di Luigi Cortese

Un grave disservizio ha colpito questa settimana l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) “Città di Torino”, mettendo in pericolo la salute di numerosi pazienti. Secondo quanto segnalato da diversi utenti, i campioni di sangue prelevati per il monitoraggio dei valori necessari alla somministrazione del farmaco anticoagulante Coumadin sono andati persi.

Questa situazione sta causando serie preoccupazioni tra i pazienti, che non possono regolare correttamente il dosaggio del medicinale, esponendosi a rischi significativi per la propria salute e la propria vita. Il Coumadin, infatti, è un farmaco anticoagulante che richiede un monitoraggio costante attraverso esami del sangue come il tempo di protrombina (PT) e l’International Normalized Ratio (INR). L’impossibilità di avere risultati attendibili impedisce ai medici di calibrare correttamente la terapia, aumentando il pericolo di eventi tromboembolici o emorragici.

Diversi pazienti hanno denunciato la situazione, esprimendo la loro frustrazione e preoccupazione per la mancanza di risposte chiare da parte dell’ASL. “Ci hanno detto che i nostri prelievi sono andati persi, ma nessuno ci ha fornito una soluzione immediata. Io devo sapere esattamente come dosare il farmaco per mia madre, altrimenti rischia complicazioni gravi”, afferma un paziente che ha preferito rimanere anonimo.

Non è la prima volta che l’ASL “Città di Torino” si trova ad affrontare problemi organizzativi e tecnologici. Già in passato si sono verificati episodi critici, come l’attacco informatico dell’agosto 2022 che bloccò referti e prenotazioni, costringendo i centri prelievi a operare con servizi ridotti.

Ora la domanda che si pongono i pazienti è chi pagherà per questo grave disservizio. La responsabilità dell’accaduto dovrà essere accertata e l’ASL dovrà fornire risposte concrete, non solo per garantire la sicurezza dei pazienti ma anche per evitare il ripetersi di simili episodi in futuro. Intanto, chi ha bisogno di monitorare i propri valori si trova costretto a ripetere i prelievi, con disagi e rischi aggiuntivi.

La tutela della salute pubblica impone che episodi di questo genere non si ripetano. I pazienti coinvolti chiedono chiarezza e garanzie che un simile errore non avvenga di nuovo, mettendo in pericolo la loro vita.

 

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