di Cris Baldelli
Negli anni successivi alla stagione delle proteste contro il Green Pass, il cosiddetto “mondo della contestazione” si è trovato in uno stato di stallo. L’energia e l’entusiasmo che avevano animato quel movimento sembrano essersi dissipati, lasciando il posto a una mancanza di visione e di progettualità politica. Una realtà, questa, che rischia di condannare il dissenso a un’infantile autoreferenzialità, incapace di affrontare le sfide del presente con soluzioni innovative e concrete.
A fare le spese di questa impasse sono stati soprattutto i giovani. Molti di loro, protagonisti durante la fase pandemica, si sono ritrovati isolati e privi di una guida strutturata. Tuttavia, non si sono arresi: alcune realtà giovanili hanno saputo raccogliere questa eredità, trasformandola in un’occasione di crescita. È il caso di gruppi come Officina 451 e il Fronte della Primavera Triestina, che hanno scelto di intraprendere un percorso autonomo, improntato alla formazione, alla militanza culturale e alla solidarietà.
Queste due realtà si daranno appuntamento a Perugia, il 30 novembre e il 1° dicembre, per il convegno “Oltre il Velo di Maya”. L’evento, ospitato nel centro storico della città, sarà un’occasione per discutere del presente e delle prospettive future, con l’obiettivo di tracciare un cammino che possa rispondere alle incognite del nostro tempo.
Organizzato da Officina 451, il Fronte della Primavera Triestina e Artverkaro edizioni, l’evento si articolerà in due giornate di dibattiti e interventi su tematiche politiche, sociali e culturali.
L’ingresso è libero, con la possibilità di lasciare un’offerta per sostenere l’organizzazione. Gli interessati possono seguire i canali ufficiali dei gruppi promotori per ulteriori informazioni.
Questo evento rappresenta un esempio di come i giovani, nonostante le difficoltà, possano superare le barriere imposte da un contesto stagnante e cercare di darsi una forma adulta e responsabile. Officina 451 e Fronte della Primavera Triestina non si limitano alla critica sterile, ma si propongono come spazi di elaborazione e azione, tracciando un percorso che il mondo del dissenso, più ampio, farebbe bene a osservare con attenzione.
In un momento storico segnato da incertezze e divisioni, iniziative come “Oltre il Velo di Maya” dimostrano che il cambiamento è possibile, purché si abbia il coraggio di guardare oltre le facili semplificazioni e di lavorare insieme per costruire alternative credibili.