di Gloria Callarelli
La verità è che ormai l’Italia è un colabrodo in cui si infiltrano servizi segreti di varia natura, a partire da americani e israeliani, con hacker che entrano facilmente nei sistemi informatici e che spiano tutto quanto sia loro politicamente utile spiare, magari in collaborazione con giornalisti compiacenti e vertici militari senza scrupoli. Parlano i fatti, le inchieste di questi mesi.
E parla recentemente Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli, durante una ospitata dalla Gruber a Otto e Mezzo di La7: “Non ho mai utilizzato il computer che mi ha dato il ministero della Giustizia: è un soprammobile sulla mia scrivania. Non ho nessuna app e nemmeno il localizzatore. Per aumentare la sicurezza bisogna uscire da Consip e da certi acquisti: a incominciare dalle macchine blindate straniere che costano 3-4mila euro in meno ma non so cosa ci possano aver messo dentro. La fibra migliore si ha in Campania per esempio e invece usiamo quella estera. Inoltre avevamo comprato delle telecamere: scoprimmo che avevano un microchip che portava il segnale all’estero”.
La verità è che con la tecnologia oggi non si è più al sicuro. E non parliamo solo della nostra privacy e delle nostre libertà, messe a dura prova con smartphone e strumenti digitali quali il passaporto elettronico, il green pass o l’ID wallet (Dio ce ne scampi). Perchè basta un piccolo chip non solo per essere intercettati: vedi cosa è accaduto in Libano con l’attacco simultaneo ai dispositivi elettronici. Tutto ciò che è tecnologia si può manomettere ed è estremamente pericoloso. Gratteri che nomina pure il Consip, centrale di committenza della Pubblica Amministrazione finita di recente sotto i riflettori per un appalto sospetto, sa bene ciò di cui parla e conosce certamente bene il livello di insicurezza e spionaggio che ha raggiunto il nostro Paese.
Basti pensare alla Tim, finita in mani straniere, e con essa una marea di dati informatici nostrani, oppure all’ingerenza della Starlink, la società di satelliti (colosso di sorveglianza e intelligence) di Elon Musk che allargeherebbe in Italia la sua influenza per le comunicazioni strategiche in ambito militare, di intelligence e diplomatico, fino alla vendita di pezzi di Stato a Blackrock di proprietà di Larry Fink (nato da una famiglia di origine sionista) che ha in mano quote azionarie (oggi al 3%) di Leonardo, la principale azienda statale di riferimento della Difesa, e in programma la costituzione di data center, costosissimi e super inquinanti strumenti di sorveglianza di massa.
Gli occhi dolci di Giorgia Meloni a Musk, dunque, non salveranno l’Italia, tutt’altro: sono l’ennesima dimostrazione della debolezza di una politica molle, di un governo privo di qualsivoglia sovranità e pronto a concedersi al magnate di turno, per giunta un tipo poco romantico a giudicare da quello che dicono di lui. Vedremo come andrà a finire in Ucraina, vedremo come finirà nel vicino Oriente. L’Italia può ancora salvarsi ma deve ripartire da sè stessa, dalla propria dignità e dalla forza e consapevolezza di un popolo che deve aprire gli occhi, e non farli dolci a qualcuno, per restare nazione viva e padrona di sè stessa.
mi sa che fare la fine di assad non piace a nessuno.
in merito allo spionaggio, aggiungo anche,oltre al noto caso delle telecamere dell’aeroporto di Fiumicino che sparavano i dati in Cina, le smart TV che raccolgono autonomamente frame di ciò che si guarda e lo inviano a server del costruttore. non collegate la TV al cavo di internet. ( ieri, mi pare, su “striscia”)
L’8 marzo del 2023 il primo ministro israeliano Netanyahu ha firmato a Roma un accordo, passato pressoché inosservato sulla stampa mainstream, con cui la cybersicurity dei nostri servizi è stata appaltata a Israele.
Il 1° luglio del 2024 la Tim ha venduto al fondo statunitense Kkr – il cui presidente è il generale David H. Petraeus, ex direttore della CIA – la sua rete di telefonia fissa. Inutile far finta di ignorare che la proprietà e la gestione della rete consente l’accesso a dati sensibili degli utenti di cui non si sa che utilizzo può essere fatto.
Bastano questi due fatti – avvenuti nel periodo dell’attuale Governo, fulgido esempio di sovranismo di cartone – per farci capire quanto l’Italia, più che spiata, cioè osservata di nascosto, sia apertamente sorvegliata dall’intelligence israeliana e statunitense con il consenso delle più alte autorità dello Stato.
il problema è che,mi pare, all’interno del pacchetto ci sia anche la società che controlla o cavi in fibra inclusi quelli dalle Sicilia al nord Africa dove passa tutto il traffico dati.
dovrebbe essere una faccenda che riguarda la sicurezza nazionale. e vabbé che sono amerikani e nato. ma dar loro su un piatto anche la cosa più delicata x la sicurezza elettronica mi pare eccessivo