di Roberto Fiore

Sergio Mattarella appartiene al Partito Democratico che è la sintesi di due partiti: il DS, erede del Partito Comunista, e il Partito Popolare italiano, erede della DC. Quando Mattarella nel suo intervento spiega che il ricordo delle foibe è una cosa oramai acquisita ed indelebile, dimentica che i suoi partiti di origine furono volutamente smemorati rispetto all’immane sacrificio che ebbe luogo in quelle terre. Le foibe costarono la vita di circa 10mila italiani ed ebbero anche come conseguenza l’esilio di circa 350mila italiani che si spostarono dall’Istria e dalla Dalmazia per venire in Italia.

Note sono le scene di Bologna, quando agli esuli venne impedito di scendere dal treno, perché una canea urlante, legata al Partito Comunista e ai sindacati, impedì che migliaia di persone si fermassero per avere un po’ d’acqua o ristoro per proseguire il viaggio. Ma in realtà c’è un’altra radice per questi tardivi ricordi che è nel comportamento dei politici appartenenti a quei due partiti. Andreotti glissò per sua stessa ammissione sulle foibe perché avrebbero infastidito un vicino importante, la Yugoslavia di Tito; mentre Violante in una trasmissione di Bruno Vespa disse che la responsabilità delle foibe doveva essere attribuita alle aggressioni fasciste avvenute precedentemente. Attenzione: l’eco di questo traspare anche nell’intervento di Mattarella in cui si parla genericamente di colpe dei fascisti.

E’ sempre il problema dell’algoritmo: tutto ciò che è collegabile al fascismo, tutto ciò che è collebagile all’idea di nazionalità, di patria e di popolo, deve essere censurato e criminalizzato e subire la sorte della prima della menzogna poi dell’oblio. E’ chiaro che poi la storia riprende il suo ruolo quando Abdon Pamich parla e tanti esuli raccontano le loro esperienze, non fanno che dire la verità semplice e molto chiara di come gli italiani di quelle zone, piuttosto che diventare schiavi del titismo pieno d’odio, preferirono lasciare quelle terre mantenendo non solo la memoria, ma anche la forza di una volontà politica.

Nel primissimo Movimento Sociale fu grazie agli istriani e ai dalmati, i quali fisicamente potevano contrapporre una forza fisica notevole, che quel partito, unico difensore del popolo istriano e dalmata, poté fare politica nelle strade e nelle piazze d’Italia. Se non fosse stato per loro, forse, anche la nostra Repubblica sarebbe scivolata nel comunismo, addolcito dalla presenza della Democrazia Cristiana di a Sergio Mattarella…

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