La caduta del regime siriano di Assad, sostenuto dall’Iran e da Hezbollah, ha ridisegnato il panorama geopolitico del Medio Oriente, aprendo interrogativi sul destino di Teheran. Con Hezbollah decimato dagli attacchi israeliani e l’Iran incapace di rispondere adeguatamente, il regime degli ayatollah appare più vulnerabile che mai. Tuttavia, il crollo di Teheran potrebbe non portare alla stabilità, ma innescare nuove dinamiche pericolose nella regione e oltre.
L’instabilità derivante dalla caduta dell’Iran potrebbe aprire la strada a fazioni islamiste radicali, come quelle legate ad Al Qaeda, che potrebbero colmare il vuoto di potere in una regione sempre più frammentata. Il Medio Oriente potrebbe trasformarsi in un epicentro del jihadismo globale, con implicazioni dirette per la sicurezza internazionale e per l’Europa in particolare.
In questo contesto, Israele potrebbe sfruttare il caos per portare avanti le sue mire espansionistiche nella regione, approfittando della debolezza dei suoi avversari. Senza più un contrappeso iraniano, le ambizioni di Tel Aviv non troverebbero ostacoli, rischiando di destabilizzare ulteriormente il Medio Oriente. Le azioni di Israele, già criticate per la loro aggressività, potrebbero intensificarsi, aggravando le tensioni e alimentando nuovi conflitti.
L’Europa, dal canto suo, sarebbe direttamente colpita. I flussi migratori, aumentati a causa dell’instabilità, potrebbero nascondere cellule jihadiste pronte ad approfittare della situazione. L’afflusso di rifugiati creerebbe ulteriori divisioni politiche e sociali, offrendo terreno fertile per movimenti estremisti. Le città europee rischierebbero di diventare bersagli di nuovi attacchi terroristici, mentre i governi si troverebbero a gestire una crisi umanitaria e di sicurezza senza precedenti.
A livello globale, la caduta dell’Iran altererebbe profondamente gli equilibri di potere. Gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali sarebbero costretti a intervenire militarmente per cercare di contenere il caos, mentre Russia e Cina potrebbero sfruttare la situazione per espandere la loro influenza nella regione. Nel frattempo, Israele continuerebbe a perseguire i suoi obiettivi territoriali, senza incontrare resistenza.
Se il Medio Oriente dovesse trasformarsi in una regione dominata da fazioni islamiste e dalle ambizioni espansionistiche di Israele, le ripercussioni si estenderebbero ben oltre i suoi confini. La caduta dell’Iran potrebbe sembrare una vittoria per i suoi oppositori, ma il prezzo da pagare sarebbe un mondo più instabile e pericoloso.
Non vi è ancora chiaro che è la CIA a comandare le frange salafite, in qualunque parte dello scacchiere si muovano? Mi pare ormai evidente no? Altrimenti come sarebbe possibile che frange si miliziani armate solo di lancia razzi e pick-up possano sovvertire in poche settimane un regime che ha il controllo assoluto dei cieli? A me pare una moneta di scambio tra USA e Russia: prendi quello che devi in Ucraina ma lascia il Mediterraneo. Il resto è fumo negli occhi per noi comuni mortali.
La divisione tra musulmani sunniti e musulmani sciiti, risalente a un millennio e quattro secoli fa, continua a essere fonte di accese rivalità abilmente sfruttate dalle potenze coloniali che si sono avvicendate in Medio Oriente.
I sunniti e i loro regni (Arabia Saudita e monarchie del Golfo Persico) odiano gli sciiti (e soprattutto la Repubblica Islamica dell’Iran come loro massima espressione statuale) molto più di quanto odiano l’entità sionista che occupa la Palestina e che commette il genocidio degli abitanti di Gaza. Ma l’odio dei musulmani sunniti non è ricambiato dagli sciiti. L’asse della Resistenza contro Israele e in aiuto dei palestinesi (in stragrande maggioranza sunniti), è infatti composto da formazioni politico-militari sciite: i pasdaran iraniani, gli hezbollah libanesi, gli houthi yemeniti, le milizie sciite irachene e il siriano Assad (alawita).
Purtroppo, sembra esserci un tacito accordo: le potenze sunnite accetteranno l’annientamento dell’intero popolo palestinese e la formazione della “Grande Israele”, in cambio della destabilizzazione dell’Iran e dell’annientamento delle comunità sciite in Siria e in Libano da parte di Israele e delle forze occidentali che lo sostengono (i paesi della NATO, il più importante dei quali, dopo gli USA, è la Turchia).
Il grande popolo dell’Iran,Paese di scienziati, medici, studenti, difficilmente cadrà nella trappola di USA, arabi e sionisti. Il popolo dei persiani, discendente degli antichi Magi, di cui già parlava Erodoto, studiosi degli astri e grandi sapienti, ha già dato dimostrazione di grande maestria, nella politica, nella cultura nazionale, nel commercio, nelle relazioni internazionali e, soprattutto nel gestire i problemi del Medio Oriente, che, dopo la deposizione di un assassino, lo Sha, cameriere di inglesi e americani, il quale spendeva miliardi in denaro nell’organizzare “lussuose feste private con invitati internazionali, lo vede accerchiato dai cani arabi del Golfo e dalle politiche di soppressione economica (sanzioni economiche) e militare di USA e Israele. Senza l’Iran, cadrà un modello, che, tra gli Stati del Medio Oriente, aveva funzionato più di tutti. Anche le donne, infatti, sono libere di studiare e sono tra le più educate al mondo e soprattutto tra i Paesi musulmani. Nulla a che vedere con i Paesi dei monarchi arabi,che sguinzagliano i loro utili idioti per destabilizzare e distruggere. Nonostante le sanzioni e le continue guerre, come quelle degli ultimi anni, l’Iran ha resistito fino al mantenimento di strategico di Assad in Siria. Grazie alla Cina, si stava creando persino un dialogo con l’Arabia Saudita. La destabilizzazione dell’Iran sarà un problema immane per tutto il Medio Oriente e l’Asia. L’Iran è anche l’unico Paese dell’area alleato dell’Armenia cristiana. Da tenere d’occhio i mafiosi curdi, che, foraggiati ed aiutati da Israele, vogliono creare quella che gli stessi israeliani chiamano la “seconda Israele”. Si vedrebbero rafforzati dai tentativi di balcanizzazione della Siria, dalla destabilizzazione dell’Iraq e dell’Iran, anche a causa dello scontro con i jihadisti internazionali. Sarà una vera e propria manna dal cielo per le politiche espansioniste e di ingerenza di Israele o per un interventismo americano, appunto,nella Regione, anche per competere con la Cina e la Russia. Gli occidentali, dunque, intendono distruggere ogni modello buono, per lasciare spazio,invece, al vuoto ed alla distruzione. La “strategia della tensione” fa il resto. Si dice che le spie di Israele siano persino all’interno dei palazzi delle istituzioni iraniane e dello stesso Khamenei. Se sono riuscite lì, con potenziali traditori, significa che il pericolo rappresentato dai servitori stranieri può essere ovunque. Bisogna sperare che l’Iran, prossimo obiettivo, non cada, altrimenti sarebbe un vuoto incolmabile ed una immeritata vittoria di un sistema, quello israeliano ed americano, che ormai è decaduto, e per attuare ciò, è dovuto passare sul genocidio della Palestina ed una guerra illegale di bombardamenti ovunque, come quello che ha portato all’indebolimento di Hezbollah ed alla caduta di Assad.