di Luigi Cortese

Elon Musk, il magnate sudafricano-canadese naturalizzato statunitense, ha lanciato il movimento “Make Europe Great Again” (MEGA), una palese scimmiottatura dello slogan trumpiano. Un’operazione che, più che un segno di solidarietà verso l’Europa, sembra il primo passo di una strategia di dominio politico e tecnologico. Ma chi è veramente Musk per poter anche solo pensare di “rendere grande” l’Europa? E perché i nazionalisti europei dovrebbero stare alla larga da questa ennesima manovra americana?

Un estraneo con interessi molto specifici

Elon Musk non è europeo. La sua formazione, il suo impero economico e la sua lealtà politica sono tutte radicate negli Stati Uniti. Un uomo che ha costruito la propria fortuna grazie ai contratti governativi americani e al sostegno di Washington non può improvvisamente ergersi a paladino dell’identità e della sovranità europea. Il suo unico obiettivo è espandere la propria influenza e assicurarsi che l’Europa rimanga vincolata agli interessi americani.

L’endorsment di Musk al partito di estrema destra tedesco AfD e i suoi attacchi al governo laburista britannico non sono casuali: il miliardario sta cercando di infiltrarsi nelle dinamiche politiche europee per dividere e destabilizzare, rendendo il Vecchio Continente sempre più vulnerabile alle pressioni di Washington. MEGA non è un movimento per la rinascita dell’Europa, ma un tentativo di colonizzazione ideologica.

L’ombra americana dietro MEGA

Chiunque pensi che Musk sia un imprenditore filantropo e indipendente commette un grave errore di valutazione. Il patron di Tesla e SpaceX è profondamente legato all’amministrazione statunitense e all’apparato industriale-militare di Washington. Il suo accesso privilegiato ai sistemi di pagamento federali, recentemente rivelato dal New York Times, dimostra quanto sia radicato nel potere americano.

Attraverso X (ex Twitter), Musk ha costruito una piattaforma di propaganda globale, capace di manipolare l’opinione pubblica e orientare le scelte politiche. La sua incursione in Europa è solo un ulteriore tassello di questa strategia. Il suo obiettivo? Rafforzare l’influenza degli Stati Uniti sul continente, rendendoci ancora più dipendenti dalla volontà di Washington.

I nazionalisti europei non si facciano ingannare

Se davvero i nazionalisti europei vogliono difendere la sovranità del loro continente, devono rifiutare con decisione la trappola di MEGA. Affidarsi a Musk significa accettare che il destino dell’Europa venga deciso da un miliardario americano, piuttosto che dai popoli europei stessi. Il Vecchio Continente non ha bisogno di una guida straniera per “tornare grande“; ha bisogno di liberarsi dalle influenze esterne che ne minano l’autonomia.

L’Unione Europea ha già mostrato segni di resistenza, intensificando le indagini sugli algoritmi di X e cercando di contrastare la sua crescente influenza politica. Ma non basta. L’UE stessa è un’istituzione burocratica e centralista che ha spesso dimostrato di essere più incline a servire interessi sovranazionali che a difendere la vera sovranità dei popoli europei. Il rischio è che l’Europa rimanga schiacciata tra due poteri estranei: da un lato l’influenza americana, dall’altro l’oppressione tecnocratica di Bruxelles. I popoli europei e le nazioni sovrane devono riscoprire la propria grandezza senza imposizioni esterne, né da Musk né dall’UE, riaffermando la loro indipendenza politica ed economica.

Conclusione: l’Europa agli europei

MEGA non è altro che un cavallo di Troia per l’ennesimo tentativo americano di mantenere il controllo sul continente. Musk non è un salvatore dell’Europa, ma un conquistatore moderno che, invece di carri armati, usa algoritmi, social media e propaganda per raggiungere i propri scopi.

Se i nazionalisti europei vogliono davvero difendere la loro terra, devono dire un chiaro e sonoro “no” a MEGA e a Musk. L’Europa non ha bisogno di essere “resa grande” da un miliardario americano. Ha bisogno di essere libera.

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