di Luigi Cortese (foto dati ufficiali Ministero Interno)

Definitivamente possiamo considerare conclusa questa tornata elettorale, la più snobbata dagli elettori e dove a vincere, in realtà, è stato il partito dell’astensionismo.

Tra Lazio e Lombardia abbiamo registrato un astensionismo pari al 60%, percentuale praticamente raddoppiata se paragonata a quella di 5 anni fa. Un vero tonfo. Nelle elezioni regionali di tutt’Italia mai era stato registrato un valore così basso. Ma il dato più significativo è quello della capitale, dove i cittadini romani hanno disertato il voto per quasi il 70%, facendo crollare il dato definitivo della regione al 37%.

In queste ore, politici e sondaggisti, hanno dato le più variegate spiegazioni al fenomeno, ma nessuno ha preso in considerazione la disaffezione pura dalla politica, il disinteresse dei giovani, l’arroccarsi delle forze politiche e la loro frammentazione, l’appiattimento della proposta politica. Questi sono i temi sui quali i partiti dovrebbero interrogarsi da oggi. Invece assistiamo a scene al quanto preoccupanti, c’è chi festeggia sui punti percentuali presi in più, e chi si duole per quelli persi, ma il problema riguarda tutti, perché se l’astensionismo continua alla fine salta il concetto di democrazia.

L’offerta politica appiattita rende tutti gli schieramenti identici, visto che hanno una base di proposte pressoché identiche, che vanno dall’europeismo all’atlantismo, all’aiuto incondizionato all’Ucraina all’inasprimento dei rapporti con la Russia. Senza dimenticare il recente passato che ha visto tutti proni alle decisioni dell’OMS per la pandemia da Covid-19. Ebbene si, il dato che va preso in considerazione su queste elezioni è la mancanza totale di quelle forze dette “del dissenso” che vanno da Forza Nuova di Fiore a Italia Sovrana e Popolare di Rizzo passando per il Popolo della Famiglia di Adinolfi, quelle forze che nel periodo della pandemia hanno portato avanti la lotta alle restrizioni che sono state etichettate da tutti come No Vax, negazioniste e “pericolose” per la democrazia. Bene una parte di quel 60% di astensionismo potrebbe essere collegato senza alcun dubbio anche a queste forze, una grossa fetta degli italiani sono contro la guerra e l’invio di armi all’Ucraina, e sono gli stessi che durante la crisi pandemica hanno protestato contro le restrizioni covid, che in queste elezioni si sono visti non rappresentati.

 

Share via
Copy link
Powered by Social Snap