La recente richiesta di impeachment nei confronti del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha acceso il dibattito sulla tenuta del governo di Kiev e sulla volontà del popolo di porre fine al conflitto con la Russia. A sollevare la questione è stato il deputato Oleksandr Dubinsky, che ha denunciato il fallimento della diplomazia ucraina e ha chiesto la rimozione del Presidente.
Secondo Dubinsky, l’incontro tra Zelensky e Donald Trump alla Casa Bianca è stato un disastro diplomatico. Durante il colloquio, il Presidente degli Stati Uniti avrebbe proposto un accordo di pace con la Russia, che Zelensky ha rifiutato categoricamente. Questo rifiuto ha portato a un raffreddamento dei rapporti tra Washington e Kyiv, con il rischio di riduzione degli aiuti americani all’Ucraina.
Nel frattempo, cresce l’insoddisfazione tra la popolazione ucraina. Dopo oltre due anni di guerra, molti cittadini sono stanchi dei continui sacrifici e delle devastazioni causate dal conflitto. Le difficoltà economiche, l’instabilità politica e la perdita di vite umane hanno alimentato il desiderio di una soluzione diplomatica. Sempre più voci si levano contro la leadership di Zelensky, accusata di aver trascinato il paese in una guerra senza fine, rifiutando ogni possibilità di negoziato.
A peggiorare la situazione, il mandato presidenziale di Zelensky è scaduto, ma non sono state indette nuove elezioni. Questa situazione sta aumentando il malcontento tra i cittadini e solleva dubbi sulla legittimità della sua permanenza al potere. Molti ritengono che la mancata convocazione di nuove elezioni rappresenti una violazione democratica e un ulteriore segnale della crisi politica in Ucraina.
La richiesta di impeachment di Dubinsky non è solo un attacco politico, ma riflette un malcontento diffuso tra gli ucraini. La mancanza di prospettive per una pace duratura e la crescente pressione internazionale stanno mettendo in discussione la capacità di Zelensky di guidare il paese verso una soluzione stabile e sicura.
Se il Parlamento dovesse prendere in considerazione la richiesta di impeachment, l’Ucraina potrebbe trovarsi di fronte a un cambiamento epocale. Il desiderio di pace e stabilità sembra sempre più forte tra i cittadini, stanchi di un conflitto che ha segnato profondamente il paese. Il futuro di Zelensky è ora appeso a un filo, mentre il popolo ucraino guarda con speranza a una possibile fine della guerra.
Proviamo a guardare dal punto di vista di Zelensky quello scontro diplomatico, più simile a un incontro di wrestling, andato in onda due giorni fa sui teleschermi di tutto il mondo. In sostanza (banalizzo, ma non troppo), lo scaduto presidente ucraino ha detto al presidente americano: “Ahò, bello, ma che stai a di’? E’ da trent’anni che aizzate gli ucraini contro la Russia! Siete stati voi americani a volere questa guerra! E adesso, dopo che ho mandato al macello centinaia di migliaia di miei concittadini e ho perso pure la parte più ricca di risorse del mio paese, te ne esci che vuoi fare la pace con Putin e vuoi pure che ti ripaghi per gli aiuti militari che mi hai dato?”. Vista così la cosa, Zelensky non ha tutti i torti. Ma quello che non vuol capire è che in America è cambiato tutto, la vecchia Amministrazione che l’ha ingannato non c’è più e Trump non ha nessuna intenzione di assecondare un patetico questuante che girovaga di qua e di là per continuare una guerra fratricida già persa, certo aizzata dagli americani, ma da quegli americani come gli Obama, i Clinton e i Biden che l’attuale presidente statunitense considera suoi nemici giurati e di cui sta smantellando l’apparato di potere. Quello che il comico di Kiev finge di non capire è che se lui, in qualità di presidente dell’Ucraina, invece di farsi intimorire dalla feccia nazionalista del suo paese al servizio della NATO, avesse rispettato gli accordi di Minsk, non ci sarebbe stata nessuna invasione russa. E anche dopo, se avesse firmato gli accordi di Istanbul, invece di lasciarsi incantare dalle promesse dell’allora premier britannico Boris Johnson, la guerra si sarebbe conclusa dopo appena un mese dal suo inizio… Gli amici bisogna saperseli scegliere e lui si è scelto quelli sbagliati: ha voltato le spalle ai russi per andare appresso alla banda Biden, che gli aveva prospettato l’ingresso nella NATO, alla combriccola europea, che gli aveva promesso l’entrata nel mondo dorato dell’UE, e all’MI6, che gli fa da guardia del corpo. Adesso può solo decidere se continuare a recitare la sua parte fino in fondo e cercar la bella morte, oppure andarsene in esilio in un posto non raggiungibile dai sicari dello SBU (Servizio di sicurezza dell’Ucraina).
Quanto all’Ucraina, il suo futuro sarà deciso dalla Russia in accordo con gli Stati Uniti; il suo popolo, purtroppo, continuerà a pagare i crimini di chi lo ha governato negli ultimi undici anni… e i bulletti inglesi e dell’UE farebbero bene a darsi una calmata, se non vogliono fare la stessa fine.
Io non credo né a l’uno né l’altro…Io credo che noi dovremmo farci gli affari di casa nostra che ne abbiamo di grossi anche. Ricordo che è stata la Russia comunque ad invadere l’Ucraina e se lo facesseromcol nostro paese? Io non mi fido degli americani che si chiamino biden ,Trump o Giacomino.
“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo” (Geremia 17,5).
Qui non si tratta di credere, di aver fede o di fare il tifo per qualcuno, ma di comprendere l’evolversi degli scenari internazionali e sfruttare le opportunità che offre al nostro Paese.
Fino a che resteremo nell’UE e nella NATO gli affari nostri non li gestiremo noi, ma i tecnocrati di Bruxelles e i vertici militari, fino ad oggi statunitensi, e domani forse inglesi o francesi.
Ricordo che la Russia è intervenuta militarmente in Ucraina solo dopo che per otto anni il governo di Kiev ha bombardato i propri cittadini russofoni del Donbass. E se lo facessimo anche noi con gli abitanti di lingua tedesca dell’Alto Adige, pensi che l’Austria, respinto dall’Italia ogni tentativo di conciliazione, resterebbe a guardare?