di Gloria Callarelli
Dopo l’elezione di Papa Leone XIV, nome non casuale e significativo, il mondo politico è in pieno fermento. Vale la pena quindi analizzare quella che è la base del pensiero rivoluzionario politico cattolico che inizia con Leone XIII e che potrebbe caratterizzare nuovamente e in modo profondo la storia dei popoli. Abbiamo intervistato, su questo, Roberto Fiore.
Perché nasce la Rerum Novarum e di cosa tratta?
Il conflitto ideologico degli ultimi due secoli ha al suo centro la questione sociale; viene perciò scritta da Leone XIII l’enciclica Rerum Novarum. È il periodo in cui il marxismo sta dilagando attraverso la propaganda di un’ideologia materialista che considerava la lotta di classe, la sovversione dello Stato e la dittatura del proletariato strumenti per ribaltare l’arroganza del capitale. La Chiesa Romana non può accettare questa idea divisiva e anticristiana e pertanto il suo rappresentante più alto, Leone XIII, scrive un trattato sulla situazione dei lavoratori, dà risposte e crea così la Dottrina Sociale della Chiesa.
Quali sono i fondamenti cardine della Rerum Novarum?
La Rerum Novarum si scaglia soprattutto contro il capitalismo liberista che rende l’uomo schiavo e non è interessato alla dignità del lavoratore e alla sua giusta ricompensa: l’ enciclica parla poi della partecipazione economica degli operai alla gestione del lavoro e delle imprese.
Qual è la soluzione?
L’ enciclica è chiara: la soluzione è la terza via che superi il capitalismo e il marxismo con al centro la visione corporativa. Il fascismo prenderà dal ’24 lo spunto dalla Dottrina Sociale per ridurre l’orario di lavoro, tutelare gli operai in caso di incidenti e istituire la Pensione. Nel 1939 creerà infine la Camera delle Corporazioni, luogo di rappresentanza delle categorie senza divisione fra capitalisti e proletari.
Infine Mussolini farà sua la difesa della proprietà e l’allargamento della stessa a tutte le fasce sociali, trasformando i proletari in proprietari.
Perché il corporativismo viene demonizzato quando in realtà ha sempre avuto una forte radice nella storia?
La corporazione, che viene richiamata nella sua forma medievale, in realtà ha un’origine ben più lontana e risale a Numa Pompilio, secondo re di Roma. Vale la pena ricordare che durante il suo regno si trovò di fronte una società divisa dopo il ratto delle Sabine: la guerra era stata evitata grazie alle donne che si erano opposte, “inter tera volantia”, fra i romani e sabini; ma la società rimaneva divisa. Numa Pompilio pensò quindi di risolvere la situazione organizzando i collegia, associazioni del lavoro che misero insieme tutti i gradi dell’attività lavorativa, dal soggetto più semplice e più umile, fino al datore di lavoro e al finanziatore della bottega artigianale o del terreno agricolo formando così la Corporazione. Non solo in questo modo si potè riunire la società romana in un unico popolo, ma si ebbe il miracolo di un fiorire enorme dei “collegia” a Roma. In realtà, e questo è noto a tutti coloro che hanno studiato le ideologie del XX secolo, il fascismo deriva direttamente dalla Dottrina Sociale della Chiesa e quindi dalla Rerum Novarum, e, anche se forse più parzialmente, dalla Quadrogesimo Anno, l’enciclica scritta quarant’anni dopo la Rerum Novarum, proprio quando il fascismo aveva preso il potere e si era sul punto di iniziare il sistema corporativo.
Continua
Dopo la Rerum Novarum ci fu un grande movimento di rinnovamento nella politica grazie agli spunti che la Chiesa aveva messo in campo con l’enciclica. Riprendiamo il cammino da li. Sono convinta che Leone XIV penserà ad una enciclica con questo tema per ovviare al CAOS imperante. Risposta alla S.Agostino, grazie!
È importante riscoprire le radici del pensiero sociale cattolico, specialmente in un momento storico in cui si torna a parlare di giustizia sociale e partecipazione. Il richiamo alla Rerum Novarum e al corporativismo offre spunti utili per un dibattito più ampio e consapevole.
Senza dimenticare le encicliche di Leone XIII sulla condanna alla massoneria di ogni ordine e grado. D’altronde liberalismo e comunismo ha le radici ben piantate dentro le logge e anche il Fascismo non fece attendere la sua condanna. Il minimo che possa fare questo Papa, soprattutto in virtù del nome che ha scelto, è scomunicare tutti gli appartenenti, tutti gli ordini massonici e le loro diramazioni. Questa sarebbe una vera rivoluzione, cancellare il danno fatto dai suoi predecessori, soprattutto da GPII che accolse il B’nai B’ rith (orrore) in Vaticano ma si premurò di scomunicare Mons. Lefebvre. Che tempismo… Attendiamo la seconda parte dell’intervista.
C’è una differenza essenziale tra il corporativismo cattolico e il corporativismo fascista che Fiore, almeno in questa prima parte dell’intervista, non coglie: il primo si fonda sulla distinzione tra società e Stato e sulla precedenza della persona e della società rispetto allo Stato, invece nel secondo “l’individuo non esiste se non in quanto è nello Stato e subordinato alle necessità dello Stato” (Mussolini); il primo è espressione del pluralismo sociale, il secondo dell’autoritarismo accentratore.
Fiore risponderà certamente nella seconda parte della mia intervista o meglio Le risponderà direttamente Salazar
La storia ha dimostrato, che il comunismo materialista non ha dato risposte costruttive all’essere umano, per quanto nobili siano alcuni ideali o aspirazioni, che sono comuni o universali o presenti già nel cristianesimo.
Nei tempi passati, come al tempo della Rerum Novarum e nei decenni successivi, i Paesi vetero-comunisti avevano principalmente tre tipologie di lavoro. C’erano i contadini, i soldati e gli operai. Il popolo doveva per forza di cose suddividersi in queste tre categorie.
Al di sopra di queste categorie vi era la famosa nomenclatura. Ora, chi faceva parte di questa nomenclatura? Era la casta degli intellettuali. La casta degli intellettuali nei Paesi sovietici era costituita da privilegiati e la maggior parte di questi aveva una appartenenza etnica particolare che possiamo intuire.
Non a caso, successivamente, gli stessi sono diventati come gli odierni oligarchi oppure, ancora potenti nei Paesi come la Russia, l’Ucraina ecc…. Molti emigrarono in USA e oggi costituiscono , per così dire, come sappiamo, la classe dirigente americana a tutti i livelli, dal cinema alla finanza e, quindi, alla politica.
Nei Paesi vetero-comunisti ancora esistenti, come la Corea del Nord, pur non essendoci israeliti , esiste comunque questa nomenclatura, che si annalza al posto di Dio. Kim, come il predecessore, pur non essendo israelita, si fa adorare come una divinità legata al Sole.
Questi sono esempi e risvolti dei Paesi comunisti, così come erano stati costruiti all’epoca nell’applicazione materialistica dei concetti del marxismo.
C’è, quindi, un problema di caste. La Cina, che non è comunista, userebbe la Corea del Nord, semplicemente per necessità geopolitiche, ma preferisce la Corea del Sud, se non ci fosse qualcuno dall’altra parte dell’Oceano che usa la strategia del “divide et impera”.
Mussolini, come socialista, fu costruttivo, anche nell’essere ispirato dalla Dottrina Sociale della Chiesa,come si esplica nell’articolo. Mise le fondamenta per la costruzione dello Stato Sociale in Italia. Questo dimostra come la politica sia necessaria nella costruzione della società.