di Gloria Callarelli

Nel giro di poco più di un mese sono morti Michael Ledeen e Francesco Pazienza. Due uomini collegati con certi settori dello Stato, coinvolti negli x file della recente storia italiana. Per capire e analizzare le loro due figure e le implicazioni che hanno avuto in alcuni dei fatti di cronaca e cronaca politica recente, abbiamo intervistato Roberto Fiore profondo conoscitore degli stessi e dei periodi che li vedono protagonisti nel Deep State mondiale.

Fiore: nel giro di poco più di un mese sono morti Ledeen e Pazienza cosa significano questi nomi?

Ferma restando la pietà cristiana che ognuno di noi deve provare nei confronti di chi passa a miglior vita, posso dire in piena coscienza che con Michael Ledeen e Pazienza muoiono due importanti riferimenti per il Deep State degli anni Settanta-Ottanta; i poteri criminali di quel periodo si cristallizzavano attorno a CIA, Mossad, massoneria, P2 e altissime autorità dello stato. Questi uomini hanno personalmente agito contro di me quando avevo 21 anni; Ledeen capo di stanza della CIA a fine anni ’70 è un neoconservatore sionista e parte organica del Mossad. Studioso del fascismo, si avvicina a De Felice e si convince della grande potenzialità del fascismo stesso che cerca di recuperare ad una logica americano-sionista. Negli anni successivi porterà importanti politici italiani a fare fundraising negli USA. Mi querela alcuni anni fa per diffamazione ma poi desiste… Pazienza fu condannato per calunnia nei miei confronti per essersi reso protagonista del depistaggio Milano-Taranto…ha passato anni in galera … e questo oggi mi spiace. Ma il suo ruolo in quella che fu una deriva criminale dello stato è comprovata. Due uomini che hanno cercato di eliminare me e quello che era il mio movimento politico, Terza Posizione e che in quel momento rappresentava l’unica voce anti massonica ed antisionista. Questa volontà di distruzione ebbe il culmine nella grande macchinazioni del depistaggio Milano-Taranto.

In cosa consiste il depistaggio e quando nasce?

Il depistaggio nasce poco dopo i primi 28 arresti a seguito della strage del 2 agosto ( verranno tutti prosciolti ); il gruppo di massoni che era all’interno del Servizio Segreto militare e inserito ai più alti livelli di Stato, decide di costruire artatamente una “pista nera”, che viene architettata mesi prima della stessa strage di Bologna.
Sul treno Milano-Taranto viene fatto trovare dell’ esplosivo (identico a quello usato nella strage di Bologna) con un volantino che richiamava alle indagini sulla strage di Bologna e a Terza Posizione. Il volantino in particolare recitava: “Se non liberate gli arrestati del 28 agosto, Terza Posizione farà saltare i treni”. Questo attentato fake, secondo gli uomini dei servizi era un’operazione ideata dai capi di TP, cioè dal sottoscritto, Gabriele Adinolfi e da Giorgio Vale, che sarà ucciso poco dopo da agenti di Polizia. In seguito, il commissario di Taranto dott. Sanapo, che aveva “trovato” l’esplosivo, confessò al Pm Aldo Gentile che a mettere questa bomba, erano stati proprio gli esponenti dei servizi segreti militari guidati da Musumeci e Belmonte, (aderenti all’orecchio del capo della massoneria) da Francesco Pazienza, legatissimo a CIA, massoneria e Servizi segreti italiani e da Gelli, capo della P2. Il depistaggio era stato organizzato per sviare le indagini verso Terza Posizione, movimento estraneo a complotti e contrario a massoneria e servizi segreti.

Visti i personaggi coinvolti nel depistaggio, lo scontro che si era profilato vide coinvolta la massoneria? E perché?

Gli esponenti della P2 Musumeci e Belmonte, capi anche dei servizi segreti militari erano sicuramente massoni. Lo è Pazienza, lo è Gelli. Il depistaggio è targato P2 e aveva come obiettivo di sviare le indagini sulla strage da una piega che poteva portare subito alla massoneria ed ai servizi segreti stranieri e soprattutto, ciò che i media non vogliono ricordare, ma si evince dalle carte e dalle sentenze, dovevano crocifiggere e distruggere l’unico movimento libero e cioè non Terza Posizione che si era mosso chiaramente fuori da una logica di sistema. La nostra formazione ideologica impediva qualsiasi compromesso con massoneria e sionismo e servizi segreti. Va detto che l’essere antimassonici ci portò un vantaggio quando, come scrivo nel libro “La Rivoluzione è come il vento” (ordinabile scrivendo a fahrenheit2022@gmail.it ndr), a ridosso di un possibile provvedimento di espulsione dall’Inghilterra, quando eravamo lì esiliati alla fine degli anni Ottanta, Monsignor Lefevbre, il leggendario vescovo tradizionalista, decise di intervenire in nostro favore per salvaguardare “alcuni coraggiosi uomini italiani che si erano erti contro la massoneria”. Il nostro gruppo, sempre antimassonico, anti servizi segreti e antisionista, si avvicinò, anche per gratitudine, al cattolicesimo tradizionale.

L’Italia di allora, i poteri di allora, è la stessa o sono gli stessi di oggi?

Chi fece il depistaggio aveva sicuramente qualcosa a che vedere con la strage di Bologna. Più va avanti la vera storiografia sulla strage di Bologna, più emerge il coinvolgimento NATO ed una pista atlantista. I poteri che misero la bomba sono certamente legati anche a chi fece la strage di Ustica. Un coraggioso, ma assolutamente ignorato rapporto di Report di qualche mese fa, fu chiarissimo nel provare che autore della strage di Ustica fosse Israele. C’è un nesso fra Ustica e Bologna; chi ha la mia età ricorderà i collegamenti temporali, psicologici e tecnici fra le due stragi. Oggi noi abbiamo un potere che è altamente collegato alla massoneria e a Israele, a pezzi dello Statoe che hanno, una fortissima entratura nella Magistratura. Ma l’emergere di una Russia non sovietica e di Trump e la presenza costante in Italia di uomini di Stato e di Rivoluzionari che hanno a Cuore la Verità, oggi può colpire duramente il Deep State

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