di Luigi Cortese

Si è rivelata una messa in scena l’aggressione denunciata pochi giorni fa da un sindacalista della CGIL a Sestri Ponente, Genova. L’uomo aveva raccontato di essere stato insultato e picchiato da due presunti estremisti di destra che avrebbero anche inneggiato al fascismo durante l’assalto. Una notizia che aveva fatto rapidamente il giro dei media e aveva portato centinaia di persone a manifestare in piazza Baracca, tra slogan antifascisti e interventi infuocati di esponenti della politica e dei sindacati.

Oggi, la verità è venuta a galla: l’aggressione non è mai avvenuta. A confessarlo è stato lo stesso sindacalista, dopo che le indagini della Digos hanno smontato il suo racconto pezzo dopo pezzo.

Una messinscena rivelatrice

Questo episodio è molto più di un fatto isolato: è la spia di una strategia più ampia che vede parte della sinistra e dei sindacati impegnata nel tentativo sistematico di allarmare il popolo italiano su un inesistente “ritorno del fascismo”. Una retorica ossessiva, che distoglie l’attenzione dai problemi reali – lavoro, tasse, immigrazione fuori controllo – per costruire un nemico immaginario utile solo a compattare le fila e giustificare certe derive liberticide.

Non è un caso che, prima che emergesse la verità, numerosi leader politici abbiano colto l’occasione per ribadire la “necessità di una nuova mobilitazione antifascista”, evocando scenari da anni ’20 che nulla hanno a che vedere con la realtà dell’Italia attuale.

Allarmismo come strumento di potere

La messinscena di Genova conferma che il vero rischio per la nostra democrazia non è un inesistente “fascismo di ritorno”, ma la manipolazione delle emozioni collettive da parte di chi, incapace di offrire soluzioni concrete, preferisce costruire spauracchi ideologici.

È urgente che i cittadini italiani aprano gli occhi e chiedano conto di queste operazioni mediatiche che, anziché rafforzare la coesione sociale, alimentano divisioni, paure e odio. Perché la verità, quella vera, è il primo dovere di chi dice di voler difendere la democrazia.

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