di Gloria Callarelli

Si sottopone ad un aborto, ma le sue condizioni peggiorano talmente da che è stata costretta a rivolgersi d’urgenza alle cure mediche dell’ospedale. Il fatto lo scorso 9 novembre negli Stati Uniti: la donna è stata trasportata d’urgenza da un centro di Planned Parenthood a Hempstead, New York, dove si trovava per eliminare il feto, al pronto soccorso.

Come riporta il sito Abortion 911, secondo i registri del 911, questa madre, trentaquattrenne, si sarebbe sottoposta a una procedura di dilatazione e raschiamento (D&C). “In questo metodo di aborto – si legge – l’abortista apre, o dilata, la cervice della donna e poi usa uno strumento chiamato “curette” per raschiare le pareti dell’utero e tagliare via il bambino, pezzo per pezzo. In alcuni casi, l’abortista usa anche una potente macchina aspirante”. Presso l’Hempstead Planned Parenthood, le procedure di D&C sono il metodo chirurgico scelto per eliminare i bambini fino a 13 settimane e 6 giorni di gestazione. Secondo questa associazione che denuncia fatti simili, la notizia è trapelata grazie a testimoni oculari sul posto.

Proprio per porre fine a tali situazioni, l’associazione ha deciso di fare richiesta al presidente Trump, affinchè si mobiliti. Sul sito scrive: “Dobbiamo chiedere all’amministrazione Trump di indagare sulle pericolose complicazioni dell’aborto che rimangono gravemente sottostimate e per lo più nascoste al popolo americano”.

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