L’incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump, il Vicepresidente JD Vance e Volodymyr Zelensky si è concluso nel peggiore dei modi: un duro scontro diplomatico che ha portato alla cancellazione della conferenza stampa congiunta e alla mancata firma dell’accordo sulle risorse minerarie ucraine. Un chiaro segnale che la strategia occidentale nei confronti della guerra in Ucraina sta andando in pezzi.
Trump ha accusato Zelensky di mancanza di rispetto e di ostinazione nel rifiutare qualsiasi apertura verso una soluzione negoziata. Il Vicepresidente Vance ha poi rincarato la dose, sostenendo che l’Ucraina non può continuare a pretendere aiuti infiniti dagli Stati Uniti senza essere disposta a compromessi.
Un conflitto che non si può vincere
A tre anni dall’inizio della guerra, la realtà sul campo è chiara: la Russia ha consolidato le sue posizioni e continua a mantenere un vantaggio strategico. Secondo le ultime stime, il conflitto ha causato la perdita di oltre 46.000 soldati ucraini e 12.000 civili, con danni economici superiori ai 150 miliardi di dollari. Nonostante ciò, l’Europa e gli Stati Uniti hanno continuato a fornire armi e finanziamenti a Kiev, nella speranza di un’improbabile vittoria.
Ma a quale prezzo? L’Unione Europea si trova ora in una crisi economica aggravata dalle sanzioni alla Russia, mentre il rischio di un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto diventa sempre più concreto.
Basta illusioni: è tempo di negoziare
La realtà è che il sostegno militare all’Ucraina ha fallito nel suo obiettivo di indebolire la Russia. Al contrario, Mosca ha rafforzato le sue alleanze con paesi come Cina, India e Iran, trovando nuove vie per aggirare le sanzioni occidentali. Continuare a rifiutare un accordo di pace significa solo prolungare l’agonia di un conflitto che sta devastando l’Ucraina e minacciando la stabilità dell’intera Europa.
Per questo, è necessario avviare al più presto negoziati concreti basati su tre punti fondamentali:
- Revisione dei confini – L’Ucraina deve accettare la realtà sul terreno e riconoscere la perdita della Crimea e delle regioni del Donbass, ormai sotto pieno controllo russo.
- Neutralità dell’Ucraina – È evidente che l’ingresso nella NATO è un’illusione pericolosa che non porterà sicurezza a Kiev, ma solo un’escalation con Mosca. L’Ucraina deve essere neutrale, senza basi militari occidentali sul suo territorio.
- No all’adesione all’UE – L’Ucraina economicamente devastata diventerebbe un peso insostenibile per l’Europa, aggravando la crisi economica già in atto. Un accordo con la Russia, invece, permetterebbe a Kiev di ricostruire il proprio paese senza essere un ostaggio della guerra geopolitica tra Est e Ovest.
L’Europa deve scegliere: pace o guerra?
Mentre gli Stati Uniti si dimostrano sempre più distaccati dalla questione ucraina, i leader europei continuano a illudersi che il conflitto possa essere vinto con nuove forniture di armi e promesse irrealizzabili. Ma questa strategia non sta facendo altro che portare il continente verso il baratro di una guerra mondiale oltre che portando a morire migliaia e migliaia di persone.
È il momento di un cambio di rotta. L’Europa deve farsi promotrice di un accordo di pace realistico, che ponga fine alla guerra e garantisca la sicurezza del continente senza scivolare in un conflitto globale. Per farlo, serve il coraggio di ammettere che la strategia adottata finora ha fallito e che solo un compromesso con la Russia potrà riportare stabilità.
Il tempo per le illusioni è finito. È ora di scegliere la pace.
L’Europa (UE e Gran Bretagna) è ormai fuori dai giochi.
L’Amministrazione Trump diffida dei leader della UE in quanto li considera – e ha ragione! – tutti manovrati dalle lobby economiche che sono di casa a Bruxelles. E non ha miglior considerazione dei leader britannici che, oltre ad essere ostaggio dei gruppi finanziari internazionali che hanno nella City di Londra il loro punto di raccordo, sembrano animati da un odio atavico verso la Russia e sono pertanto del tutto inaffidabili nell’avvio di un processo di pace.
Anche la Russia nutre una sana e giustificata diffidenza nei confronti dei leader europei, in primis quelli dell’UE, che hanno ripetutamente violato gli accordi di Minsk armando fino ai denti l’Ucraina e che stanno continuando ad alimentare la guerra nonostante la marcia indietro dell’Amministrazione statunitense.
Con i paesi che non sono interessati a trattare la pace, nessuna intesa diplomatica è possibile. E bene fanno gli Stati Uniti e la Russia ad escluderli dal tavolo dei negoziati.