Si è rivelata una messa in scena l’aggressione denunciata pochi giorni fa da un sindacalista della CGIL a Sestri Ponente, Genova. L’uomo aveva raccontato di essere stato insultato e picchiato da due presunti estremisti di destra che avrebbero anche inneggiato al fascismo durante l’assalto. Una notizia che aveva fatto rapidamente il giro dei media e aveva portato centinaia di persone a manifestare in piazza Baracca, tra slogan antifascisti e interventi infuocati di esponenti della politica e dei sindacati.
Oggi, la verità è venuta a galla: l’aggressione non è mai avvenuta. A confessarlo è stato lo stesso sindacalista, dopo che le indagini della Digos hanno smontato il suo racconto pezzo dopo pezzo.
Una messinscena rivelatrice
Questo episodio è molto più di un fatto isolato: è la spia di una strategia più ampia che vede parte della sinistra e dei sindacati impegnata nel tentativo sistematico di allarmare il popolo italiano su un inesistente “ritorno del fascismo”. Una retorica ossessiva, che distoglie l’attenzione dai problemi reali – lavoro, tasse, immigrazione fuori controllo – per costruire un nemico immaginario utile solo a compattare le fila e giustificare certe derive liberticide.
Non è un caso che, prima che emergesse la verità, numerosi leader politici abbiano colto l’occasione per ribadire la “necessità di una nuova mobilitazione antifascista”, evocando scenari da anni ’20 che nulla hanno a che vedere con la realtà dell’Italia attuale.
Allarmismo come strumento di potere
La messinscena di Genova conferma che il vero rischio per la nostra democrazia non è un inesistente “fascismo di ritorno”, ma la manipolazione delle emozioni collettive da parte di chi, incapace di offrire soluzioni concrete, preferisce costruire spauracchi ideologici.
È urgente che i cittadini italiani aprano gli occhi e chiedano conto di queste operazioni mediatiche che, anziché rafforzare la coesione sociale, alimentano divisioni, paure e odio. Perché la verità, quella vera, è il primo dovere di chi dice di voler difendere la democrazia.
Mi sono sempre chiesto , nel passato , e , mi chiedo tuttora ,
dove stanno , i tanto sbandierati , nemici della democrazia ?
Allora , come oggi , la risposta è sempre la stessa : NON certamente a destra .
Al di là del caso patetico di un sindacalista che denuncia un’aggressione mai avvenuta, questo episodio mi offre lo spunto per una riflessione più ampia.
Se accettiamo il luogo comune che intende il fascismo come esempio da manuale di un potere autoritario e massificante, capace di modellare i comportamenti delle persone manipolandone e livellandone le idee, le aspirazioni e i desideri… beh, allora dobbiamo constatare che l’antifascismo riproduce le stesse dinamiche del fenomeno storico di cui vorrebbe essere l’antitesi! Certo, nel corso dei decenni si è evoluto. E’ venuto meno il suo slancio rivoluzionario verso una società egualitaria (ciò che caratterizzava la sua componente comunista e maggioritaria), non c’è più traccia del mito della classe operaia, il soggetto sociale che (secondo la teoria marxista della lotta di classe) emancipando se stesso avrebbe liberato l’umanità intera. Così oggi (in realtà, già da molti anni) siamo testimoni di un antifascismo salottiero, parolaio, in linea con le mode e le tendenze della società dei consumi, funzionale ai potentati economici e finanziari transnazionali che dettano la loro agenda a stati e governi, ma soprattutto intimamente antidemocratico… sì, perché diffida del popolo e vede in esso una massa informe sempre incline a suggestioni populiste, sovraniste e, manco a dirlo, fasciste!
Hahahahahaha sono cose che creano loro stessi per poi incolpare gli altri. Usano infatti anche tattiche di questo genere, da quelle più semplici a quelle più sofisticate. Tentano cose anche gravi, compresi suicidi indotti. C’è qualcuno, che ancora rimane occulto, ma che può essere catturato, che ha tentato,anche nei miei confronti, insieme ad altri soggetti, di indurre suicidi artificialmente attraverso atti di stalking e istigazioni di vario tipo e che sono durate anni. Purtroppo si. Arrivano a fare anche questo, senza farsi denunciare. Bisogna difendere la libertà di espressione, quella vera e i diritti fondamentali, che vanno difesi come sacri.