di Luigi Cortese
Mentre cresce il disagio sociale, la disoccupazione giovanile rimane cronica e le periferie italiane esplodono nel degrado, il Governo Meloni apre ufficialmente le porte a 500.000 nuovi ingressi regolari nei prossimi tre anni. Il tutto attraverso il nuovo Decreto Flussi 2026–2028, pronto al varo in Consiglio dei Ministri. Una decisione che, per chi aveva creduto nelle promesse di fermezza, difesa della patria e controllo dell’immigrazione, suona come l’ennesimo schiaffo al popolo sovrano.
Secondo la nota pubblicata da ANSA, il decreto prevede:
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164.850 ingressi nel 2026
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165.850 nel 2027
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166.850 nel 2028
Quasi mezza Italia in tre anni. Ma soprattutto: mezzo milione di nuovi ingressi legittimati da un governo che si è fatto eleggere promettendo tutt’altro.
Dal blocco navale all’accoglienza “programmata”
Durante la campagna elettorale, Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia avevano fatto del contrasto all’immigrazione clandestina e della difesa della sovranità nazionale i loro cavalli di battaglia. Si parlava di “blocco navale”, di “stop all’invasione”, di “prima gli italiani”.
Oggi quelle parole appaiono sepolte sotto le cifre fredde del nuovo piano triennale. Il decreto, infatti, non solo stabilisce quote record di ingressi, ma lo fa seguendo le logiche del mercato e delle richieste datoriali, non certo quelle del benessere e della sicurezza degli italiani. I lavoratori stranieri verranno scelti in base al “fabbisogno” e alla disponibilità a collaborare con i Paesi di origine – una politica su misura per le multinazionali, non per i cittadini.
Una sovranità venduta a Bruxelles e alle lobby del lavoro a basso costo
Il governo giustifica tutto parlando di “canali legali”, di “integrazione controllata”, di “lotta al traffico di esseri umani”. Ma dietro il linguaggio edulcorato si nasconde una resa totale agli interessi dei poteri forti, all’Unione Europea e alle associazioni industriali che vogliono mano d’opera a basso costo, pronta a sostituire i lavoratori italiani ormai impoveriti e marginalizzati.
Nessun confronto pubblico, nessun voto in Parlamento: il tutto avverrà tramite DPCM, cioè atti amministrativi blindati che escludono ogni dibattito democratico. È così che il governo della “Nazione” legifera: nell’ombra, col sigillo della tecnocrazia.
La rabbia cresce, ma il Palazzo fa finta di nulla
Mentre i numeri del disagio sociale continuano a salire, mentre gli italiani fanno i conti con salari da fame, affitti impossibili, sanità al collasso e sicurezza urbana in caduta libera, il Governo pensa a regolarizzare mezzo milione di ingressi.
E c’è chi, come il capogruppo Foti, parla addirittura di “modello italiano” da esportare in Europa. Un modello che, nella realtà, è solo la copia del fallimentare schema francese o tedesco, dove l’immigrazione ha generato interi quartieri-ghetto, tensioni etniche e disgregazione sociale.
Conclusione: il volto vero del governo “patriottico”
Il nuovo Decreto Flussi 2026–2028 non è solo un provvedimento tecnico: è una scelta politica gravissima, che segna una frattura insanabile tra ciò che questo governo ha promesso e ciò che sta facendo. È il sigillo su un tradimento che ha un nome e un volto: quello di chi ha svenduto la sovranità nazionale ai tavoli di Bruxelles, ai diktat economici e ai dogmi globalisti.
I patrioti, quelli veri, non possono più tacere.
Hahahaha ormai questi fanno ridere. Un governo totalmente schiavo di caste israeliane in politica estera e totalmente schiavo di logiche materialistico-liberiste in economia. Tra le altre cose, avete visto che non si trovano più affitti, specie per gli italiani, e quelli che ci sono hanno raggiunto costi altissimi, cioè superiori agli stessi salari? Stesso problema in Germania. Leggevo un articolo scritto sul sito Die Dritte Weg. C’è una emergenza casa ed affitti. L’immigrazione ha contribuito a destabilizzare tutto, persino in Germania, dove praticamente non esistono più affitti per i tedeschi e i costi sono arrivati alle stelle. Persino lì, dove scopro, che esistono concetti e leggi su un cosiddetto “affitto ad usura”. Gli affitti dovrebbero avere un limite nei costi, al di là del quale diventa usura con multe fino a 50.000 o 70.000 euro.
Cosa fanno invece i governi e i partiti in Italia per combattere l’emergenza abitativa o la lotta all’immigrazione? Un mercato non regolarizzato e che non va a vantaggio dei cittadini è distruttivo.
Tutto questo in sintonia con le recenti comiche affermazioni di Tajani sul salario minimo. L’opposto che questo plutocrate vorrebbe far pensare. La nomenclatura infatti cerca lavoro a basso costo e le condizioni salariali degli italiani rimangono basse. Sappiamo ora, che questo è voluto proprio dall’alto, al fine di bloccare la mobilità sociale.
E ora di fermare questa gentaglia.
“Oggi solo un governo di sinistra può fare una politica di destra”. Questa frase, pronunciata da Gianni Agnelli alla fine degli anni ’90 per giustificare il suo appoggio al governo D’Alema, può essere attualizzata invertendone i termini: “Oggi solo un governo di destra può fare una politica di sinistra”. Sì, perché il governo Meloni – ricettacolo di demagoghi che cavalcano le paure del cittadino medio quando devono fare il pieno di voti, salvo poi dimenticarsene non appena vengono eletti – sta facendo proprio questo. Dopo aver prontamente messo da parte il blocco navale contro l’immigrazione clandestina promesso in campagna elettorale, dimostratosi incapace di rimpatriare anche solo qualche decina di irregolari, ecco che con questo decreto flussi “il governo dei patrioti” dà il suo contributo all’invasione dell’Italia.
Certo, in questo caso parliamo di ingressi legali… e chi siano i beneficiari di questi nuovi ingressi è ben illustrato nell’articolo di Cortese. Osservo solo che questa immigrazione, per quanto “regolare”, si svolge in un clima di ineluttabilità, cioè si dà per scontato che è impossibile impedirla, al massimo si può pensare di limitarla, contenerla, selezionarla, ma molto, molto timidamente e, comunque, consapevoli che il flusso continuerà, anno dopo anno, inarrestabile, come un destino a cui non ci si può sottrarre.
Eppure dovremmo apprendere qualcosa da paesi come la Gran Bretagna e la Francia, che hanno un’antica tradizione multietnica per via della loro storia coloniale, paesi che hanno imparato a proprie spese quanto sia ingannevole il sogno di una società multiculturale. Dovremmo capire che un’immigrazione di queste proporzioni, che si rovescia sull’Europa in tempi così brevi, non può portare nulla di buono. Dovremmo comprendere che non possiamo ipotecare l’avvenire dei nostri figli e nipoti con una politica immigratoria che è null’altro che una resa camuffata davanti ad una invasione. Senza alcun sentimento di razzismo e meno ancora di odio nei confronti degli altri popoli, dovremmo esser consapevoli che il rispetto dovuto a ogni essere umano, qualunque sia la sua etnia, non implica un dovere di accoglienza illimitata. Soprattutto, dobbiamo toglierci dalla testa l’idea – e togliere ai politici l’alibi – che l’immigrazione di massa sia una fatale necessità: gli stati che non vogliono subirla hanno tutti gli strumenti per porvi fine; se usarli, dipende dalla volontà e dal coraggio di chi li governa.
Ottimo Massimo ,approvo in pieno ….bravo !
Commenti giusti… ma cosa facciamo per capovolgere questa situazione? Dobbiamo continuare a stare a guardare?
Ovviamente ci si sta riferendo a nuovi immigrati provenienti da Svezia, Finlandia, Norvegia, Germania, Ungheria… E non ai soliti invasori africani che vengono qui per proseguire la SOSTITUZIONE DI POPOLO scritta nell’ Agenda di Davos, giusto ?