Il decreto sui “Paesi sicuri”, voluto dal governo Meloni per arginare le decisioni dei giudici sui migranti, non solo è inefficace, ma aggrava il conflitto tra il diritto nazionale e quello europeo. Secondo il comitato della legislazione del Senato, i giudici continueranno a disapplicare la norma italiana in favore di quella UE, alimentando il contenzioso invece di risolverlo.
Sorprende che il parere critico del comitato sia stato approvato all’unanimità, anche con il voto di senatori della maggioranza, segno che il decreto è considerato insostenibile persino dai suoi sostenitori. Nonostante ciò, il governo resta immobile, alimentando una retorica pericolosa contro i giudici e aggravando le tensioni con l’Europa.
Con queste scelte a pagare sono i cittadini, che vedono uno Stato incapace di rispettare le regole, e i migranti, vittime di politiche inefficaci. Ignorare il diritto porta solo disordine: è tempo di cambiare rotta.
vedo che kelsen ha stravinto. il diritto positivo è solo la legge del più forte in un determinato tempo e luogo. ignorare il diritto positivo è la cosa più sensata da fare per ritornare ad un diritto che sia veramente a misura d’uomo ( nel senso di cristiano e non buonista del termine).
In realtà, più che nel positivismo giuridico di Kelsen, il diritto pro-immigrazione dell’Unione Europea, a cui si appellano (strumentalmente) i giudici, ha la sua matrice ideologica nel cosmopolitismo illuminista, che ha trovato la sua più chiara formulazione nel pamphlet di Immanuel Kant intitolato “Per la pace perpetua” (1795). Secondo Kant, l’ospitalità di qualsiasi individuo in qualsiasi Stato è un suo diritto imprescrittibile, specificando che si tratta di un “diritto di visita”, non di un “diritto di conquista” ai danni dello Stato ospitante. Ma – non distinguendo tra la “visita” temporanea e la “visita” permanente, né tra la “visita” di uno e la “visita” di milioni – l’applicazione rigorosa di questo principio stabilirebbe un vero e proprio diritto d’insediamento di popolazioni straniere in qualsiasi Stato: una legalizzazione dell’invasione, purché attuata con mezzi pacifici (che è proprio quello che sta avvenendo).
Pertanto, più che il diritto positivo, credo che andrebbero ignorati il diritto europeo e le sue basi filosofiche. Ma per farlo, occorrono elaborazione culturale, volontà politica e, soprattutto, coraggio… cioè, niente di più estraneo al nostro ceto politico e intellettuale.