di Gloria Callarelli
Difficile non scorgere del simbolismo in tutto quello che sta accadendo a Los Angeles, in California, e, più precisamente, a Hollywood. Le fiamme, l’odore acre, la pioggia di fuoco. Uno scenario che evoca Sodoma e Gomorra, l’Apocalisse (ancora una volta). Diverse persone morte, migliaia di sfollati. Una tragedia spaventosa, nitida, con una fotografia dai colori impressionante. Attività e città rase completamente al suolo. Il fuoco che avanza inesorabile divorando ville con piscina, negozi di lusso, locali glam.
Come è poca cosa l’uomo di fronte a tutto questo. Come sono poca cosa la moda, le macchine di grossa cilindrata, i portafogli pieni, le copertine patinate, gli smocking, le serate da Oscar. Eppure tutto questo, ragionando ad un livello escatologico e spirituale, sembrava prima o poi destinato ad accadere. Tutto è troppo eccessivo in questa società senza valori, allo sbando, senza freni per poter continuare così. E’ quasi inevitabile una ribellione in natura se il male è regola e non eccezione. L’espiazione è violenta, distruttrice, drammatica. E il mondo fatto di scandali, prima ancora che di celluloide, è andato rapidamente in cenere. Sembra di rivivere, appunto, la punizione di Sodoma e Gomorra della Bibbia. Il recente caso di Puff Daddy, il rapper black, ad esempio, ha portato alla luce un enorme giro di lussuria, prostituzione, droga, e, peggio, pedofilia all’interno del dorato mondo di cartapesta da far rabbrividire. Attori, cantanti, produttori. Una fetta di mondo costituita in buona parte da gente devota alla Cabala, al denaro, al sesso. A satana. Un mondo che non ha mai fatto mistero di questi credo.
Ed ecco, dunque, l’inferno.
Un inferno che, se fosse veramente doloso, non ce ne stupiremmo. Qualcosa lì non ha funzionato, non sta funzionando. Forse non doveva più funzionare. Un incendio che è apparso indomabile anche se esistono mezzi e possibilità importanti. Gli idranti, che non hanno nemmeno praticamente più acqua a causa, così dicono le fonti, di una cattiva gestione delle risorse sul posto, non bastano. Ma i russi, ad esempio, hanno a disposizione degli aerei potentissimi, gli idrovolanti Be-200 Altair. Un aereo con una notevole velocità di ricarica d’acqua, regolarmente richiesto in situazioni di emergenza anche in Paesi NATO. Gli Usa, impantanati in politiche green e geopolitiche folli e senza senso, ora, che faranno? Non basta la zoppa visita di Biden, non bastano le scuse, il rimpallarsi le colpe. Trump attacca, ma occorre agire. La gente è esasperata, sta conoscendo sempre più l’apocalisse, è “l’Alba del giorno dopo”, è il “The day after tomorrow” per dirla con i titoli dei film. E si dispera, piange, grida, si lamenta. Lamenta di mezzi dei vigili del fuoco ceduti all’Ucraina per portare avanti la guerra contro la Russia, del fatto che il governatore della California si fosse rifiutato di firmare una dichiarazione per ripristinare l’approvvigionamento idrico dismesso per salvare un pesce “in via di estinzione”, del fatto che vi fossero stati grossi tagli al budget e allo staff degli stessi vigili del fuoco, del fatto che le assicurazioni avessero chiuso le polizze antincendio di clienti di proprietà private mesi fa. Politiche sbagliate, al rovescio, il green oggi sostituito violentemente dal rosso fuoco, errori, segreti inconfessabili che devono sparire, da insabbiare e, appunto, che sono andati (un caso?) così in fumo a pochi giorni dall’insediamento di Trump. Complottismo puro, forse.
Com’è comunque poca cosa l’uomo di fronte a tutto questo. L’uomo che si accartoccia su sè stesso in nome di cambiamenti climatici, follie ecologiste senza senso, elite da compiacere, potere da acquisire, carne da soddisfare, falsi paradisi in terra e un Dio da rinnegare. Eppure che esista l’inferno, Los Angeles, la città degli angeli, in queste ore ce lo ha ampiamente mostrato.
non so se esiste un inferno dove vengono collocati i malvagi dopo la morte, ma sonore certo che l’inferno arriva sulla terra quando l’uomo pretende di cancellare Dio e le Sue Leggi
esiste e lì il male imperversa
L’immagine iconica della collina di Hollywood che brucia mi richiama alla mente la scena, tante volte vista nei film hollywoodiani, del funerale laico che consiste nella dispersione delle ceneri del caro estinto, dopo la cremazione d’obbligo. Una scena pervasa da una spiritualità vaga e dolciastra, profondamente irreligiosa, che diffonde nel pubblico una concezione della vita umana secondo la quale noi veniamo dalla terra e torniamo alla terra, né dobbiamo aspettarci un destino ultraterreno, perché tutto ciò che esiste è qui, adesso, e non c’è nessun altro livello di realtà oltre a quello materiale e visibile.
Altrettanto mortiferi sono i “valori” che il mondo di Hollywood porta avanti ormai da decenni, primo fra tutti la legittimazione ideologica dell’omosessualità, posta su un piano di dignità pari, se non superiore, all’eterosessualità, con tutto ciò che ne consegue: diffusione dello stile di vita gay in ogni ambito della società, dalla famiglia alla scuola, dall’esercito alle chiese (specie in quelle protestanti, ma di recente anche in quella cattolica).
Per cui possiamo, anzi dobbiamo, dispiacerci per i morti causati da questo incendio e per la gente sfollata che ha visto bruciare la propria casa, ma non certo per le star hollywoodiane che hanno perso le loro ville extra-lusso, non per questi testimonial del pensiero liberal che tanto hanno contribuito a diffondere nel mondo l’ideologia woke e, prima ancora, il politically correct.
sul sito di blondet,viene suggerito dall’autore di un articolo sull’incendio,d.zedda,che una fonte interna al wef suggerisce che l’incendio farebbe parte di un piano x ristrutturare la città comprando a basso prezzo. le città da 15 minuti teorizzate dal world economic forum x controllare meglio la futura popolazione che le abiterà.
a margine informo l’autrice dell’articolo che gli è sfuggita una c di troppo in smoking.
Sembra proprio che la brillante macchina americana
questa volta sia andata in tilt ed abbia fatto cilecca .
Il capo dei vigli del fuoco di Los Angeles , Anthony Marrone (il cognome tradisce una chiara origine italiana , ma questo , ovviamente , non vuol dir niente ) ha confessato che il servizio antincendio non era preparato a fronteggiare un numero così alto di focolai ( 4 maggiori e 2 minori ) ma , soprattutto di così ampia portata . A complicare le cose ci si è messa anche una forte ed inconsueta penuria d’acqua (che ha un qualcosa di strano) , che , attenzione , non è dovuta ai tanto sbandierati cambiamenti climatici ma , bensì ad un’eccessiva ed insolita domanda idrica , la quale , però , ha ridotto a secco , o quasi , la rete degli idranti cittadini e della contea . Come se ciò non bastasse questa è la stagione in cui , da quelle parti spirano forti i caldi venti orientali , provenienti dall’entroterra , i famosi Santa Ana winds ( i cinefili avranno sentito più volte questo nome nei film e telefilm americani ) , conosciuti anche come Devil winds (venti del diavolo , un nome che è tutto un programma , come suol dirsi ) . Questi venti , che sono una cosa normale a quella latitudine ed in quelle località e , dunque non hanno nulla a che fare , anche questi , con i cambiamenti climatici , spirano , di solito , da aprile a novembre ( a volte anche nei mesi precedenti e successivi) e durano , in media circa tre giorni (nel novembre del 1957 durarono ben 14 giorni ) , ma , non è affatto raro che durino anche un’intera settimana . Provengono dagli altipiani del deserto di Mojave , situato tra l’Arizona , il Nevada e l’Utah , ed il quale si estende per una grandezza di oltre 140.000 km quadrati , delimitato ad ovest dalla Sierra Nevada , che lo sottopone ad un’ampia ombra pluviometrica , a sud-ovest dalla faglia di Sant’Andrea ed a nord dalla faglia di Garlock . Questi sono venti catabatici , ossia , discendenti e , nel discendere , per l’appunto , acquistano una certa velocità . L’altra caratteristica è che sono estremamente caldi e secchi e quando soffiano per diversi giorni contribuiscono , proattivamente a seccare la vegetazione e ad inaridire il suolo , dunque basta una scintilla che tutto vada a fuoco .
Ma la cosa che mi viene spontanea sottolineare , con il dovuto rispetto verso le vittime , è che gli americani oltre a collezionare fiaschi in ambito militare , stanno iniziando a collezionare anche fiaschi in ambito civile . Quando il diavolo ci mette la coda ! Chissà se questo vorrà dire qualcosa ?
sembra quasi una autodistruzione che non si può evitare
ciliegina sulla torta. ( non per le persone comuni,almeno 150mila,che hanno perso tutto.)
https://scenarieconomici.it/incendi-in-california-molti-cittadini-non-sono-assicurati-e-questo-a-causa-dello-stato-della-california/