di Gloria Callarelli
Oggi, grazie a Dio, è il giorno del silenzio. Piazza San Pietro gremita per il funerale di Papa Francesco, il cordoglio commosso, il rito della morte che entra prepotentemente nella vita ci ricordano, sempre, che tutti noi siamo polvere e polvere anche noi, tutti noi, ritorneremo. Che siamo uomini mortali, tutti noi siamo pieni di miseria, di peccato, di sporcizia. Che il Giudizio, alla fine, spetta solo a Dio.
Quando era in vita mi è capitato, e lo confesso, di criticare un paio di uscite di Papa Francesco. Soprattutto all’inizio del suo pontificato. La retorica sui migranti per esempio o sui vaccini Covid. Dichiarazioni anche gravi, ma, immagino, dettate da un potere difficile da scardinare. Per il resto, nella storia recente, il Papa ha dimostrato grande lucidità e, sui temi importanti, ha sempre parlato bene. Sulla difesa della vita, contro l’aborto (“E’ un omicidio e i medici che lo commettono sono sicari”), contro l’eutanasia (“Non c’è un diritto alla morte”), contro il gender e il potere LGBT (“L’ideologia gender è il pericolo più brutto del nostro tempo” e l’indimenticabile “C’è troppa frociaggine”), per la pace e soprattutto contro la guerra sionista. Chapeau. E mi viene da pensare: ma in fondo, come diceva spesso lui, chi sono io per giudicare?
E allora mi sento di scrivere questo pezzo perchè troppe parole brutte ho letto in questi giorni dopo la morte di Bergoglio. Non di persone che fanno un bilancio, non pensieri costruttivi, Ma persone che si dicono sollevate dalla dipartita di Francesco e tante altre nefandezze. Un male al cuore, davvero. C’è una sacralità nella vita che parte dal concepimento e si conclude nella nostra morte ed è una sacralità che merita rispetto. Purtroppo in quest’epoca tanto smart ma poco educata, non perdiamo occasione di fare i giudici da tastiera, gettare sentenze, scrivere ignobiltà, infangare, quando non addirittura insultare gratuitamente anche chi non si può più difendere, giudicando sempre. Come se il nostro giudizio possa veramente interessare qualcuno, tra l’altro.
Potere dei social che, come la televisione, spesso si trasformano davvero in tabernacoli del demonio. Superbia da tastiera, smania dei like, della battuta per forza anche quando priva del minimo gusto. Ecco manca il gusto in quest’epoca. Siamo saturi di foto, di influencer, di musica ad alto volume, di donne svestite, di uomini muscolosi ma non vedo nessuna bellezza. Manca la bellezza del pudore, dell’educazione, della semplicità manca la scintilla divina in un’epoca che Dio Lo ha cancellato. Manca l’umiliazione di sapere che, appunto, siamo nulla e che tutti noi arriveremo a presentarci davanti a Dio. Perchè perfino quando muore un Papa ci sentiamo in dovere di prenderlo in giro e giudicarlo. Provo un triste disgusto. E’ un vomitare e basta. Tanto che l’olezzo della maldicenza vomitata si sente ovunque e si diffonde. E come la zizzania cresce e divide. Divide anche i cattolici, anche i cristiani. Dunque cui prodest?
Mettiamoci una mano sulla coscienza e chiniamo il capo. Perchè il rispetto per il Papa è anche il rispetto per Roma. Per la Chiesa Cattolica, per Dio. Perchè un cristiano rispetta i morti. E prega. Prega che il malvagio, chi sbaglia o il nemico, addirittura, si redima in vita, e prega a maggior ragione per la sua anima dopo la morte. Non cancella il cordoglio. Il resto è vomito, è goduria di satana. E’ inutile al Bene. Impariamo nuovamente la Bellezza e torniamo all’arte del silenzio e della preghiera. Non cadiamo nella trappola del demonio. Non giudichiamo e non saremo giudicati; non condanniamo e non saremo condannati; perdoniamo e saremo perdonati.
prima di tutto….. riposi in pace. sarà giudicato dall’ Onnipotente come tutti.
Per me, UNICO e Ultimo Santo Padre BENEDETTO XVI, Lui SI davvero Umile e Profondo. Non aveva bisogno di ostentare il Bene che faceva agli ultimi, lo faceva e basta. invece Bergoglio………..! Quanto spettacolo, quanto apparato mediatico.
La morte richiede silenzio. Giusto. Ma dobbiamo pur distinguere tra bene e male di ciò che si è fatto in vita soprattutto per chi è stato a capo di una comunità.
Mai colto alcuna tensione verso la trascendenza, l’ Assoluto, l’ Eterno, l’Anima, il peccato, la redenzione, il Sacro.
Il cattolicesimo non è “bidimensionale”né una ONG, non è ambientalismo, non è apertura sempre e comunque a tutto il mondo. Piaceva agli atei. A me no.