di VirginiaLjuba Colajanni (foto: via Massini)
Muore così Francesca, 45 anni, mamma di tre figli, sotto il peso di un albero davanti ai suoi bambini, a Colli Aniene in via Cesare Massini. A portarla sulla coscienza però sarà la pubblica amministrazione di una città in preda al delirio poiché la caduta di quell’albero si sarebbe potuta evitare se i controlli e la manutenzione fossero stati, come dovrebbe essere in una città normale, regolari e assidui.
La denuncia parte dagli stessi concittadini. Nel corso degli anni, infatti, numerose le segnalazioni degli abitanti del quartiere ai quali giungeva sempre la stessa risposta: «Sono in corso le gare di appalto per procedere agli interventi». Interventi, ovviamente, mai concretizzati. È la tragica morte di Francesca la vera risposta, dolorosa e inaccettabile: al comune di Roma e al sindaco Gualtieri, dei suoi cittadini, di noi gente comune, non frega assolutamente niente. Che ci schiaccino gli alberi, che crollino le strade e si inghiottiscano le nostre case – ricordando la voragine del quadraro – l’importante, ciò che realmente conta, sono le loro poltrone. Il tronco a fianco all’albero che ha ucciso Francesca era stato abbattuto su consiglio dei residenti i quali, trovando l’altro in salute, non si erano preoccupati. Ma spetta ai cittadini preoccuparsi di tanto? Dove sono i controlli? Dov’è la manutenzione? Dove finiscono i soldi che i cittadini di Roma pagano affinché almeno camminando sotto casa non si rischi di morire? Sono aberranti le parole dell’assessore all’agricoltura. “All’ispezione fisica il platano cipressino risultava in salute, ma caduto si vedendo le radici secche, tagliati nelle sue parti principali”. Non era forse compito suo evitare che ciò accadesse?
L’albero era malato ma nessuno se ne era accorto perché nessuno ha svolto il proprio lavoro. Queste parole, caro assessore non ci bastano. Niente può bastare quando l’incuria della nostra città ci uccide in una tragedia del tutto evitabile, espressione dello stato di degrado in cui destano i nostri quartieri, dell’inefficienza e incapacità di questa giunta comunale di garantirci sicurezza, nemmeno al parco sotto casa, nemmeno a Natale quando portiamo a giocare i nostri figli. Ricordiamo poi i morti per gli incidenti con i cinghiali, come quello del 10 giugno 2024 che uccise un 58enne sul suo scooter, le morti ricorrenti per incidenti causati dalle buche disseminate ovunque per le strade di Roma, come quella del giovanissimo Leonardo rimasto vittima dopo aver perso l’equilibrio con la moto su un una riparazione stradale mal eseguita.
Pretendiamo di più o almeno il minimo indispensabile per non morire di incuria. Pretendiamo manutenzione, cura, interventi e salvaguardia del territorio. Pretendiamo che il comune faccia il proprio lavoro invece di concentrare fondi e forze per folli progetti a servizio del globalismo, come Ztl e invenzioni ecogreen. Prima di pensare a salvare il mondo dal CO2, caro Gualtieri, non è forse il caso di cominciare a salvare gli abitanti della città che l’ha eletta? Pretendiamo giustizia ma soprattutto ci domandiamo quanti di noi altri dovranno ancora morire prima che si riesca ad ottenerla.
E’ sconfortante assistere , impotenti , alla decadenza delle istituzioni .
Ho letto che a Verona , un esercente è stato multato con 400 euro , per aver occupato il suolo pubblico con un albero di Natale . Il verde pubblico viene abbandonato a se stesso , un po’ dappertutto , le condotte della rete idrica cittadina , di molti paesi e paesini italiani , sono peggio di un colabrodo e minano la staticità di tanti edifici privati , i giovani ritardano a sposarsi perché non trovano lavoro ed i cinquantenni , che hanno perduto la loro occupazione , sono troppo vecchi per essere riassorbiti dal mondo del lavoro e troppo giovani per andare in pensione , le grandi città italiane, di notte , sono insicure , ma la cosa più importante è multare gli alberi di Natale e , poi si piangono morti per alberi che collassano per incuria o per edifici che crollano per una inesistente manutenzione della rete idrica . “Così è , se vi pare” avrebbe detto , in una sua celebre opera , il premio Nobel Luigi Pirandello .