Il voto al Parlamento Europeo ha segnato un punto di svolta clamoroso per Fratelli d’Italia. Gli eurodeputati del partito di Giorgia Meloni, insieme a quelli di Forza Italia, hanno infatti votato compatti a favore del piano ReArm Europe, un progetto che porterà a un forte incremento delle spese militari coordinate a livello UE.
Un voto che sa di tradimento per chi aveva creduto nella retorica nazionalista e anti-centralista di Meloni. La Premier italiana e il suo partito, che per anni hanno sbandierato slogan contro il super-stato europeo e a favore della sovranità nazionale, si sono improvvisamente allineati alle logiche di Bruxelles, votando esattamente come i grandi partiti europeisti.
Dagli slogan ai fatti: Fratelli d’Italia si piega all’UE
Fino a poco tempo fa, Meloni parlava di un’Europa delle nazioni, di un’Italia che non doveva prendere ordini da Bruxelles, di una politica di difesa da gestire a livello nazionale. Ora, i suoi eurodeputati sostengono un piano che prevede miliardi di euro per rafforzare l’industria bellica europea, con una logica sempre più vicina a quella di un esercito comune.
Questo voto dimostra una cosa chiara: la propaganda sovranista è servita solo per raccogliere voti, ma quando arriva il momento delle scelte concrete, Fratelli d’Italia non esita ad allinearsi all’Europa che diceva di voler combattere.
Forza Italia? Nessuna sorpresa, ma conferma la subalternità a Bruxelles
Se il voto di Fratelli d’Italia è il più clamoroso, quello di Forza Italia è semplicemente l’ennesima conferma del suo ruolo di partito europeista acritico, sempre pronto ad appoggiare qualsiasi proposta proveniente dai vertici UE. Il partito di Tajani, che si definisce ancora di “centrodestra”, continua nei fatti a essere l’anello di congiunzione tra il PPE e i governi italiani.
Le opposizioni coerenti: Lega e M5S votano contro
Mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia tradiscono gli elettori con il loro sì a ReArm Europe, Lega e Movimento 5 Stelle hanno votato contro, rimanendo coerenti con la loro posizione storica di scetticismo verso una difesa comune europea.
La Lega ha da sempre mantenuto una posizione più prudente sulle spese militari a livello UE, mentre il M5S ha sottolineato come questi fondi dovrebbero essere utilizzati per sanità, istruzione e aiuti sociali, piuttosto che per la corsa agli armamenti.
Conclusione: la vera faccia di Meloni in Europa
Il voto su ReArm Europe è una cartina di tornasole della politica di Fratelli d’Italia in Europa: un partito che si finge anti-sistema ma che, quando si tratta di decisioni strategiche, si accoda ai poteri forti dell’UE senza esitazioni.
Giorgia Meloni ha costruito la sua ascesa politica sulla promessa di difendere la sovranità nazionale. Oggi, i suoi eurodeputati hanno dimostrato che quella promessa non vale nulla.
Credo non si sia capito una cosa: Fdi e Meloni hanno un obiettivo: la presidenza della Commissione Europea per i loro interessi, l’unica azione è FN per l’interesse della nostra Nazione contiamoci e andiamo avanti per la nostra strada e saremo sicuri che la Vittoria sarà nostra.
SERVE UNA PIATTAFORMA COMUNE SU IDEE CONVERGENTI DA FN FINO A DSP……. ORMIA LA DICOTOMIA SX DX NON ESISTE , APPARTIENE AL JURASSICO……….. E’ QUELLO CHE AUSPICO DA SEMPRE
facciamo a capirci.tutto vero.ma se la politica pratica è arte del possibile, per non fare la fine di georgescu,un piede( come minimo) da quella parte lo deve tenere. ricordo che in Romania hanno cassato anche la candidatura di una donna tipo georgescu. hanno accettato invece un ipernazionalista che sarà facile dipingere come impresentabile.
Proprio perché la politica è arte del possibile e non mera gestione dell’esistente, non servono vili opportunisti come la Meloni, ma leader coraggiosi come Georgescu, pronti a perdere una battaglia (la partecipazione alle prossime elezioni) pur di vincere la guerra (l’uscita del proprio paese dall’UE). Se ci fossero altri come Georgescu, quanto pensi che durerebbe questa giunta, ormai anche militare, al comando in Europa?
La politica della Meloni è fatta del 100% di opportunismo politico. Il non voler rischiare di finire come Georgescu la classifica per quello che è, una vile affarista che cerca di trovare il suo posticino nel sistema avendo intercettato il voto di protesta e perso la maggior parte di quello ideologico
non discuto della valutazione sulla meloni.discuto che si possa fare altro senza fare la fine di georgescu. al momento non mi pare ci siano forze in grado di opporsi al potere che,pur avendo perso elezioni in ogni dove, resta al potere con coalizioni indicibili.