di Nick Griffin
Il “Rapporto MAHA”: è praticamente una ripetizione della recente serie “Poisoning of America” dell’AFP. A parte tutti i rimproveri, tuttavia, il “Make America Healthy Again Report” (“Rapporto MAHA”) rappresenta una vera svolta, offrendo una seria speranza per un futuro più sano negli Stati Uniti.
Pubblicato dalla Casa Bianca il 22 maggio, il “Rapporto MAHA” rappresenta un passo avanti fondamentale per affrontare il sorprendente aumento delle malattie croniche tra bambini e adulti americani. Il Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), Robert F. Kennedy Jr., ha guidato la produzione del documento di 72 pagine che diagnostica le cause profonde di questa crisi: cattiva alimentazione, tossine ambientali, stili di vita sedentari, stress cronico e ipermedicalizzazione. Il “Rapporto MAHA” si apre con una statistica che fa riflettere: oltre il 40% dei bambini americani soffre di patologie croniche. Tra queste, obesità, asma, allergie, malattie autoimmuni e disturbi comportamentali. Il rapporto avverte che “i bambini di oggi sono la generazione più malata nella storia americana in termini di malattie croniche”, mettendo a rischio la salute, l’economia e la preparazione militare del Paese. Il rapporto identifica quattro principali fattori scatenanti della crisi: il consumo di alimenti ultra-processati, l’esposizione a sostanze chimiche ambientali, la mancanza di attività fisica, l’incapacità di affrontare lo stress cronico e l’eccessiva prescrizione di farmaci, molti dei quali potrebbero non essere necessari.
È chiaro che l’approccio pragmatico e pratico elimina la confusione delle politiche sanitarie convenzionali, offrendo soluzioni che rafforzano le famiglie e le comunità, sfidando al contempo gli interessi aziendali radicati. Una caratteristica distintiva del “MAHA Report” è la sua critica risoluta alle aziende alimentari trasformate, i cui prodotti e la pubblicità aggressiva stanno alimentando l’epidemia di obesità infantile e diabete. Il rapporto rileva che gli alimenti ultra-processati, ricchi di zuccheri, additivi artificiali e conservanti, rappresentano il 70% dell’apporto calorico dei bambini. Evidenzia come queste aziende spendano miliardi in campagne di marketing, utilizzando confezioni colorate, personaggi dei cartoni animati e pubblicità digitali per rivolgersi ai giovani consumatori. Questo comportamento predatorio privilegia i profitti rispetto alla salute pubblica, minando il benessere delle future generazioni americane. Il rapporto chiede normative più severe sulla pubblicità rivolta ai bambini e incentivi per le aziende a produrre alimenti più sani e ricchi di nutrienti. Promuove un sistema alimentare basato su prodotti sani e di produzione nazionale, riducendo la dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali che vendono cibo spazzatura e prodotti alimentari geneticamente modificati in modo da poter sopportare il lungo trasporto fino agli Stati Uniti da nazioni straniere distanti migliaia di chilometri. Affrontando le cause profonde della cattiva alimentazione, il rapporto getta le basi per un’America più forte e autosufficiente che dia priorità alla salute dei suoi cittadini rispetto ai profitti aziendali.
Altrettanto audace è l’attenzione del rapporto sulle tossine ambientali, in particolare per le “sostanze chimiche eterne” come i PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche). Questi composti sintetici, presenti nell’acqua, nel suolo e in prodotti di consumo come pentole antiaderenti, imballaggi alimentari e schiuma antincendio, sono collegati allo sviluppo di ritardi mentali, disfunzioni del sistema immunitario e un aumento del rischio di malattie croniche nei bambini. Il “Rapporto MAHA” sottolinea la persistenza dei PFAS nell’ambiente e nel corpo umano, rilevandone la presenza nel flusso sanguigno di quasi tutti gli americani. Richiede test rigorosi e indipendenti e potenziali azioni normative per limitarne l’esposizione. L’HHS affronta anche il tema dei pesticidi come glifosato e atrazina, sostenendo la necessità di una “scienza di riferimento” per valutarne la sicurezza. L’impegno del direttore dell’EPA Lee Zeldin a bilanciare le normative garantisce che le soluzioni proteggano i bambini senza danneggiare l’agricoltura americana, una preoccupazione fondamentale e legittima per coloro che temono l’ingerenza del governo. Il Rapporto MAHA” affronta anche lo stile di vita sedentario e guidato dalla tecnologia dei giovani di oggi, evidenziando la dipendenza da schermi, la privazione del sonno e lo stress cronico come principali fattori che contribuiscono alla cattiva salute. Citando la ricerca dello psicologo statunitense Jonathan Haidt sull’impatto sulla salute mentale
degli smartphone e dei social media, affronta le diffuse preoccupazioni dei genitori riguardo al peso della tecnologia sui figli. Il rapporto chiede azioni per promuovere l’attività fisica e ridurre il tempo trascorso davanti agli schermi come passo verso il ripristino di un’infanzia attiva e sana, essenziale per una nazione fondata sulla forza e sull’autosufficienza.
La critica del rapporto all’eccessiva medicalizzazione è forse la sua posizione più coraggiosa, in particolare la richiesta di ulteriori studi sul calendario vaccinale infantile. Mette in discussione i conflitti di interesse nella ricerca e nella regolamentazione medica, evidenziando l’influenza dell’industria farmaceutica sulle pratiche di prescrizione. Pur respingendo le affermazioni anti-vaccino più esplicite, il rapporto chiede “veri studi placebo” e un dialogo aperto sulla sicurezza dei vaccini, riflettendo un impegno per la trasparenza che molti americani desiderano ardentemente. Questa posizione riecheggia la promessa di Donald Trump in occasione della presentazione del rapporto: “Non ci lasceremo mettere a tacere o intimidire dalle lobby aziendali o da interessi particolari”. Forse non andrà così lontano come alcuni vorrebbero, ma questa richiesta di responsabilità è un punto di partenza per affrontare la presa delle grandi aziende farmaceutiche sull’assistenza sanitaria. Purtroppo, questo problema non si risolverà dall’oggi al domani, poiché è in lavorazione da decenni. Il rapporto è stato criticato per citazioni errate o mancanti, che la Casa Bianca ha attribuito a “problemi di formattazione” e sono stati rapidamente corretti. Questi errori, sebbene deplorevoli, non compromettono le verità fondamentali del rapporto. L’attenzione di liberal e aziende su questi punti minori mostra in realtà la debolezza delle loro controargomentazioni. La portavoce Karoline Leavitt lo ha descritto come “uno dei rapporti sanitari più trasformativi” mai pubblicati, e la rapida risposta dell’HHS dimostra responsabilità.
Il “Rapporto MAHA” è un grido di battaglia per un’America più sana e autosufficiente. La prossima strategia dell’HHS, prevista per agosto 2025, promette di tradurre questi risultati in politiche concrete. Se le sue promesse diventeranno realtà, rappresenterà un passo molto importante verso un futuro in cui i bambini americani saranno protetti dallo sfruttamento aziendale e dal complesso medico-industriale. Non mantenere le promesse elettorali è un problema fin troppo comune tra i politici. Con la presentazione del “Rapporto MAHA”, la seconda presidenza di Trump ha dimostrato che tale tradimento non è inevitabile. Ciò di cui l’America ha bisogno ora è vedere le belle parole trasformarsi in azioni efficaci e coraggiose.
Se miliardi di persone smettessero di bere bibite gassate (per più di metà costituite da zucchero) e smettessero di mangiare certi alimenti confezionati, come biscotti, creme, merendine e altro, scomparirebbero o quantomeno si ridurrebbero fortemente tante patologie, come per esempio il reflusso gastrico (una delle più diffuse nel mondo occidentale), il diabete e il colesterolo alto. Ma per le le aziende farmaceutiche sarebbe una vera tragedia: non potrebbero più vendere i rimedi per curare le malattie provocate dal consumo abituale e massiccio di questi alimenti, si troverebbero con i magazzini pieni di farmaci invenduti e molte di loro dovrebbero chiudere i battenti. Il fatto è che tutti questi cibi e bevande, per quanto nocivi alla salute, tengono in piedi gran parte del settore farmaceutico. E bisogna capire che all’industria farmaceutica le persone sane non rendono. Gli ammalati sono invece dei bancomat che camminano: sono loro che aumentano il fatturato, arricchiscono gli azionisti e gonfiano i premi dei manager.
Se il profitto rimane l’unica stella polare che guida l’economia, da questa situazione patologica (è proprio il caso di dirlo) non se ne esce. Tanto più che il pactum sceleris tra industria alimentare e industria farmaceutica può contare su importanti alleati. A parte i politici assai sensibili agli “argomenti” delle lobbies, ci sono i grandi media che vivono grazie alla pubblicità. Senza più gli spot e le paginate del comparto alimentare e farmaceutico, che cosa rimarrebbe a tv e giornali? Certo, i settori dell’automobile e della telefonia che hanno un certo peso, ma che da soli non sarebbero sufficienti. Il resto è fatto di tante briciole che, pur se assommate, non salverebbero i bilanci dei media. Pertanto, carta stampata e televisioni non devono mai menzionare gli studi scientifici che dimostrano la dannosità di certi alimenti, farmaci o vaccini (non sia mai!); e se proprio non possono fare a meno di menzionarli, devono tentare in tutti i modi di screditarli cercando in essi la virgola sbagliata.
Non sarà facile per Robert Kennedy Jr. passare dalle parole ai fatti, ma è fuor di dubbio che la sua battaglia è anche la nostra.