di Luigi Cortese

Nel vasto e straordinario universo narrativo creato da J.R.R. Tolkien, Beren e Lúthien occupa un posto di assoluto rilievo, non solo per la bellezza della storia in sé, ma per ciò che essa rappresenta nel cuore stesso del mito tolkieniano. Pubblicata postuma nel 2017 grazie al lavoro editoriale del figlio Christopher Tolkien, questa storia non è una semplice appendice del Silmarillion, ma una vera e propria dichiarazione d’amore alla vita, alla speranza e alla forza indomabile del sentimento umano.

Beren e Lúthien è, prima di tutto, una leggenda d’amore. Un amore che nasce fra due esseri apparentemente inconciliabili: Beren, un mortale perseguitato dal destino, e Lúthien, la figlia immortale dell’elfo Thingol e della maia Melian. Ma è proprio da questa distanza incolmabile che scaturisce la grandezza della loro storia. Non si tratta di un amore facile, né scontato: è un amore che sfida i reami degli elfi, i giudizi dei Valar e persino la volontà della morte.

In questa narrazione epica e poetica, Tolkien ci consegna un messaggio profondissimo: l’amore autentico non teme la fine, perché è capace di oltrepassarla. Quando Lúthien rinuncia alla propria immortalità per restare accanto a Beren, non è solo un gesto romantico, ma una rivoluzione metafisica. È l’affermazione che la scelta del cuore, libera e consapevole, vale più di qualunque eternità imposta. In un mondo regolato dal destino e dalle leggi degli dèi, Beren e Lúthien alzano la voce della volontà individuale, della passione che vince ogni paura.

Non è un caso che Tolkien stesso abbia voluto incidere i nomi di Beren e Lúthien sulla tomba che condivide con la moglie Edith. Per lui, questa storia era anche il riflesso della propria esperienza umana, la traduzione mitologica di un amore vissuto davvero, tra difficoltà, separazioni e ritrovamenti. Un amore che, come nel racconto, ha saputo vincere le ombre del tempo.

In un’epoca in cui le storie d’amore sembrano spesso piegate al cinismo o all’effimero, Beren e Lúthien ci ricorda che amare è un atto di eroismo, un viaggio nel buio per strappare una scintilla di luce. La loro impresa per rubare un silmaril dal diadema di Morgoth – un’impresa che nessuno credeva possibile – è il simbolo perfetto di questa tensione verso l’impossibile, resa concreta solo dall’amore.

Leggere Beren e Lúthien oggi è come sfogliare una pergamena antica dove ancora brucia un fuoco eterno. È lasciarsi toccare da una bellezza che non si esaurisce nella vittoria, ma si compie nella fedeltà, nella lotta condivisa, nel sacrificio reciproco. È un racconto che parla a ogni epoca, perché racconta la verità più profonda che l’uomo possa conoscere: l’amore, quando è vero, non muore mai.

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