di Redazione
Il 26 febbraio 2025, la polizia rumena ha arrestato Călin Georgescu, candidato populista filorusso alle elezioni presidenziali, per presunti finanziamenti illeciti alla sua campagna. Le autorità hanno effettuato 47 perquisizioni e indagano 27 persone per reati che includono azioni contro l’ordine costituzionale, falsificazione di fondi elettorali, nonché possesso di armi ed esplosivi, secondo alcune fonti, ma tra le accuse sembra ci sia anche la propaganda anti-NATO.
Georgescu, il cui primo turno elettorale era già stato annullato per sospette interferenze russe, denuncia l’arresto come una mossa politica. Inoltre, si ipotizza un collegamento con un recente contatto tra lui e Donald Trump.
L’arresto ha scatenato proteste da parte del partito nazionalista AUR e dei suoi sostenitori. Intanto, cresce la tensione nel Paese: molti cittadini, che vedono Georgescu come il legittimo vincitore delle elezioni, sono pronti alla protesta contro quello che considerano, e che ancora una volta effettivamente appare, come un ennesimo golpe orchestrato dal sistema.
la libertà nell’Europa di lorsignori. lo stesso giochino che avevano provato col russiagate a trump. i contatti a favore di georgescu erano stati pagati dal partito al governo. praticamente una trappola. si vede che la nuova mega base nato in Romania non ammette tentennamenti.
Dopo la scandalosa sentenza della Corte costituzionale romena che, sotto la regia della burocrazia europea, aveva annullato pochi mesi fa il primo turno delle elezioni presidenziali senza uno straccio di motivo giuridicamente valido, ora si è giunti all’arresto di Georgescu, con accuse inventate di sana pianta, proprio mentre il politico romeno si recava a presentare la sua nuova candidatura alla presidenza (aveva già vinto il primo turno delle elezioni poi annullate e tutti i sondaggi lo danno vincente alle prossime elezioni).
Georgescu, fortemente critico nei confronti dell’Unione Europea e della NATO per le loro politiche guerrafondaie, ha accusato apertamente l’UE di voler aprire un nuovo fronte contro la Russia attraverso la Romania, usando come trampolino di lancio per le operazioni offensive la base militare Mihail Cogalniceanu (attualmente in espansione e destinata a diventare la più grande della NATO in Europa), prospettiva che Georgescu considera inaccettabile per il suo paese.
Le smanie belliciste dell’élite euroatlantica convergono negli interessi della finanza internazionale, perché il riarmo in funzione anti-russa prevede enormi investimenti (l’ampliamento della citata base militare costa 2,5 miliardi di euro) che cambieranno la natura stessa dell’economia europea e della vita civile all’interno dell’UE.
Se queste oligarchie antipopolari non saranno fermate, presto tutti i cittadini europei si accorgeranno di essere uguali agli ucraini, cioè carne da macello, piuttosto che soggetti di diritti.
Per questo ciò che sta accadendo in Romania non riguarda solo i romeni, ma tutti gli europei.
https://www.marcotosatti.com/2023/06/12/parla-un-politico-che-ha-lasciato-lo-stato-profondo-nobile/
intervista a georgescu prima dei fattacci. si era pentito di aver lavorato x l’agenda 2030 e bestialità simili.e lo diceva chiaro. un anno prima.siccome conosceva,x averne fatto parte,il meccanismo, lo vogliono far fuori.