di Mattia Taricco
Negli ultimi giorni, una notizia scioccante ha portato alla luce una realtà inquietante che mette in discussione i valori morali della nostra società e l’integrità stessa dell’essere umano.
Un’inchiesta condotta dall’emittente tedesca Funk, in collaborazione con la polizia canadese, il dipartimento di New York e altri organi internazionali, ha rivelato l’esistenza di gruppi su Telegram in cui decine di migliaia di utenti si scambiano consigli su come commettere stupri, narcotizzare le compagne e perpetrare violenze.
Tra questi gruppi, uno dei più raccapriccianti conta oltre 73.000 membri, i quali condividono immagini di donne prive di sensi, spesso accompagnate da commenti che normalizzano tali atti atroci. Un commento emblematico di questa disumanità recita: “Se non lo sa, non è stupro.”
Questo fenomeno è il sintomo di un disagio profondo che attraversa la società contemporanea. La progressiva perdita di valori e principi morali ha generato un contesto in cui le donne sono spesso ridotte a oggetti, manipolate e abusate. Il rispetto, la parità e l’empatia – un tempo considerati pilastri delle relazioni umane – sembrano dissolversi in un mare di superficialità e indifferenza.
La crisi dei valori umani affonda le sue radici nell’incapacità dell’individuo moderno di instaurare relazioni sane e mature. L’ossessione per il soddisfacimento immediato dei propri desideri, unita alla paura del sacrificio e all’isolamento emotivo, conduce alcuni uomini a cercare un senso di potere attraverso il dominio violento sull’altro. Questo approccio malsano riflette non solo una debolezza personale, ma anche un fallimento collettivo nel promuovere modelli relazionali rispettosi e inclusivi.
Tuttavia, la responsabilità di questo degrado sociale non ricade esclusivamente sugli uomini. Anche le donne, spesso vittime di una cultura che le svaluta, possono trovarsi intrappolate in relazioni disfunzionali, accettando compromessi dolorosi pur di non affrontare la solitudine. L’assenza di educazione al rispetto reciproco e alla consapevolezza dei propri diritti contribuisce a perpetuare un circolo vizioso di abusi e umiliazioni.
Un ulteriore spunto di riflessione riguarda l’approccio odierno al femminismo. Se da un lato esso rappresenta una lotta necessaria per l’uguaglianza, dall’altro, in alcuni casi, rischia di degenerare in una narrazione che generalizza il comportamento maschile, alimentando divisioni piuttosto che promuovere un cambiamento positivo. È essenziale evitare di cadere nella trappola di polarizzazioni sterili e lavorare insieme per costruire relazioni basate sulla comprensione e sulla collaborazione.
La scoperta di questi gruppi criminali deve fungere da monito urgente: serve un intervento collettivo per ricostruire un sistema di valori fondato sul rispetto e sulla dignità. Le generazioni future devono crescere in una società che promuova dialogo, ascolto e autoconsapevolezza, rifiutando ogni forma di violenza e disumanizzazione.
Questa battaglia è sia pratica che culturale. Deve agire alle radici del problema, scardinando l’idea dell’essere umano come “merce” e restituendo centralità all’empatia e alla solidarietà. Solo così potremo sperare in una società più giusta e umana per tutti.
Notizie come questa non possono che ravvivare l’anacronistica polemica del femminismo sopravvivente contro la “società patriarcale” – invariabilmente associata alla “cultura dello stupro” e al “potere del maschio” – ripetendo gli stessi slogan di oltre un secolo fa. Continuare ad addurre come giustificazione per ogni genere di abusi e violenze sulla donna un modo di pensare e di agire tipico del patriarcato, è cosa che può far valere solo chi non abbia la più pallida idea di cosa siano i valori virili nella loro originaria realtà. In comportamenti come quelli riportati nell’articolo, anche se escono dalle mani di un uomo, non c’è alcuna virilità ma solo una sua triste e trista parodia, una sua contraffazione isterica e degradata. Piuttosto ci si dovrebbe interrogare sul disastro antropologico causato dalla femminilizzazione della società occidentale contemporanea, sul venir meno in essa della figura paterna. Come ci documenta la cronaca quotidiana, una famiglia senza padre espone i figli ai predatori, un mondo libero dal padre è un mondo precario, insicuro, senza protezioni… un mondo al tramonto.
Il 14 novembre 2024 , a Castellammare di Stabia ,
una professoressa di sostegno , di 40 anni , è stata aggredita da alcuni genitori . In un primo momento , si è subito pensato alla , ahimè , classica aggressione dovuta a dei brutti voti ma , la vicenda , che poi è emersa , ha un qualcosa di squallido e di incredibile . La donna è stata accusata di aver intrattenuto rapporti con ragazzini di 12 / 13 anni ed è stata incriminata per maltrattamenti , corruzione di minorenni ed induzione ad atti sessuali
Nel 2018 , una donna di 34 anni , di Prato , che impartiva lezioni private di inglese ad un ragazzino di 13 anni , fu accusata di aver intrattenuto rapporti con il minorenne , da cui , poi si seppe , che aspettava un figlio . Se in tutto questo i protagonisti fossero stati degli uomini e le vittime delle ragazzine , le femministe non avrebbero esitato , un solo istante , a formulare l’accusa di pedofilia e la richiesta , urlata a squarciagola , per far sottoporre i loro mostri a castrazione chimica .
In parlamento ed in tutti i mass-media sarebbero andate di corsa per stracciarsi le vesti , per la rabbia e l’indignazione e , non li sarebbe bastato un intero oceano per contenere il loro sdegnante furore .
Invece , nel 2018 , alcune , astutamente , tacquero , altre si limitarono a commenti di circostanza , altre ancora parlarono , genericamente e semplicemente , di virago .
Il vero obiettivo delle femministe è quello di screditare il maschio , farlo passare per un oppressore , uno scellerato , un vero e proprio mostro che , nel corso dei secoli ha messo in piedi istituzioni politiche , sociali , comportamentali , morali , familiari e religiose a sua immagine e somiglianza , il cui unico intento è stato , ed è , quello di sopraffare la donna . In altri termini quello che loro chiamano patriarcato . Il loro preferito e principale bersaglio è la famiglia tradizionale (famiglia patriarcale ) , ove il maschio esercita , a loro dire , il suo incontrastato dominio .
Il fatto che anelino alla parità e all’uguaglianza sociale o lavorativa è solo un pretesto , nessuna femminista , infatti , si è mai degnata di presentare e fare approvare in parlamento una legge che introduca le quote di genere obbligatorie , ad esempio , nei reparti antisommossa della polizia o nel corpo dei vigli del fuoco , come quelle già in vigore nelle liste elettorali. In questi due organi statali (ex celere, ex pompieri) la presenza femminile è puramente irrisoria e simbolica , mentre in parlamento è significativa . A loro , infatti , interessa il potere e tutti quei luoghi e tutte quelle istituzioni ove esso si esercita . La parità , l’uguaglianza è solo un inganno , una menzogna , un mezzo , uno strumento per ottenere il potere . Hanno dichiarato guerra al maschio in nome del potere , e , dove vigono le moderne oclocrazie , come negli Stati Uniti o in Europa , questa dichiarazione di guerra li è lecita e consentita , con gli annessi effetti collaterali a seguito , come divorzi , aborti , perenni conflitti uomo-donna , a cui si sommano , notevoli e funesti , le inevitabili ripercussioni sulla famiglia , sui figli , sul mondo del lavoro e sulla società .
Per chi volesse approfondire tutte le contraddizioni , le inesattezze , le incongruenze , le assurdità , e , soprattutto , le innumerevoli e deleterie falsità di questo grande inganno , chiamato femminismo , consiglio di leggere un libro di qualche anno fa , in due volumi , scritto da Santiago Gascò Altaba , dal titolo “La grande menzogna del femminismo” vol . 1 e vol . 2 . Edizioni Persiani Bologna 2018/2019 .