di Redazione

Prima il Veneto, poi la Liguria, oggi il Senato. Continuano i tentativi di introdurre le politiche di morte in Italia. Che siano governatori di Regione alla Zaia o alla Toti o che siano senatori alla Bazoli l’obiettivo è sempre lo stesso: tentare di imporre la morte di Stato.

«Ci rammarica l’ennesimo tentativo di legalizzare in Italia il suicidio assistitoaprendo le porte alla deriva eutanasica e alla “morte di Stato”. Piuttosto che assecondare gli insani propositi suicidari dei cittadini, lo Stato dovrebbe garantire l’effettività della Legge 38/2010 sulle cure palliative su tutto il territorio nazionale, essendo dimostrato che le richieste di suicidio assistito ed eutanasia diminuiscono all’aumentare di questa forma di assistenza sanitaria». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, commenta l’inizio dell’esame della proposta di legge sul suicidio assistito a prima firma di Alfredo Bazoli (PD) il prossimo 26 marzo nelle Commissioni Giustizia e Affari Sociali del Senato.

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