Con la morte di papa Francesco, si chiude un capitolo significativo della storia recente della Chiesa cattolica. Il pontefice, nato Jorge Mario Bergoglio, è deceduto dopo un pontificato durato oltre un decennio, segnato da un approccio pastorale improntato alla semplicità e da una forte enfasi su temi sociali.
Eletto nel 2013 come primo papa proveniente dall’America Latina e primo gesuita sul soglio pontificio, papa Francesco ha cercato di orientare la Chiesa verso una maggiore attenzione alle periferie del mondo. Le sue riforme, benché apprezzate da alcuni per lo spirito di apertura, sono state oggetto di critiche da parte di settori più tradizionalisti, lasciando la Chiesa in una fase di transizione ancora aperta.
Una sede vacante e un conclave carico di incognite
Con la sede apostolica ora vacante, il collegio dei cardinali si prepara a entrare in conclave per eleggere un nuovo pontefice. La scelta del successore sarà cruciale per definire la direzione della Chiesa nei prossimi anni.
Tra i nomi che circolano con maggiore frequenza vi sono il cardinale Matteo Zuppi, vicino alla comunità di Sant’Egidio, noto per la sua apertura al dialogo con la comunità LGBTQ e ritenuto in continuità con la linea pastorale di Francesco; il cardinale Péter Erdő, ungherese, considerato più attento alla dottrina; il cardinale Luis Antonio Tagle, filippino, volto di una Chiesa globale in espansione; il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, forte di una lunga esperienza diplomatica; e il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, la cui figura ha acquisito rilievo per il ruolo nel dialogo in Medio Oriente.
Quale eredità?
L’eredità di Francesco sarà oggetto di analisi nei prossimi anni. Per alcuni, ha tentato di rendere la Chiesa più vicina alle sfide del presente; per altri, il suo approccio ha accentuato le divisioni interne. Il prossimo papa dovrà misurarsi con una comunità globale variegata e con esigenze spesso divergenti, cercando equilibrio tra continuità e rinnovamento.
I nomi dei papabili , riportati nell’articolo di Luigi Cortese ,
mi hanno richiamato alla mente le cosiddette Profezie sui Papi o , note anche come Profezie di San Malachia ( Armagh , 1095 – Clairvaux , 1148 ) . Sono 112 motti , in latino , riguardanti i futuri papi , a partire da Celestino II , salito sul soglio pontificio nel 1143 , fino ad arrivare all’ultimo papa , ossia , il prossimo , il successore di Francesco , per dirla diversamente . Secondo il santo irlandese , abate e vescovo di Clairvaux , l’ultimo papa della Chiesa sarà proprio quello che sarà eletto a breve e che regnerà in un periodo di grande tribolazione ed il suo pontificato assisterà al crollo di Roma ed alla fine della Chiesa cattolica su tutta la terra . Ma la cosa più strana è che , secondo le profezie del Santo di Armagh , quest’ultimo papa si chiamerà Pietro .
Ora , non ci vuole molto per capire che San Malachia conoscesse , ed anche molto bene , la storia di Roma antica , ove tutti sappiamo che il primo re si chiamava Romolo Quirino (sovrano dal 754/753 a . C . al 717/716 a . C . ) e l’ultimo imperatore d’Occidente si chiamava Romolo Augustolo (imperatore dal 475 d. C . al 476 d . C . ) . Entrambi Romolo !
Strana coincidenza , vero !
Per cui , gli è venuto , diciamo così , in automatico , profetizzare che , con molta probabilità , la stessa cosa sarebbe potuta succedere alla Chiesa , e visto che il primo papa si chiamava Pietro , di conseguenza , anche l’ultimo si sarebbe dovuto chiamare Pietro .
Nell’elenco dei papabili fornitoci da Luigi Cortese , però , ben tre cardinali , favoriti dai pronostici , si chiamano Pietro , vale a dire : Peter Erdò , Pierbattista Pizzaballa e Pietro Parolin .
Strana coincidenza , vero !
Speriamo che valga l’antico adagio : chi entra nel conclave da papa ne esce da cardinale .
E , spero che , per questo , non me ne vogliano i tre illustri porporati , a cui va la mia incondizionata ed affettuosa stima .
grazie Luciano,
mi permetto fi prendere le tue riflessioni farle mie e magari estrapolarci in bell’articolo proprio du questo.
Grazie a te che hai deciso di onorare un mio umile commento prendendolo come spunto per un tuo prossimo articolo .
Mi associo ai complimenti di Luigi Cortese per il tuo interessante commento.
Oltre alla già menzionata profezia di san Malachia, un’ulteriore prospettiva di lettura degli eventi cruciali che attraversano il nostro tempo ci viene offerta dalle profezie della beata Anna Katharina Emmerick (1774-1824), le quali, oltre a predire incredibilmente il regno di due papi, indicano come un pericolo mortale per la Chiesa cattolica il suo cedimento al protestantesimo e la sua apertura ad un ecumenismo minimalista, fondato su una debole assonanza tra le varie religioni, che quindi escluderebbe l’affermazione forte di ciò che rende tale il cristianesimo: il mistero di un Dio che si fa carne, muore e risorge.
Per correttezza, faccio presente che l’autenticità di queste profezie (sia quella di san Malachia che quelle della beata Anna Katharina Emmerick) è oggetto di controversia in sede di ricerca storica.
Un cordiale grazie per i tuoi graditi complimenti .