di Roberto Fiore

Il 25 aprile di quest’anno ricorre la fine della Seconda Guerra Mondiale. Per capire il perché di un odio estremamente divisivo, che non si spegne il 25 aprile e nemmeno il 28 aprile con l’eccidio dei capi del fascismo, dobbiamo leggere con attenzione gli eventi immediatamente successivi. È un dato storico acquisito, che nei mesi successivi all’aprile del ’45 vi siano eccidi di decine di migliaia di persone, oltre 100mila, la cui fase più acuta è raggiunta nel famoso triangolo della morte che tocca le zone rosse da sempre, come Reggio Emilia. A reazione di questi eccidi e del tradimento del ’43, già dal 1946 in tutta Italia, in particolare Roma, si formano gruppi giovanili legati al fascismo che conquistano immediatamente uno spazio attivistico e politico che cresce rapidamente di giorno in giorno, fino a respingere quella che sembrava una certa egemonia del Partito Comunista; si inaugura una fase di attivismo di stampo nazionalista e filofascista, radicale nella sua impostazione politica, che coinvolge gran parte della gioventù italiana la quale sentiva di essere stata tradita e di avere tanti uomini e donne da onorare per il recente sacrificio.

DECINE DI PROFESSIONISTI HANNO FIRMATO, FIRMA ANCHE TU

Scrive a questo proposito delle pagine importanti Giulio Caradonna, a quel tempo attivista di riconosciuto coraggio. Quello che racconta è che le polizie e le questure erano già lì, ingaggiate in azione di moderata repressione nei confronti di questi giovani; perquisizioni, arresti subito dopo manifestazioni o scontri con l’avversario non riuscirono a contenere il fortissimo attivismo di uomini che non avevano avuto l’età per combattere la guerra…15 enni, al massimo 20enni. Stiamo parlando del periodo precedente o immediatamente successivo alla nascita del Movimento Sociale Italiano. Nel momento in cui l’MSI viene fondato, moltissimi giovani lo vedono come uno strumento atto a bloccare la veemenza giovanile che sta riconquistando le piazze. Nella Costituzione non vi è poi traccia di articoli volti a combattere la ricostruzione del partito fascista, proprio perché l’intenzione del legislatore era quella di unire tutte le tradizioni politiche, inclusa quella fascista, nella ricostruzione d’Italia. Esplode poi la protesta popolare, dopo il tradimento operato a Trieste quando, con l’aiuto degli inglesi, i titini cercano di impossessarsi della città di Trieste, creando una situazione di gravissima inquietudine negli italiani che avevano appena assistito alla tragedia delle foibe ed al grande esodo dall’Istria e dalla Dalmazia. Nel 1953 il ministro degli Interni, Scelba, di chiarissima fede democristiana ed atlantista, decide di strutturare uno strumento repressivo più forte al fine di arginare la marea montante di attivismo: nasce la legge Scelba atta a punire, per un tempo ristretto ( sarà definita legge transitoria ) la ricostituzione del partito fascista. Questo reato verrà contestato a decine di giovani e non giovani che sconteranno mesi della propria gioventù nelle carceri italiane e criminalizzerà manifestazioni meramente propagandistiche.

In questi ultimi mesi si sta assistendo ad una involuzione del processo repressivo, soprattutto dopo gli interventi della Cassazione che hanno definito in modo molto preciso il reato di apologia del fascismo. Tutti i processi che hanno come base la Scelba e la Mancino finiscono con l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Fare un presente, commemorare un caduto, non può essere più considerato reato. Quando pochi giorni orsono decine di giovani vengono colpiti da Daspo, assistiamo a una involuzione grave del ragionamento repressivo: si impone a questi giovani di non andare alle partite di calcio, rugby o a manifestazioni teatrali in quanto rappresentano un pericolo, avendo partecipato al Presente di Acca Larentia; ma, come si può sostenere questo quando le decisioni recentissime di primo grado o quelle ripetute della Cassazione sostengono che questo non costituisce reato? Il Prefetto si prepara a comminare dunque, un provvedimento punitivo per un’attività che oramai non è più considerata delittuosa. Ecco che si apre, quindi, la possibilità da parte dei perseguitati di denunciare le autorità di polizia che vorranno imporre il Daspo, per una condotta che potrebbe configurare la violenza privata: imporre a dei cittadini italiani di non commemorare i caduti secondo tradizione, nonostante questo non sia più reato.

E’ noto che Forza Nuova considera l’abrogazione della legge Scelba e Mancino uno degli otto punti fondamentali per la ricostruzione nazionale e pertanto andrà avanti in queste settimane per la definitiva abolizione delle due leggi perché appartengono ad un passato di odio, i cui propagatori di allora, USA e Russia, sono oggi propagatori di idee sicuramente in odore di fascismo. In questi giorni avvocati, politici, professionisti e dirigenti politici si stanno riunendo affinchè questa brutta pagina di repressione politica che è costata libertà e sacrificio a migliaia di persone, finisca per sempre.

FIRMA PER LA LIBERTA’

Share via
Copy link
Powered by Social Snap