di Roberto Fiore
Il riarmo della Von der Leyen e della Meloni, già oggi ostacolato da più di un Paese europeo, è destinato al fallimento totale, non tanto per una questione meramente economica, ma soprattutto per una ragione geopolitica e storica.
Il disegno della UE non è quello di favorire e creare una nuova Europa, ma è quello di proiettare nell’immediato futuro una vecchia Europa, fondata su odi, rancori e ambizioni quali quelli che possiamo notare oggi in particolar modo nel primo ministro Tusk, Merz o Macron. Ma c’è un’altra Europa che poggia su vettori molto, molto più alti.
Quando scoppiò la guerra tra Ucraina e Russia nessuno notò che il Santo Padre compì assieme ai vescovi nel mondo, una particolare cerimonia: la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. L’effetto di questa consacrazione avrebbe portato, secondo ciò che aveva profetizzato Suor Lucia di Fatima, ad un lungo periodo di pace. In quel momento, in una imparabile deriva verso la guerra, fu un segnale spirituale di altissimo livello che affidava totalmente a Dio le sorti dell’Europa e del mondo.
Dopo tre anni possiamo dire che gli effetti di quella svolta spirituale stanno portando a un vero stravolgimento delle cose. Oggi la Von der Leyen, arroccata su posizioni belliciste e fallimentari, non si accorge che si sta profilando un nuovo tipo di Europa anche in seguito alle elezioni di Trump. Il presidente americano vuole essere amico dell’Europa ma non vuole essere il presidente del Paese guida dell’Europa perchè in Trump sopravvive la mentalità isolazionista che non crede nel dovere “messianico” degli USA di guidare il mondo.
L’Europa, pur sconfitta, ha la possibilità di stringere la più grande alleanza della storia che è quella che parte dal Portogallo e arriva fino allo stretto di Bering. La Russia deve essere integralmente parte dell’Europa come lo devono essere le British Isles. Anche qui va fatto un ragionamento che tocca le sfere religiose: la Gran Bretagna smise di essere legata da quel fortissimo vincolo con Roma e l’Europa, nato con l’Impero e forgiatosi con le prime crociate. Con lo scisma di Enrico VIII, l’Inghilterra decise di andare contro Roma e di conseguenza contro l’Europa. Quello scisma è l’origine della geopolitica inglese e della Perfida Albione. Lo scisma d’Oriente è cosa diversa: il desiderio profondo e continuo del mondo ortodosso è quello di tornare a Roma, una Roma “più pura e più legata allo spirito cristiano“. Tutto volge oggi attorno a questi disegni misteriosi, che avranno due esiti possibili: o una guerra fra popoli, oppure l’unità di tutti i popoli europei che da Lisbona alla Siberia potranno parlare la stessa lingua spirituale e di civiltà. In quel momento non ci sarà bisogno di nessun riarmamento, la giustizia diverrà valore assoluto e la fratellanza fra popoli sarà dotata di una forza insopprimibile.
Allora sarà Pax Romana.
Sono completamente d’accordo con la vostra visione di ciò che viene chiamata ad essere l’Europa prima di tutto contare sulle radici cristiane che essa ha in sé e da evidenziare in modo forte, e poi ogni Nazione ripristini il suo percorso e mettere in atto ciò che veramente volevano i Padri di questa Europa: ciascuna identità ben delineata, operativa nel proprio ambito e quindi GLI STATI UNITI ad’EUROPA lavorando sulle singole identità.
Fiore ha centrato il punto. Quella che si sta consumando nelle steppe ucraine, al di là degli aspetti politici, economici e militari, è una guerra tra due opposte visioni del mondo: quella dei poteri euroatlantici (già sconfitti, perché il prodotto culturale che intendono esportare, il liberalismo dei costumi, non solo viene visto con disprezzo dai popoli che dovrebbero riceverlo, ma comincia ad essere guardato con sempre maggior sospetto negli stessi paesi occidentali che lo hanno generato) e quella incarnata dalla Russia, cioè da una potenza geopolitica (che non a caso si definisce la Terza Roma) animata dall’idea escatologica di restituire equilibrio al mondo, di ripristinare l’ordine naturale delle cose tanto nelle relazioni internazionali quanto nelle dinamiche spirituali.
E’ molto accattivante l’auspicio di formare una grande alleanza
che vada dalle coste portoghesi sino allo stretto di Bering . E’ un qualcosa che va sottolineato e che ha , certamente , un suo fascino politico , come esercita , anche , una certa attrazione la locuzione “la perfida Albione” , riferita all’impudente Inghilterra ed alla sua spavalda politica estera , poco o per niente incline alla lealtà .
Ma perché Albione ?
Con questo nome gli antichi Greci e Romani conoscevano l’isola maggiore dell’arcipelago Britannico , quella , per intenderci , che ai giorni nostri ospita la Scozia , il Galles e l’Inghilterra . Plinio il Vecchio ( Como , 23 d . C . – Stabia 79 d . C . ) , nella sua Naturalis Historia ( IV . 102 – 103 ) , enumera quasi tutte le isole che ne formavano l’arcipelago , ossia , la più grande , Albione , ma che gli autori greci e latini chiamavano Britannia , e l’altra , un po’ più piccola , che i Romani chiamavano Hibernia (l’odierna Irlanda) e , poi le altre isole minori : Emodi ( le Shetland ) ; Mona ( Anglesey ) ; Monapia ( Man ) ; Riginia ( Racklin ) ; Vecti ( White . horn ) ; Silumno ( Dalkey ) ; Andro (Bardsey) ; Samni ( Sian ) ; Assanto (Ushant) ; Glesie ( isole Glass ) e le Orcadi (Orkney) , che secondo Plinio erano circa 40 , ma che , in realtà , sono 67 .
Il termine Albione dovrebbe risalire ai Gaeli di Scozia ( Caledonia per i Romani ) che chiamavano l’isola “Albinn” , parola composta da “Inn” , isola e “Alb” , bianca . Il gaelico è una lingua indoeuropea , come anche il latino e , questi due termini trovano eco in due altri termini latini : in-sula (isola) e alb-us (bianco) . Per quest’ultimo , con il significato di bianco , si vedano ad esempio : albino , oppure , albume . Ma anche il celtico è una lingua indoeuropea e presenta la variante “alp” con lo stesso significato di bianco , si veda la parola Alpi , ossia , le (montagne) bianche (colore dato dalla presenza di ghiacciai e nevi perenni in quota) .
Perfida , non ha bisogno di spiegazione , deriva dall’aggettivo latino ,della prima classe perfidus , perfida , perfidum (rispettivamente , maschile , femminile e neutro) con il significato di traditore , sleale , disonesto , infido . Dunque , infida Inghilterra .(perfida Albione) .
Ma la locuzione non è originale ed presa , per analogia , dall’espressione latina “Punica fides” , ma , attenzione , “fides” ha il significato di parola data , lealtà , onestà , fede .
Con questo modo di dire gli autori latini (si vedano ad esempio : Livio , ab Urbe Condita, XXI , 4 ; XXII , 6 ; XXX , 32 ; Cicerone , De officcis , I , 38 ; Sallustio . Bellum Iugurthinum , 108 ,3 ) esprimevano , per antifrasi , la slealtà di Annibale e dei Cartaginesi ( in latino Poeni , dal greco Phoenikes , ossia , Fenici , infatti Cartagine era una colonia fenicia ) , che nel loro comportamento , in pace ed in guerra , non avevano nulla di leale e , dunque , erano perfidi e , di conseguenza nell’espressione , non antifrastica , sarebbe dovuta essere : la perfidia punica , da cui , per similitudine , la perfida Albione (Inghilterra) .
Quella che poi diverrà una locuzione molto usata , per sintetizzare l’infido comportamento inglese in politica , trae origine da un verso di una poesia “l’ère des Français” di un poeta francese di origine spagnola ,Augustin Louis de Ximénès ( 1728 – 1817 ) pubblicata su “Calendrier republicaine” il 5 ottobre del 1793 .
… ” Attaquons dans ses eaux la perfide Albion / Que nos fastes s’ouvrant par sa destruction / Marquent les jours de la victoire” …
L’espressione fu ripresa da un altro letterato francese , ma di ben più vasta eco , Gustave Flaubert ( 1821 – 1880 ) , l’autore del celeberrimo romanzo “Madame Bovary” (1856 ) che nella sua “Corrispondance” (1878) affermava :
” … Et la guerre ? Et les forfanteries de la perfide Albion tournant en eau de boudin ? … ” .
Da egli in poi la locuzione divenne patrimonio di molti , tra cui , anche di Benito Mussolini
Nel 1934 l’Italia stava approntando i preparativi per l’invasione dell’Etiopia e , l’Inghilterra il 14 settembre dello stesso anno , spostò la sua Home Fleet nel Mediterraneo , come se ciò non bastasse , chiese ed ottenne che la Società delle Nazioni (antenata dell’ONU) dichiarasse , il 7 ottobre del 1934 , l’Italia Paese aggressore e le venissero inflitte le conseguenti sanzioni . Mussolini sbottò riprendendo la ormai celebre locuzione coniata da Ximménès , ma le sanzioni , che furono attive dal 18 novembre del 1935 al 14 luglio del 1936 , non sortirono l’effetto voluto .