di Gloria Callarelli
Il 20 maggio Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, ha presenziato a Napoli ad un’udienza che si è trasformata in un rinvio a giudizio a seguito della manifestazione contro le restrizioni di Napoli del 22 ottobre 2020. Una serie di gravissime accuse mosse contro una persona che nemmeno si trovava a Napoli in quei giorni e la cui unica colpa è stata quella di scrivere un tweet di sostegno alle proteste anti lockdown. Sul punto abbiamo intervistato uno degli avvocati del segretario, Vincenzo Di Nanna.
Avvocato buongiorno, ci parli del rinvio a giudizio di Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova. Di cosa è accusato a Napoli?
Per far comprendere l’assurdità del rinvio a giudizio dinanzi alla Corte d’Assise di Napoli, è utile ricordare che l’On. Roberto Fiore è imputato di concorso nel delitto di devastazione e saccheggio ed altri gravi reati, addirittura con la contestazione dell’aggravante della finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico e di quella per “reati connessi ad attività mafiose”. Roberto Fiore, in particolare, avrebbe concorso alla commissione dei gravi reati contestati, nella sua qualità di “segretario nazionale di Forza Nuova”, quale “istigatore e promotore” perché, pur trovandosi a Roma e senza mai recarsi a Napoli nell’ottobre del 2020, il 23 ottobre 2020 alle ore 22.53 ha pubblicato sul suo profilo il seguente tweet: “Mentre Mattarella riunisce il consiglio di guerra e De Luca prepara un vergognoso lock down, Forza Nuova è pronta a scendere in piazza al fianco del popolo di Napoli senza paura, con il vigore tipico della nostra gente. No dittatura sanitaria”.
Non si ravvisa nessun riferimento all’uso della violenza.
No, il messaggio non contiene alcun invito all’utilizzo della violenza ed anzi lo stesso Fiore, il giorno dopo, tramite un articolo pubblicato sul sito globalist.it, ha ritenuto di dover precisare: “…Quanto agli episodi di violenza noi come partito politico siamo sempre rispettosi di un quadro generale di legge, ma allo stesso tempo siamo pronti alla disobbedienza civile per quanto riguarda le norme del lockdown che sono totalmente illegali, anticostituzionali e antipopolari e per questo riteniamo che sia giusto non rispettarle”. Come si evince chiaramente da tali pubblicazioni “on line” l’On. Fiore ha, semmai, condannato l’uso della violenza nello scontro politico, limitandosi a divulgare un invito nonviolento alla disobbedienza civile, neppure contro le leggi dello Stato, bensì contro provvedimenti di natura meramente amministrativa, palesemente illegittimi per violazione delle norme della Costituzione poste a tutela delle libertà fondamentali dei cittadini.
Quali sono i punti che difendete con fervore e che secondo voi non quadrano per nulla nelle accuse? In particolare c’è un informativa dei carabinieri che sarebbe importante tenere in considerazione. Ci può spiegare di cosa si tratta?
Per dimostrare la palese infondatezza dell’accusa è sufficiente leggere la nota informativa a firma del comandante dei ROS –Reparto anticrimine di Napoli del 27 ottobre 2020, nel cui testo è scritto:
1) ALLE ORE 22.30 I MANIFESTANTI SI MUOVEVANO CON IL PRIMO INNESTO IN TESTA AL CORTEO DI UN GRUPPO DI FACINOROSI.
2) ALLE ORE 23.00 I DIMOSTRANTI ASSUMEVANO LA CONSISTENZA DI CIRCA 1000 UNITA’ (MOMENTO IN CUI SI REGISTRA UN PIU’ AMPLIO INNESTO DI VARI GRUPPI PROVENIENTI SA MOLTEPLICI DIREZIONI ANCHA A BORDO DI CICLOMOTORI)
3) ALLE ORE 23.10 IL CORTEO, GIUNTO NEI PRESSI DELLA REGIONE CAMPANIA, VENIVA CARATTERIZZATO DALL’INTRUSIONE IMPROVVISA MA ORGANIZZATA DI SOGGETTI INCAPPUCCIATI, PROVENIENTI DA VIE ADIACENTI (PAG. 3 INFORMATIVA).
Analizzate tali circostanze, l’informativa formula delle conclusioni che scagionano Roberto Fiore:
SI RITIENE DI POTER RAGIONEVOLMENTE AFFERMARE CHE LE VIOLENZE VERIFICATESI NELLA SERATA DEL 23 OTTOBRE SIANO STATE POSTE IN ESSERE E ORGANIZZATE IN UN BREVE LASSO TEMPORALE DA APPARTENENTI ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA E FRANGE ULTRAS PER SCONGIRARE UN EVENTUALE PROSSIMO LOCKDOWN POTENZIALMENTE DEVASTANTE PER I TRAFFICI ILLECITI DEI SODALIZI CRIMINALI DELLA CITTA’
Conclusioni purtroppo ignorate dalla Procura di Napoli, tanto che Roberto Fiore è stato accusato ed ora rinviato a giudizio, quale “promotore e istigatore” di una manifestazione che, nella sua degenerazione violenta, secondo i carabinieri, sarebbe stata organizzata e promossa dalla camorra. Una situazione paradossale che diviene addirittura kafkiana, nel momento in cui, sempre nella citata nota informativa, il comandante dei ROS ricorda quanto dichiarato dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di un’intervista alla trasmissione “CHE TEMPO CHE FA” del 25 ottobre 2020:
“GIA’ SAPEVAMO DA UNA SETTIMANA CHE ALLE ORE 23.00 DI VENERDI’ SAREBBE SCATTATA LA SCENEGGIATA VIOLENTA”.
Fiore parla di Crosetto e di un suo tweet molto particolare (e anche piuttosto duro) nel suo comunicato stampa: su cosa il segretario nazionale di Forza Nuova chiama in causa il ministro e perché?
Guido Crossetto, attuale ministro della Difesa, il 24 ottobre 2020, alle ore 8.19 ha pubblicato il seguente tweet:
“Se gentaglia come quella di FN pensa di poter usare la rabbia e la frustrazione di tutti noi e debolezza collettiva del momento, per provare ad innescare escalation di violenza nelle grandi città, la reazione delle Stato deve essere durissima ed immediata”.
Un messaggio che sembra volto ad orientare le indagini criminalizzando l’attività politica di Forza Nuova e quella del suo segretario, “colpevoli” d’aver espresso un giusto e motivato dissenso contro un provvedimento di lockdown che, se fosse stato adottato, avrebbe ingiustamente compresso libertà fondamentali dei cittadini napoletani
In Italia è ancora permesso dissentire politicamente da certe dinamiche di potere?
Dissentire è pericoloso e lo dimostra non solo la vicenda kafkiana del recente rinvio a giudizio dinanzi alla Corte d’assise di Napoli ma, ancor di più, l’ingiusta condanna comminata per i fatti del 9 ottobre, quando è incontrovertibilmente provato dalle telecamere interne alla sede della CIGL che Roberto Fiore fece ingresso nel palazzo al solo scopo di far cessare i danneggiamenti in atto.
E’ un processo politico contro il dissenso?
L’imputazione è destituita d’ogni fondamento fattuale e giuridico che, malgrado l’intenzione di chi l’ha formulata, rischia di trasformare il processo in un processo politico contro il dissenso, espresso da chi, durante la cosiddetta pandemia, si è opposto con coerenza e coraggio a provvedimenti che hanno violato, in maniera spesso irrazionale e dispotica, fondamentali diritti di libertà dei cittadini.
Siamo in piena dittatura, veramente scandaloso.
Quanto successo e che sta succedendo richiama quanto fatto da Gandhi in India. Coraggio, Uomini e Donne di FN si è sulla strada giusta per riaffermare la Vera Costituzione Italiana e le Fondamenta dei nostri principi di Pace, Conservazione e Difesa del nostro Territorio, della nostra Religione Universale, delle nostre Tradizioni. FN ha il compito di stabilire ed essere il Faro di Luce e Verità che ci è stato chiesto di Testimoniare e Diffondere! Coraggio!
Complimenti! C’è ne fossero Donne come lei!!!!
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Ovviamente, si capisce che, quanto accaduto, è semplicemente un escamotage per colpire FN e per ostacolare il senso del dissenso. Tutto va al di là della questione del Covid stesso. Biaogna aspettare in Italia una ribellione totale come accadeva in Cile ai tempi del Covid, ma che, poi, fu repressa, proprio con la scusa del covid.
mi sbaglierò ma ho l’impressione che queste iniziative giudiziarie più che danneggiare FN e Roberto Fiore ottengano l’esatto contrario
Tutta l’Italia sana , fiera e giusta, spera che lei non si sbagli …..
“Colpito il pastore le pecore sono disperse” (Zac . 13,7) ,
diceva il profeta Zaccaria (VI – V sec . a . C . ) . Affermazione che trova una sonora eco nei vangeli :”… Allora Gesù disse loro : Voi tutti questa notte sarete scandalizzati per causa mia, perché sta scritto : Percuoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse … ”
(Matteo . 26,31) .
“… E Gesù disse loro : Voi tutti sarete scandalizzati di me questa notte , perché sta scritto : Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse …” (Marco . 14,27) .
In effetti , i seguaci di Gesù , atterriti ed inariditi , si dispersero , Simon Pietro ,addirittura, negò , per ben tre volte , di essere un discepolo del Nazzareno e giurò di non conoscerlo
(cfr , Mc . 14 . 66-72; Mt . 26 , 69-75; Lc . 22. 56-62; Gv . 13,37-38; 18, 15-18 e 25-27) , gli altri discepoli , timorosi , si rintanarono ove poterono . L’ingiusto processo , la disumana flagellazione e l’orrenda morte in croce di Gesù aveva terrorizzato tutti .
Ma il verbo trovò terreno fertile fra i gentili (termine inteso , da un punto di vista ecclesiastico , come sinonimo di pagano) e tra gli ebrei che gravitavano nel frastagliato e variegato mondo ellenico . Infatti , il maggiore diffusore e divulgatore della parola fu un ebreo ellenizzato , originario di Tarso , città dell’Asia Minore (l’odierna Turchia) : un “certo” Saulo di Tarso (San Paolo) , per la precisione , noto poi come l’apostolo delle genti (dal latino “gentes” ossia , nel significato neotestamentario , coloro che appartenevano alla società greco-romana e , dunque , non , o non del tutto ebrei) . Il primo martire fu proprio un non ebreo , un greco , per l’appunto , di nome Stefano (Stefano è un tipico nome greco : stèfanos , che significa corona) , nato in Grecia , intorno al 5 d . C . e morto a Gerusalemme il 36 d . C .
Costoro , insieme ad altri apostoli ed ai discepoli di Gesù fecero proseliti nel mondo romano e giunsero ad un numero tale da impressionare i funzionari dell’impero . Plinio il giovane , governatore della Bitinia ( 111 – 113/114 d . C . ) , in una sua lettera all’imperatore Traiano ( Epistolarum libri . X , 96) chiedeva lumi al suo principe su come comportarsi verso questi seguaci di questa nuova religione , chiamati Cristiani .
Nei decenni successivi , i seguaci di Cristo , crebbero in quantità e qualità , tanto da costringere gli imperatori Licinio e Costantino ad includere il loro credo nell’editto di Milano (313 d . C . ) tra le religioni che potevano essere professate liberamente nell’impero , non solo , ma uno dei due imperatori , fautore di quell’editto , divenne (probabilmente , già lo era prima del 314 d . C. ) cristiano , e che passò poi alla storia come Costantino il Grande (imperatore dal 312 al 337 d . C , ) , primo imperatore cristiano di Roma antica . .
Il Cristianesimo , ormai dilagante , divenne , addirittura nel 380 d . C . , con l’editto di Tessalonica , e per volere dell’imperatore Teodosio I , religione ufficiale dell’Impero .
Attualmente , quelle pecore , che dovevano restare atterrite e disperse , sono nel mondo , poco meno di due miliardi , di cui circa un miliardo e quattrocento milioni fanno parte della Santa Romana Chiesa Cattolica , che ha come capo un “pastore” con ben due lauree : una in matematica (facente parte delle discipline scientifiche ) ed un’altra in filosofia (facente parte delle discipline umanistiche ) , mentre il nostro capo del governo , amica e collega di partito di Crosetto , non ne ha neppure una .
Dobbiamo essere fieri di far parte di una religione che annovera uomini eruditi , come San Girolamo , San Tommaso d’Aquino e tanti altri … ed in ultimo , ma non per ultimo , il plurilaureato vescovo di Roma , il resto lasciamoglielo ai “rosiconi” dell’arida ed amorfa politica romana , e lasciamo che si crogiolino , pure , con la loro stolta ed effimera illusione di disperdere le greggi percuotendo il pastore . Ormai si sa , chi non conosce la storia è condannato a ripeterla .
Sì, ma se ci rifacciamo a nostro Signore, non insisterei troppo sui titoli accademici…
“In quel tempo Gesù disse: ‘Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli'” (Mt 11,25).
Con l’espressione evangelica (Marco e Matteo) e biblica (Zaccaria) “percuotere il pastore per disperdere il gregge” mi riferivo espressamente a nostro Signore , ma allegoricamente (mi si passi il termine, senza alcuna volontà di blasfemia) ad un altro “pastore” di un altro “gregge” che viene “percosso” , in simil modo , affinché il suo “gregge” si disperda .
Per quanto riguarda i titoli accademici , presumo ,(correggimi se ho inteso male ) che tu alluda al parallelismo che ho fatto tra la Meloni ed il cardinale Prevost . , monaco agostiniano . Gli agostiniani si sono sempre (non proprio tutti) distinti per il loro sapere e la loro erudizione .
Tra gli agostiniani , in tal senso , mi sta particolarmente a cuore uno , a cui sono stato , sin da piccolo , molto devoto : si chiamava Fernando Martins de Bulhòes , ed era nato a Lisbona tra il 1190 e il 1191 da Martim de Bulhòes e Maria Teresa Taveira (come riporta la “Legenda Assidua”) . Fernando sin da bambino si era dimostrato molto intelligente e vivace e particolarmente religioso , a tal punto che per queste sue caratteristiche , i suoi genitori decisero di farlo studiare dagli agostiniani . Aveva quasi 15 anni quando intraprese , presso il convento di San Vicente de Flora , gli studi del trivium (grammatica , dialettica e retorica) e del quadrivium (aritmetica , geometria , astronomia e musica) e 17 anni quando i suoi insegnati lo mandarono al monastero di Santa Cruz a Coimbra a perfezionare i suoi studi sui testi sacri . Nel 1217 giunsero , in Portogallo , un nutrito numero di frati minori di Francesco di Assisi , alcuni dei quali presero alloggio nell’eremo di Sant’Antonio dos Olivais , non lontano da Coimbra . Cinque di loro , nel 1219 , partirono in missione per il Marocco , dove , il 16 gennaio del 1220 , la loro missione fu data alle fiamme , dai mussulmani , ed i cinque religiosi vennero barbaramente decapitati . Proprio in quell’anno il giovane Fernando terminò i suoi studi divenendo , ufficialmente , monaco e sacerdote agostiniano .Intanto , i corpi dei cinque francescani furono recuperati ed inviati in Portogallo , qui furono celebrate le esequie e sepolti . Fernando fu profondamente scosso da quell’episodio e decise di diventare francescano , Nell’estate del 1220 si recò nell’eremo di Sant’Antonio dos Olivais per essere accolto tra i francescani . Non volle più continuare ad erudirsi tra i libri , ma volle andare in giro per il mondo ad evangelizzare . Divenne , così , francescano con il nome di Antonio , come Sant’Antonio Abate , fondatore del monachesimo , vissuto in Egitto tra il 251 ed il 336 , a cui era stato dedicato l’eremo presso Coimbra . Mandato in Marocco , si ammalò ed i suoi confratelli ritennero opportuno rimpatriarlo in Portogallo , ma una tempesta sospinse la sua nave in Sicilia . Il 30 maggio 1221 giunse ad Assisi , dopo un faticoso viaggio di oltre 600 chilometri , per partecipare al capitolo generale dei francescani e dove conobbe personalmente Francesco . Fernando , o meglio , ormai frate Antonio , tenne nascosto il suo portentoso sapere , tipico degli agostiniani , poiché la regola francescana equiparava l’erudizione ad un atto di superbia . Chi è troppo istruito si eleva sugli altri apparendo superiore e questo strideva , pesantemente , con la regola del francescanesimo di essere umili , sempre , ovunque e comunque umili . Ma giunse il momento in cui il suo segreto sarebbe stato scoperto , del resto non si può tenere per sempre nascosta una montagna a tutti .
Il 24 settembre del 1222 , a Forlì , si dettero convegno numerosi monaci domenicani e , tra le altre cose decisero di ordinare sacerdoti alcuni dei loro confratelli , secondo la regola di San Domenico di Guzman (1170 – 1221) che aveva fondato un suo ordine monastico , quasi contemporaneamente a quello di Francesco di Assisi . Al convegno , per questo , furono invitati anche i francescani e , ovviamente anche frate Antonio ( al secolo Fernando Martins de Bulhòes ed , ormai , ex frate Fernando , degli agostiniani ) , Il maestro domenicano che officiava la cerimonia di ordinazione invitò i presenti a fare un discorso per esortare gli aspiranti neo sacerdoti a compiere il nuovo passo . Alcuni domenicani sfoggiarono la loro eloquenza , mentre , i francescani essendo per costituzione monastica poco inclini al sapere , o illetterati , come li definisce San Bonaventura da Bagnoregio (1218 – 1274) , francescano ed uno dei biografi di San Francesco ( l’altro a titolo di cronaca fu San Tommaso da Celano ) , tacquero , facendo una magra figura . Padre Graziano , responsabile provinciale per l’ordine dei francescani , della provincia di Romagna ( da intendersi come provincia monastica) conscendo bene il segreto di Antonio , che prima di essere francescano aveva fatto parte degli agostiniani , famosi per la loro erudizione , lo esortò prima a parlare e , poi vedendo la ritrosia di Antonio gli ordinò di tenere un vero e proprio discorso . Il frate obbedì e le sue eruditissime parole lasciarono di sasso i monaci domenicani , che non si aspettavano una così portentosa eloquenza da uno dei francescani , noti per la loro scarsa attitudine agli studi . Questo episodio giunse , ovviamente , alle orecchie di Francesco di Assisi , che in principio non fu felice di annoverare un “superbo” nel suo ordine , lui che predicava ed aveva sempre predicato l’umiltà . Però poi , da persona intelligente quale era , comprese che avrebbe potuto sfruttare il corposo sapere di quel suo frate , ex agostiniano , per contrastare gli eretici che stavano dilagando in molte città del nord Italia .
Le prediche di Antonio , grazie al suo sapere , si dimostrarono efficaci e la sua facondia giunse alle orecchie di papa Gregorio IX (1170 – 1241), che nel 1232 ribattezzò il giovane monaco “malleus haereticorum” (martello degli eretici) .
La fama del frate , quale persona istruitissima , crebbe in tutto il nord Italia ed ogni città , ogni paese ed ogni borgo se lo contendeva , Quando , il 13 giugno del 1231 ,morì , a soli 36 anni , nella città di Padova , i padovani lo acclamarono , a furor di popolo , subito santo e , gli costruirono in tempi record , una basilica a lui dedicata ( per quanto sopra cfr . Juan Carlos Moreno “Vidas de Sandos” edizione . tradotta e curata in italiano da Enrica Zaira Merlo “Vita dei Santi . Sant’Antonio di Padova” , pubblicazione periodica quindicinale . Anno I , numero 3 (12 marzo 2015) edita da RBA Italia . Milano 2015 pp . 10 e sg . ) .
Ora che il cardinale Prevost abbia una ferrea preparazione accademica (due lauree) e si muova , con la sua erudizione , nell’alveo della tradizione agostiniana , che annovera , tra gli altri , oltre a Sant’Antonio di Padova , anche altri come San Tommaso di Villanova , Egidio Romano , allievo del ben più illustre San Tommaso d’Aquino , Luis de Leon di Salamanca , oppure il ben noto monaco agostiniano Gregorio Mendel , vissuto nello scorso secolo e padre della moderna genetica , non deve meravigliare , come non deve meravigliare , affatto , che in ogni Stato oclocratico che si rispetti i governanti non abbiano finito gli studi , mentre un laureato ultra trentenne non abbia ancora un lavoro stabile , oppure ancor peggio , un laureato ultra cinquantenne , che abbia perduto il lavoro , sia assistito dalla Caritas Diocesana , perché incontra indicibili difficoltà per inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro . In Italia tutto questo è normale . E’ normale che un maestro di scuola elementare abbia (costretto dalla forza delle leggi) una laurea per “comandare” quindici bambini e dir loro che le vocali sono cinque , come è , altrettanto normale , che un capo del governo non abbia nessuna laurea e , grazie , sempre , alla forza delle leggi , sia ritenuto perfettamente idoneo a comandare 60 milioni di suoi concittadini . Come dire , in diversi ed ironici termini , se devi comandare alla scuola elementare , occorre la laurea , se devi comandare a Palazzo Chigi , basta la licenza elementare .
Per quanto riguarda il versetto di Matteo 11 , 25 , che tu citi , sono d’accordo con te , non ho letto , a fondo , gli scritti lasciatici da San Bonaventura da Bagnoregio e da San Tommaso da Celano ( i due massimi biografi di San Francesco ) ma , probabilmente , quando il Santo di Assisi , poneva l’umiltà , fra le regole del suo ordine , si riferiva proprio a quel brano evangelico da te giustamente citato .