Nei prossimi mesi, la Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen presenterà un nuovo progetto chiamato Unione del Risparmio e degli Investimenti. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: trasformare i risparmi privati in capitale per finanziare la crescita economica e l’innovazione nell’Unione Europea.
Ma dietro le parole rassicuranti della presidente della Commissione si nascondono rischi concreti per i piccoli risparmiatori?
Risparmio sotto attacco?
L’idea di base dell’Unione del Risparmio è semplice: rendere più facile e conveniente investire i propri risparmi invece di lasciarli fermi nei conti bancari. Per farlo, Bruxelles punta a creare un mercato unico dei capitali, riducendo la dipendenza delle imprese dal credito bancario e favorendo strumenti di investimento come azioni, obbligazioni e fondi comuni.
Ma cosa significa tutto questo per i cittadini europei? Significa che i risparmiatori potrebbero essere incentivati – o addirittura spinti – a mettere i loro soldi in strumenti finanziari più rischiosi rispetto ai tradizionali depositi bancari.
Più opportunità o più pericoli?
Secondo i sostenitori del progetto, questo cambiamento porterà maggiori opportunità di guadagno per chi investe, oltre a una migliore diversificazione dei rischi. Tuttavia, non tutti i piccoli risparmiatori hanno la preparazione finanziaria per navigare in un mercato così complesso.
Ecco alcuni dei possibili rischi:
- Minore protezione: se i risparmi vengono convogliati in strumenti finanziari, non avranno più le stesse garanzie di sicurezza offerte dai conti bancari. In caso di crisi finanziaria, gli investitori potrebbero subire perdite significative.
- Maggiori fluttuazioni: mentre un conto corrente garantisce stabilità, gli investimenti possono subire alti e bassi in base all’andamento del mercato. Chi non è esperto potrebbe trovarsi in difficoltà nel gestire momenti di crisi.
- Pressioni politiche: l’Unione Europea potrebbe incentivare investimenti in settori considerati strategici, come la transizione verde o la digitalizzazione. Ma questo significa che i piccoli risparmiatori potrebbero essere spinti a finanziare progetti che non necessariamente garantiscono un ritorno economico certo.
Il futuro del risparmio in Europa
L’Unione del Risparmio e degli Investimenti potrebbe trasformare il modo in cui gli europei gestiscono il proprio denaro. Ma la vera domanda è: questo cambiamento avverrà nel rispetto della libertà di scelta dei cittadini o sarà un meccanismo per obbligarli, in modo più o meno velato, a investire?
Se da un lato la possibilità di accedere a nuovi strumenti di investimento è un’opportunità, dall’altro è fondamentale che i risparmiatori siano consapevoli dei rischi. Prima di accogliere con entusiasmo le promesse di Bruxelles, è bene chiedersi: il nostro denaro sarà davvero al sicuro?
Visto il disprezzo che gli eurocrati hanno del diritto di proprietà (quello degli altri, non il proprio), non escluderei neanche la possibilità che mettano le mani direttamente sui conti correnti bancari dei cittadini europei. In Italia c’è già stato un precedente: nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1992 il governo Amato operò un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i depositi bancari. Allora lo scippo venne giustificato dalla necessità di permettere alla lira di restare agganciata al sistema monetario europeo (un sistema di cambi semifissi antesignano dell’euro e altrettanto nocivo per la nostra economia), oggi verrebbe giustificato dalla necessità di riarmare i paesi europei per far fronte al fantomatico pericolo russo.
avendolo anche già fatto coi soldi russi con cui non siamo ufficialmente in guerra, non vedo perché no.