di Luigi Cortese

Ogni uscita pubblica del governo Meloni è accompagnata da parole d’ordine ricorrenti: “occupazione ai massimi”, “disoccupazione in calo”, “Italia che lavora”. Ma basta guardare i dati reali per capire quanto questa narrazione sia vuota, fuorviante e profondamente scollegata dalla realtà vissuta da milioni di italiani.

La disoccupazione è in crescita. Punto.

A maggio 2025, il tasso di disoccupazione in Italia è salito al 6,5%, il valore più alto da un anno. Solo ad aprile era al 6,1%. La propaganda governativa ha provato a camuffare l’aumento parlando di “80.000 nuovi posti di lavoro”, ma omette un dettaglio fondamentale: a crescere non è l’occupazione stabile, ma quella precaria e sottopagata.

E il dato ancora più inquietante riguarda i giovani: il 21,6% degli under 25 è disoccupato. Altro che “opportunità per le nuove generazioni” – la realtà è che più di un giovane su cinque è senza lavoro e senza prospettive.

Disoccupazione di lungo termine: una piaga ignorata

Nel primo trimestre 2025, il tasso di disoccupazione di lungo termine (chi è senza lavoro da oltre un anno) è salito al 3,3%, contro il 2,9% del trimestre precedente. Questo significa che chi perde il lavoro, difficilmente lo ritrova. Eppure il governo tace, anzi rilancia trionfalismi privi di fondamento.

Cosa non dice Meloni

Il governo continua a sbandierare numeri assoluti di occupati, senza specificare quale tipo di lavoro viene creato. Il boom dei contratti a termine, part-time involontari e lavori a bassa retribuzione gonfia artificialmente i dati, ma non migliora realmente la condizione dei lavoratori italiani.

Un contratto di due mesi a 800 euro al mese non è un successo: è precarietà mascherata da “occupazione”.

La distanza tra propaganda e realtà

Mentre la premier Meloni e i suoi ministri parlano di “miracolo italiano”, milioni di italiani vivono un presente di incertezza e fatica.

  • Le aziende chiudono o delocalizzano.
  • I giovani fuggono all’estero.
  • Chi ha più di 50 anni ed è senza lavoro è praticamente escluso dal mercato.

Ma tutto questo viene nascosto sotto un tappeto di cifre presentate in modo distorto.

Una narrazione che crolla sotto il peso dei fatti

La realtà è questa:

  • La disoccupazione sta aumentando.
  • I giovani non trovano lavoro.
  • Chi perde il lavoro non viene più riassorbito.
  • I posti “creati” sono in gran parte precari e mal pagati.

La narrazione del governo Meloni sull’occupazione è una costruzione artificiale, utile solo a fini elettorali. Ma i numeri ufficiali dell’ISTAT e le condizioni reali dei cittadini raccontano un’altra storia.

Una storia fatta di precarietà, esclusione e assenza di un piano serio per il lavoro.

L’Italia non ha bisogno di propaganda, ma di risposte

In un Paese che invecchia, dove la natalità crolla e i giovani emigrano, continuare a mentire sull’occupazione è non solo inutile, ma pericoloso. Serve un cambio di rotta immediato, non nei discorsi, ma nelle politiche.

Perché la verità, prima o poi, non può più essere nascosta dietro uno slogan.

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