di Roberto Fiore
La crisi demografica in Sardegna rappresenta oggi uno degli indicatori più gravi del declino socio-economico dell’isola. Con una crescita demografica dello 0,9%, inferiore persino alla già preoccupante media italiana, la Sardegna si trova a fronteggiare un vero e proprio disastro, dal quale sarà possibile risollevarsi solo con politiche straordinarie e innovative.
Come recentemente sottolineato dal presidente russo Vladimir Putin, il problema demografico non è solo materiale, ma anche spirituale. Questo vale in modo particolare per la Sardegna, dove la progressiva laicizzazione e la perdita di una forte identità culturale hanno contribuito al declino delle comunità locali. Il rilancio della Sardegna richiede una profonda riflessione politica e spirituale, riconoscendo il ruolo centrale della famiglia, dei valori tradizionali e della comunità.
A complicare la situazione, la Sardegna ha vissuto per secoli le influenze di potenti élite esterne, con la massoneria spesso accusata di aver impoverito l’isola, sfruttandola economicamente e culturalmente. Tale condizione ha radici storiche che risalgono al periodo sabaudo e si sono intensificate nel dopoguerra. Oggi, la Sardegna necessita di un percorso di emancipazione che parta dal recupero della sua autonomia e delle sue tradizioni.
Le proposte per la rinascita della Sardegna:
- Ripopolamento e ritorno dei sardi emigrati
La Sardegna conta circa 2,2 milioni di persone di origine sarda sparse nel mondo. I sindaci dei piccoli comuni potrebbero incentivare il loro ritorno, offrendo condizioni favorevoli per riabitare e ripopolare i paesi abbandonati. Questo intervento, accompagnato da un rilancio dell’economia agricola e artigianale, potrebbe rappresentare un primo passo verso una ripresa demografica e identitaria. - Valorizzazione della spiritualità e dei valori tradizionali
È fondamentale riportare i valori cattolici e le manifestazioni di spiritualità popolare al centro della società sarda, integrandoli nelle scuole e nelle comunità. Solo riscoprendo le proprie radici, la Sardegna potrà ritrovare forza e coesione. - Screening sanitario e sicurezza per la popolazione
Dopo l’impatto della pandemia e delle campagne vaccinali, è necessario avviare un grande programma di screening sanitario per rassicurare i cittadini, individuare eventuali effetti avversi e promuovere un dialogo trasparente tra istituzioni sanitarie e popolazione. - Riforestazione e tutela ambientale
La desertificazione che ha colpito vaste aree del territorio sardo deve essere contrastata con un piano sistematico di riforestazione. Gli attuali lavoratori forestali potrebbero essere impiegati per ripristinare il patrimonio boschivo, promuovendo un equilibrio sostenibile tra uomo e natura. Inoltre, è necessaria la rimozione degli impianti eolici e fotovoltaici che deturpano il paesaggio e spesso non offrono soluzioni reali ai problemi energetici. - Creazione di una Zona Franca
Una Zona Franca in Sardegna consentirebbe di trasformare l’isola in un polo di attrazione per attività economiche, rilanciando i porti come hub strategici nel Mediterraneo e creando nuove opportunità di lavoro. - Investimenti in infrastrutture
Una rete stradale e autostradale moderna è indispensabile per collegare i piccoli centri, favorire lo sviluppo economico e migliorare le interazioni sociali e culturali tra le comunità sarde.
Per garantire uno sviluppo sostenibile, la Sardegna deve liberarsi dalle catene dell’usura e del debito. La possibilità di emettere una propria moneta non a debito rappresenterebbe un atto rivoluzionario, capace di restituire al popolo sardo il controllo sul proprio destino economico.
Il progetto proposto per la Sardegna si distingue per il suo carattere rivoluzionario: non solo contro l’influenza della massoneria e della partitocrazia, ma anche per il recupero di un’identità culturale, politica e spirituale. L’obiettivo è far diventare la Sardegna un punto di riferimento nel Mediterraneo, un modello di rigenerazione basato sulla tradizione cristiana e sul rispetto per la natura.
Solo così la Sardegna potrà tornare a essere non solo una terra abitata, ma una comunità viva, unita e prospera.
Io sono sardo, io sono Forza Nuova.
Auspico, anche, incrementare il turismo, incrementare i prodotti tipici locali, incrementare l’artigianato e una agricoltura senza chimica, un’allevamento non intensivo ma un allevamento allo stato brado.
Io sono Sardegna, io sono Forza Nuova!