di Roberto Fiore

Quest’estate è dominata dall’importanza geopolitica del continente africano. Abbiamo visto l’interesse della Meloni e della Von der Leyen per la Tunisia che ha visto all’ opera la strategia classica “noi vi prestiamo soldi soldi voi bloccate le partenze dalle vostre coste”.

Non c’è un vero e proprio interesse verso lo sviluppo de Paesi africani perché nella concezione anglo-francese lo sviluppo e il progresso delle popolazioni non sono auspicate mentre lo sfruttamento e la rapina delle materie prime rimangono il maggior obiettivo. La Meloni e la Von Der Leyen vogliono che la Tunisia sia un pacifico debitore del FMI per la cifra di un miliardo e 900 milioni: il presidente della Tunisia Saied si rifiuta invece, giustamente, di contrarre questi debito perché sostiene che questi prestiti sono un cappio al collo per il governo tunisino che in cambio del prestito dovrebbe affamare pensionati e poveri. Il Piano Mattei dovrebbe invece concepire uno scambio equo che mira innanzitutto al bene dei popoli. Il Piano Meloni non è che la riedizione della vecchia pratica usuraia e criminale che che punta ad indebitare strizzare e impoverire.

Ma sta accadendo altro in questo continente oggi. Già dal periodo del Covid vi furono delle prese di posizione da parte di presidenti africani che si rifiutarono di sottostare alle condizioni imposte dall’ OMS al costo anche della propria vita. Ricordiamo che Bill Gates aveva come intenzione strategica la costruzione di un enorme centro per la fabbricazione di vaccini che sarebbero cosi arrivati più facilmente sulle braccia degli Africani. Il continente nero si rifiutò di sottostare alla narrativa Covid e iniziò una forte relazione con la Russia. Mentre quella cinese iniziata precedentemente è stata prettamente economica, legata alla costruzione di grandi opere e al consumo di prodotti cinesi, quella con la Russia è più politica e legata alla sicurezza e alla indipendenza dei popoli.

L’origine della politica russa sta negli studi universitari della classe politica di capi africani e diplomatici e politici russi nelle aule della prestigiosa Lumumba University, la più grande università moscovita, dove si studiava la geopolitica mondiale e gli studenti, seppur influenzati dal marxismo, ragionano sulla liberazione dei popoli. La Russia oggi anche attraverso l’aiuto indiscutibilmente importante della milizia Wagner, ha creato una serie di fortissimi rapporti con tutte le ex colonie francesi e tanti altri Paesi africani.

Queste nazioni sono oggi ansiose di riacquisire una libertà politica ed economica dopo il criminale esercizio usuraio del franco coloniale, che i francesi hanno utilizzato fino ad oggi in tutti i Paesi dell’Africa Occidentale. La Russia ha di fatto “liberato” la Repubblica Centro-africana, il Mali, il Burkina Faso creando forti relazioni con l’Algeria e nelle ultime ore liberando il Niger con grande gioia del popolo locale che cacciando il presidente legato alla Francia, ha accolto con bandiere russe i nuovi governanti in un abbraccio forte e chiaro che risuona come fortissimo monito a Nato e UE.
Si sta sviluppando dunque un Risiko in cui la Russia è vincente: aiuta molto anche l’annuncio di Putin di voler donare grano ai Paesi in difficoltà dell’Africa. La Russia piuttosto che rimanere imprigionata nello scontro con l’ Ucraina riprende quello che fallì con l’ Urss. Putin, con il supporto vigoroso delle truppe Wagner espelle l’ Europa dall’ Africa. E la missione della Meloni di portare UE e NATO finisce ancora prima di iniziare.

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