi che riguarda il clero tradizionale, il fascismo, il nazismo e il populismo e più in generale tutto ciò che pone un freno al neoliberismo (si è buoni solo abbracciando il dogma dell’antifascismo).

Lo stesso tempo religioso è scandito da nuove festività a tema, dalla festa della liberazione (che è la vittoria del popolo eletto) al primo maggio dove si celebrano i nuovi santi (sudditi del regno mondano), lo stato laico prende gli spazi della realtà religiosa e li utilizza con nuove interpretazioni. Il tempo dell’avvento è composto dai saldi, dai viaggi, dalla lussuria, mentre essenzialmente la sofferenza le virtù, l’essere, l’etica e migliaia di interrogativi esistenziali vengono buttati nel secchio dell’umido. La nuova vita eterna è rappresenta dal transumanesimo, mentre la nuova Torre di Babele è l’intelligenza artificiale. L’iniziazione di questo schema teologico risiede nell’essere delle “menti aperte”: confessando
questo, credo, si esce dal “bigottismo” e si viene accettati nella nuova confraternita; bisogna anche affermare che si rispetta ogni realtà ma contemporaneamente si professa una superiorità ontologica verso gli altri e nei confronti del passato (il Medioevo e l’antichità sono il nulla, la vera storia umana e la razionalità inizia con Lutero e la rivoluzione francese).

La nuova “chiesa” nei suoi teologi di punta non è nient’altro che la scuola di Chicago, che tramite l’economia e la finanza pretende di creare un sistema che prova a inglobare ogni altra struttura, dalla religione alla politica, dalla sociologia all’antropologia, forgiando un mondo che è totalmente artificiale e insignificante, mentre la nuova istituzione sacra che è in grado di rispondere alla vocazione della natura umana è Bruxelles. Se vogliamo riassumere questa nozione religiosa possiamo pensare al famoso brano di John Lennon “Imagine”, un mondo ideale,redento, puro, unificato, pacifico, perfetto, dolce che rappresenta la più grande utopia: quella di raggiungere una qualità ontologica che non è mai perseguibile tramite le vie esclusivamente umane.

Il peccato di Adamo ed Eva nell’Eden rappresenta proprio questo: provare a scavalcare Dio (e la religione) pensando di arrivare ad avere l’ultima risposta in campo metafisico (e nel reale). Nulla di più sbagliato ovviamente, il “secolo breve” contraddistinto da massacri e conflitti internazionali e la storia contemporanea (ormai vicina alla terza guerra mondiale) non ci dicono nulla di nuovo. L’uomo e l’umanità ambiscono alla perfezione e alla trascendenza ma non la possono raggiungere tramite una prospettiva atea, o luterana e neanche tramite il “religioso” neoliberismo.

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