di Luigi Cortese

La recente decisione della Casa Bianca di autorizzare l’utilizzo dei missili a lungo raggio Atacms per colpire obiettivi in territorio russo rappresenta un punto di non ritorno nella pericolosa escalation tra Occidente e Russia. Joe Biden, ormai a fine mandato, sembra intenzionato a lasciare un’eredità di conflitto e caos, spingendo l’Europa sull’orlo di una guerra atomica, il cui prezzo potrebbe essere devastante per il nostro continente.

Secondo fonti ufficiali dell’amministrazione statunitense, gli Atacms, missili supersonici con una gittata di oltre 300 chilometri, saranno utilizzati dall’Ucraina per colpire obiettivi militari nella regione di Kursk. Questa decisione segna una rottura con la precedente politica di Washington, che si era opposta a tali operazioni per evitare una possibile reazione catastrofica da parte di Mosca.

La giustificazione fornita da Washington, ovvero il dispiegamento di truppe nordcoreane a sostegno della Russia, appare una manovra per legittimare un atto che rischia di trasformare il conflitto in una guerra globale. Si tratta di una risposta che, lungi dall’avere un effetto deterrente, potrebbe scatenare una spirale di ritorsioni incontrollabili, mettendo a rischio la sicurezza mondiale.

L’Europa è la vera vittima di questa politica avventuristica. Gli Stati Uniti, protetti dal loro oceano, sembrano pronti a combattere una guerra per procura in cui i Paesi europei sarebbero i primi a subire le conseguenze. Da mesi si parla del rischio di un’escalation nucleare, e questa decisione rappresenta un ulteriore passo verso il baratro.

L’Italia, in particolare, dovrebbe rivedere radicalmente il suo atteggiamento verso il conflitto. Continuare a sostenere Kiev con armi, finanziamenti e supporto logistico non solo ci rende complici di questa follia, ma ci espone a potenziali ritorsioni da parte della Russia. Il nostro Paese, invece, dovrebbe immediatamente interrompere ogni rapporto con Kiev e riaffermare la sua neutralità, cercando di diventare un mediatore per la pace.

La popolazione italiana, come quella europea, non vuole questa guerra. I continui invii di armi e il coinvolgimento crescente ci stanno trascinando in un conflitto che non ci appartiene e che non ha soluzioni militari. Biden, con la sua politica aggressiva, sta dimostrando di essere il principale fautore di una strategia irresponsabile e pericolosa, che ignora volutamente le richieste di dialogo e de-escalation.

In questo contesto, l’Italia ha un’occasione storica per distinguersi e dimostrare buon senso. Uscire dalla logica del conflitto, tagliare i legami con Kiev e promuovere attivamente una soluzione diplomatica significherebbe non solo proteggere i nostri interessi, ma anche evitare di essere trascinati in una guerra che potrebbe segnare la fine dell’Europa come la conosciamo.

Il tempo per agire è ora. Ogni giorno che passa ci avvicina a una tragedia irreparabile. È necessario un cambio di rotta immediato, perché, come la storia insegna, la follia bellica di pochi non può essere il destino di molti.

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